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28 Marzo 2023
14:19

Perché una tigre marsupiale estinta aveva gli occhi laterali come Sid de “L’era glaciale”?

Analisi anatomiche sul cranio della tigre marsupiale Thylacosmilus atrox hanno consentito di spiegare perché avesse gli occhi in posizione laterale: le profonde radici dei canini occupavano molto spazio nel suo cranio e gli occhi si sono dovuti adattare.

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Occhi grandi posizionati ai lati del cranio e lunghi canini: non è uno strano incrocio fra Sid e Diego, il bradipo e la tigre dai denti a sciabola protagonisti del film d'animazione "L'era glaciale", ma parliamo del Thylacosmilus atrox. La peculiare posizione degli occhi di questo animale estinto 3 milioni di anni fa ha da sempre incuriosito gli scienziati che finalmente hanno scoperto il motivo della stranezza anatomica: le profonde radici dei canini occupavano molto spazio nel cranio e gli occhi si sono dovuti adattare alla presenza di un "vicino" così invadente.

Il Thylacosmilus atrox era un predatore marsupiale del Sud America che secondo gli studiosi poteva arrivare a pesare anche 100 chili. Grazie alle ricostruzione di diversi paleontologi e ai disegni di paleoartisti come Jorge Blanco, autore delle prime rappresentazioni dell'animale, sappiamo che la tigre marsupiale era di colore brunastro e si aggirava fra le foreste argentine con passo felpato pronta a ghermire le sue prede con degli agguati come molti altri felini moderni. Il cranio allungato e gli enormi canini donavano a questo meraviglioso animale un aspetto imponente, caratteristiche che hanno provocato fra gli studiosi non pochi dibattiti.

Così un team di ricercatori provenienti dall'Instituto Argentino de Nivología, Glaciología y Ciencias Ambientales e dall'American Museum of Natural History ha esaminato i crani di questi grandi predatori notando come i loro occhi fossero in posizionati lateralmente a differenza di altri carnivori, come cani e gatti, i cui gli occhi sono rivolti in avanti per aiutarli a rintracciare le prede. La particolare anatomia, però, non era una malus: come si può leggere nello studio pubblicato sulla rivista Communications Biology, la disposizione laterale degli occhi, infatti, permetteva comunque a Thylacosmilus atrox di essere un predatore efficace.

Perché i predatori hanno occhi frontali?

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«Quello che ci si aspetta di vedere in qualsiasi carnivoro è che le loro orbite oculari siano convergenti – spiegano gli autori dello studio – Inoltre, la loro visione deve essere il più possibile orientata verso la parte anteriore». In questo modo gli animali possono avere una buona percezione della profondità, una abilità particolarmente utile per i predatori che devono avere sensi acuti e una percezione dell'ambiente circostante estremamente affinata.

La convergenza delle orbite oculari permette agli occhi degli animali di sovrapporre il campo visivo sinistro con quello destro. Le informazioni visive così ottenute vengono elaborate dal cervello consentendo all'organismo di interpretare lo spazio intorno a se in tre dimensioni, considerando quindi profondità e distanze.

La posizione dell'occhio di Thylacosmilus atroxperò, è molto più simile a quella di erbivori come mucche e cavalli, che vedono il mondo quasi "in 2D". La disposizione degli occhi di questi animali, infatti, è laterale il che consente loro di poter ampliare il campo visivo, al costo di elaborare le informazioni sulla distanza e la profondità in maniera meno accurata. Questo ha portato gli scienziati a chiedersi se la peculiare conformazione anatomica della tigre marsupiale consentisse di vedere realmente in 3D.

Come vedeva il Thylacosmilus atrox

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Convergenza delle orbite e sovrapposizione del campo visivo in Thylacosmilus atrox. Gaillard et al., 2023

Dopo aver esaminato i crani di diversi esemplari di Thylacosmilus atrox, i ricercatori hanno scoperto che era in grado di compensare la strana posizione esterna dell'occhio in un modo unico nel suo genere: le orbite oculari dell'animale sporgevano parecchio in avanti ed erano orientate verticalmente in modo tale da riuscire a sovrapporre i campi visivi dei due occhi di almeno 70 gradi, un angolo degli occhi molto simile a quello dei gatti che abitano le nostre case che permette loro di avere una buona visione 3D.

«Dunque, questi adattamenti anatomici erano sufficienti per rendere Thylacosmilus atrox un predatore di successo», affermano gli studiosi che nella loro ricerca offrono anche una possibile spiegazione evolutiva della peculiare conformazione del cranio. Secondo gli scienziati i canini dell'animale incredibilmente lunghi crescevano in continuazione per tutta la vita, il che spiega perché le radici dei denti erano altrettanto lunghe e profonde. Sono proprio queste radici la causa di tutto, poiché nel corso dei millenni facendosi spazio all'interno del cranio hanno costretto gli occhi dell'animale a "migrare" lateralmente.

Fino ad oggi per i ricercatori è stato difficile dire con certezza se gli enormi denti offrissero benefici durante la caccia, poiché attualmente non ci sono altri mammiferi che possiedono caratteristiche simili con cui paragonarli. «Avendo confermato la buona visione di Thylacosmilus atrox, ora possiamo dire con maggiore certezza che canini così grandi potevano essere vantaggiosi», concludono gli scienziati dimostrando quanto anche le analisi anatomiche possano spiegare molto sulle abitudini e i comportamenti di creature esistite milioni di anni fa.

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