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11 Febbraio 2022
16:40

Peste suina, il Governo entro un mese vuole i piani degli interventi delle Regioni. Lav: «Grimaldello per cacciatori»

Le Regioni dovranno approvare piani di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana. È quanto previsto in un decreto legge approvato oggi dal Governo su proposta dei Ministri delle Politiche Agricole e della Salute, Stefano Patuanelli e Roberto Speranza.

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Le Regioni dovranno approvare entro un mese piani di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana, con la ricognizione della consistenza della specie all'interno del territorio di competenza suddiviso per provincia, l'indicazione dei metodi ecologici, le aree di intervento diretto, le modalità, i tempi e gli obiettivi annuali del prelievo, esclusivamente connessi ai fini del contenimento della malattia. È quanto previsto in un decreto legge approvato oggi dal Governo su proposta dei Ministri delle Politiche Agricole e della Salute, Stefano Patuanelli e Roberto Speranza.

Un Commissario straordinario avrà i compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure messe in atto per prevenire e contenere la diffusione della malattia virale e si avvarrà degli enti del Servizio sanitario nazionale e dei competenti uffici di Ministeri, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e Forze di polizia.

Il Governo ha previsto l'obbligo, per chi rinviene esemplari di cinghiali feriti o deceduti nell'ambito delle attività di attuazione dei Piani regionali o nello svolgimento di attività venatoria o boschiva, di coltivazione di fondi agricoli o coinvolto in un sinistro con cinghiali, di segnalare il rinvenimento immediatamente al servizio veterinario dell’azienda sanitaria competente per territorio.

A gennaio di quest’anno è stata accertata la presenza della peste suina africana nelle popolazioni di cinghiali in alcuni territori di Piemonte e Liguria. La malattia virale, non trasmissibile all'uomo, è altamente contagiosa, e colpisce i suini domestici e selvatici.

Per la Lav, la Lega anti-vivisezione, uno dei temi principali è l’esenzione dei metodi ecologici e dei piani di prelievo e uccisione degli animali, visto che sono esentati dall’obbligo di essere preventivamente sottoposti a valutazione ambientale strategica e a valutazione di incidenza ambientale. «Ciò significa che i piani di abbattimento dei cinghiali potranno determinare gravi conseguenze anche su altre specie animali e sull’ambiente oltre che sui cinghiali che saranno uccisi direttamente da cacciatori e guardie provinciali – dicono dall’associazione – E’ inoltre del tutto inaccettabile che ogni Regione possa predisporre piani eccezionali di abbattimento dei cinghiali, anche a migliaia di chilometri di distanza dai focolai di Peste suina africana individuati in Piemonte e Liguria».

Lav cita uno studio dell’Ispra che sottolinea che «la densità del cinghiale non ha effetti significativi sulla persistenza in natura della Peste suina africana» e che «la notevole resistenza del virus nell’ambiente fa sì che la malattia continui a circolare per anni, anche in popolazioni di cinghiale a densità bassissime (es. circa 0,5/km2)». Per questo, precisano dall’associazione, «non si capisce quindi per quale motivo le Regioni possano essere autorizzate a deliberare nuovi piani di controllo dei cinghiali».

La scelta del Governo, stando agli animalisti, rappresenta «un vero e proprio grimaldello generosamente lasciato nelle mani dei cacciatori e dei loro politici regionali di riferimento, per consentirgli di scardinare ogni limite oggi imposto alla caccia al cinghiale».

«Chiediamo al Governo di cancellare dal Decreto in esame ogni ipotesi di deregulation venatoria – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici – il contenimento della peste suina africana non può essere lasciato nelle mani dei cacciatori e dei loro interessi personali anche a costo di creare gravi danni all’ambiente». «Ribadiamo anche che, come chiarito dalla Nota del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, tutti i suidi, siano essi maiali, cinghiali o loro incroci, tenuti come animali da affezione a scopi non commerciali non potranno essere oggetto di abbattimenti ma dovranno semplicemente rispettare le misure di biosicurezza», sottolinea Lorenza Bianchi, responsabile Lav Animali negli Allevamenti.

Il tema per Lav è tutto aperto. Ci sarà un contrasto fin all’ultimo voto della conversione della norma in Parlamento. «E contrasteremo le Regioni qualora decidano di usare la peste suina africana in modo strumentale come scusa per una pericolosa deregulation venatoria mettendo nel mirino dei fucili la vita dei cinghiali che sono già, purtroppo cacciabili nei periodi permessi», dicono dall'associazione.

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