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21 Dicembre 2023
9:00

Per quale motivo alcuni gatti preferiscono la solitudine

I gatti preferiscono la solitudine per diversi motivi: bisogno di privacy, riposo, malessere ma anche semplicemente perché hanno voglia di starsene per qualche ora per conto loro.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I gatti preferiscono la solitudine. Questo loro bisogno di privacy è spesso difficile da comprendere per noi umani, perché adottiamo i gatti per godere della compagnia e siamo certi che loro apprezzino la nostra. È per questo che quando mostrano di rifuggire la nostra presenza o quando scelgono consapevolmente e chiaramente di evitare di rimanere in nostra compagnia, ci restiamo male, fatichiamo ad accettarlo, alcuni arrivano persino a prendere di peso il gatto e forzarlo a stare in situazioni sociali che, di suo, eviterebbe.

Eppure il bisogno di isolarsi per qualche ora durante il giorno è assolutamente in linea con le caratteristiche di specie di questo animale, che può scegliere di starsene per fatti suoi anche rintanandosi in posti a noi inaccessibili per molti motivi, non necessariamente preoccupanti. Vediamone alcuni.

Voglia di starsene per fatti loro

Molto spesso i gatti hanno semplicemente voglia di starsene un po’ per fatti loro. Esattamente come accade a noi esseri umani. I gatti domestici, per giunta, hanno una socialità diversa dalla nostra: mentre per noi l’appartenenza e la condivisione sociale sono il fulcro della nostra stessa umanità, per i gatti la norma è vivere in una costante alternanza di momenti di solitudine e momenti di contatto con ben selezionati, noti, scelti, partner sociali.

Sonno ristoratore

A volte a motivarli all’isolamento è il bisogno di potersi addormentare profondamente e senza vedere il proprio sonno continuamente interrotto. In questo noi pet mate possiamo avere delle responsabilità: alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, vedendo un gatto placidamente addormentato sul letto o sul divano, non ha pensato che fosse irresistibile l’idea di andarlo a baciare o ad accarezzare. Nel momento in cui questo comportamento diventa sistematico, il gatto può cercare luoghi più appartati, isolati e irraggiungibili per godere del meritato riposo.

Condizioni ambientali favorevoli

Altre volte il motivo per cui un gatto si isola è semplicemente legato alle migliori condizioni ambientali che riscontra altrove. Magari in quella cuccetta nell’angolo più remoto della casa c’è una temperatura o un livello di umidità che gli è congeniale, o magari è più vicino alla cassetta e a lui piace l’idea di averla a due passi, o magari è lontanissima dalla cassetta e la cosa lo conquista. I gatti valutano l’ambiente in base a parametri che non sono sempre decodificabili per noi.

Sensazioni di dolore

Il gatto potrebbe decidere di isolarsi perché alle prese con sensazioni di dolore. Questo, in genere, è associato anche ad altre condizioni come una certa letargia, un’espressione facciale contrita, la terza palpebra in evidenza, le orecchie basse ed una scarsa reattività agli stimoli.

Paura ed altre emozioni negative

Senza che vi sia dolore, un gatto potrebbe isolarsi anche perché spaventato da qualcosa o da qualcuno o, in generale, perché sta provando delle emozioni negative come l’ansia o la frustrazione.

Troppi stimoli

Infine, un gatto potrebbe decidere di isolarsi anche perché, pur non provando paura o sofferenza fisica, l’ambiente circostante propone una quantità o una qualità di stimoli troppo intensa e lui ha bisogno di sottrarsi a tanta pressione. È quello che può accadere quando invitate degli amici per cena e il gatto, che magari si è fatto anche vedere all’inizio della serata, “scompare” per qualche ora: probabilmente si è rifugiato in un posticino tranquillo per meglio gestire l’iper-stimolazione acustica, tattile, sociale derivata dall’invasione dello spazio casalingo.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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