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9 Luglio 2022
9:00

Perché i pipistrelli dormono a testa in giù

I pipistrelli sono famosi per la loro abitudine di dormire appesi a testa in giù. Ma perché lo fanno? Il motivo è legato al volo e alla capacità di atterrare in sicurezza.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Comunemente noti come pipistrelli, i chirotteri sono famosi perché dormono appesi a testa in giù, con le ali ripiegate. In questa posizione riposano e dormono per circa 12 ore al giorno. Perché lo fanno? Questa postura si è evoluta in associazione con il volo: i loro arti anteriori, ossia le mani, sono diventati ali. Gli arti posteriori si sono ridotti a piccole appendici, utili per il volo, perché sostengono la membrana alare detta “uropatagio” nelle manovre aeree, ma del tutto inadatti a consentiire il mantenimento di una postura eretta o la deambulazione, e quindi inadatti al decollo da terra. Del resto, partendo capovolti, i pipistrelli non hanno bisogno di generare portanza per iniziare il volo:  è sufficiente che aprano le ali, si lascino semplicemente cadere, e – puf! – volano via.

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Come fanno a dormire a testa in giù

I pipistrelli hanno sviluppato adattamenti funzionali e strutturali che permettono loro di atterrare a testa in giù e poi di mantenere questa postura. Innanzitutto, devono eseguire rotazioni aeree rapide e di alta precisione per orientarsi e attaccarsi al posatoio, decelerando in modo controllato, per non mancarlo ma soprattutto per evitare di scontrarcisi. Come per tutti i vertebrati volanti, la capacità di atterrare in sicurezza è essenziale per la sopravvivenza. Bisogna considerare che si muovono a velocità molto più elevate rispetto agli animali terrestri di dimensioni simili e le collisioni accidentali con oggetti fissi possono essere fatali. Mentre un uccello in atterraggio usa le ali per decelerare, fino a quando i piedi non sono entrati in contatto con il substrato, i pipistrelli, per appollaiarsi in sicurezza in grotte, alberi cavi e altri luoghi riparati, eseguono salti mortali acrobatici, usando l'inerzia delle loro ali insolitamente pesanti. Il pipistrello è un po' come una pattinatrice che, per girare più velocemente, tira le braccia al petto: in fase di atterraggio, il pipistrello ritrae un'ala, estende l'altra, e intanto si capovolge. È un'operazione molto rapida, può bastare anche solo mezzo secondo.

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Vien chiamata, in termini tecnici, “riorientamento inerziale”, e alla base vi è lo stesso principio che spiega perché i gatti, quando cadono a testa in giù, atterrano in stazione, come anche l'agilità aerea di altri animali, tra cui le lucertole, i roditori e pure noi, quando facciamo una capriola.

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Una volta che si è appeso, per mantenere a lungo questa postura il pipistrello si aiuta con gli artigli delle dita: durante il riposo a testa in giù, il peso corporeo flette l'artiglio dorsale, e con questo si può così aggrappare saldamente a un ramo o a una scogliera.

Bibliografia

Bergou AJ, Swartz SM, Vejdani H, Riskin DK, Reimnitz L, Taubin G, et al. Falling with style: Bats perform complex aerial rotations by adjusting wing inertia. PLoS Biol. 2015; 13(11): e1002297.

Riskin DK, Bahlman JW, Hubel TY, Ratcliffe JM, Kunz TH, Swartz SM. Bats go head-under-heels: the biomechanics of landing on a ceiling. J Exp Biol. 2009 Apr;212(Pt 7):945-53.

Crawford, R. L. and Baker, W. W. (1981). Bats killed at a North Florida television tower: a 25-year record. J. Mammal. 62, 651-652.

Klem, D. J. (1990). Bird injuries, cause of death, and recuperation from collisions with windows. J. Field Ornithol. 61, 115-119.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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