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11 Novembre 2022
18:24

Per i macachi avere buone amicizie conviene anche per l’intestino: migliora il microbiota

I ricercatori hanno scoperto che i macachi più socievoli avevano anche un microbiota intestinale migliore, possibile risultato diretto della trasmissione sociale dei batteri attraverso il grooming e il contatto fisico.

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Alleanze forti e buone amicizie sono fondamentali per la vita degli animali sociali come le orche, le iene o noi primati, ma possono essere molto importanti anche per il benessere fisico. Ci sono infatti sempre più evidenze che dimostrano che il microbiota intestinale, grazie al cosiddetto Asse Intestino/Cervello, migliori sia la salute fisica che il benessere mentale. Viceversa, è anche possibile acquisire o trasferire ad altri i batteri utili al nostro organismo proprio per merito dei legami sociali.

Ma in che modo le connessioni sociali possono migliorare la flora batterica intestinale? Alcuni ricercatori hanno dimostrato, attraverso a uno studio pubblicato su Frontiers in Microbiology, che i macachi reso possono scambiarsi batteri "buoni" per l'intestino grazie ai legami sociali, attraverso per esempio il contatto fisico. Gli scienziati hanno infatti scoperto che le scimmie più socievoli ospitano un numero maggiore di batteri utili all'intestino, riducendo allo stesso tempo l'abbondanza di quelli potenzialmente patogeni.

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La piccola isola di Cayo Santiago

I ricercatori si sono concentrati su un unico gruppo sociale di macachi (22 maschi e 16 femmine di età compresa tra i 6 e i 20 anni) che vivono liberi sull'isola di Cayo Santiago, al largo della costa orientale di Porto Rico. Il macaco rhesus o reso (Macaca mulatta) è un primate originario dell'Asia centro-meridionale e sudorientale, ma nel 1938 fu trasferita sull'isola una popolazione fondatrice composta da 409 individui provenienti dall'India. Oggi a Cayo Santiago vivono oltre mille macachi, suddivisi in diversi gruppi sociali, che vengono studiati e monitorati da anni da numerosi gruppi di ricerca.

Sulla piccola isola, tra il 2012 e il 2013, i ricercatori hanno raccolto un totale di 50 campioni di feci appartenenti al gruppo studiato. Inoltre, per valutare e misurare le connessioni sociali, hanno utilizzato il tempo che ciascuna scimmia dedicava al grooming o che trascorreva a essere "groomata", contando anche il numero di individui con cui interagiva durate queste attività. I macachi sono primati altamente sociali e trascorrono molto tempo a spulciarsi e a toelettarsi a vicenda, un'attività di solito molto utilizzata dagli etologi per valutare le interazioni sociali.

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I macachi reso sono una specie con spiccate abitudini sociali e vivono in gruppi molto numerosi

I ricercatori hanno quindi analizzato il DNA delle feci per studiare la composizione e la diversità della comunità microbica intestinale, mettendola poi in relazione con li legami sociali. Hanno anche tenuto in considerazione il sesso, l'età, la stagione e il livello sociale che ciascun individuo occupava nel gruppo. Si sono poi concentrati sui microorganismi maggiormente studiati già nell'uomo o nei roditori con disturbi dello spettro autistico, normalmente associato a scarse interazioni sociali, oppure che completamente privi di legami con altri individui.

Hanno quindi scoperto che il numero di interazioni sociali, e quindi di amicizie, era correlato positivamente all'abbondanza di alcuni batteri intestinali con funzioni immunologiche, mentre al contrario quelli potenzialmente patogeni diminuivano drasticamente. Tra quelli "buoni" trovati in maggior numero nelle scimmie più socievoli, c'erano per esempio Faecalibacterium e Prevotella, mentre tra i batteri potenzialmente pericolosi c'erano quelli del genere Streptococcus, che negli umani possono causare mal di gola e polmonite.

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I macachi più socievoli e che dedicavano più tempo al grooming reciproco avevano un microbiota migliore

Faecalibacterium è conosciuto le sue proprietà antinfiammatorie ed è normalmente associato a uno stato di buona salute generale, per cui è stato piuttosto sorprendente per i ricercatori scoprire che era molto maggiormente presente negli individui più socievoli. Secondo gli autori, la relazione tra positiva legami d'amicizia e abbondanza microbica può però essere sia il risultato diretto (quindi la causa) della trasmissione sociale dei microbi, per esempio attraverso il contatto fisico e il grooming, che un effetto indiretto (quindi una conseguenza), poiché le scimmie con meno amici potrebbero essere più stressate, cosa che influisce negativamente sul microbiota.

Serviranno ovviamente ulteriori studi, ma questi risultati suggeriscono che il comportamento e i legami sociali possono effettivamente influenzare anche i microorganismi simbionti che vivono all'interno dell'organismo. Considerando che esiste già una connessione bidirezionale tra l'intestino e cervello, questo studio sottolinea quindi ancora di più l'importanza dei legami per le specie sociali come noi e i macachi, anche per la salute del nostro corpo.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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