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19 Giugno 2023
15:48

Per conquistare l’amore bisogna gridare di più: il caso del cercopiteco verde

Una piccola specie di scimmia africana ha imparato che per attrarre le femmine deve riuscire a catturare il loro sguardo e il loro udito, sfruttando tutte le armi a disposizione che gli ha assicurato madre natura.

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Attrarre le femmine non è un complito semplice, sia che ti trovi in città sia che continui a vivere all'interno di una foresta, ricca di altre scimmie e delle fronde degli alberi. I primati hanno così risolto il "problema" sviluppando miriadi di stratagemmi che vanno dalla pigmentazioni particolari di alcune parti della pelliccia o del corpo a dei veri e propri corteggiamenti complessi che rischiano di sfiancare entrambi i partner.

Il cercopiteco verde (Chlorocebus pygerythrus), una piccola scimmia che vive in Africa orientale e meridionale, di circa 60-70 cm, ha deciso tuttavia di impiegare tutti gli stratagemmi possibili che è possibile riscontrare fra i primati pur di conquistare le femmine, oltre ad inventare una diversa tipologia di competizione maschile che è rara nel continente africano fra le scimmie della sua dimensione.

Come hanno infatti scoperto alcuni etologi provenienti da diversi centri di studi internazionali, pubblicando la notizia sulla rivista pre print bioRxiv, questa specie sfrutta prevalentemente i segnali di allarme non solo come mezzo per comunicare l'eventuale arrivo di un pericolo, ma anche come forte richiamo per le femmine libere e modalità di confronto con gli altri maschi.

Gridando infatti a più non posso, con un verso che può tranquillamente essere udito fino a 2 km di distanza, i maschi comunicano il loro status di salute e "sfidano" gli altri maschi a gridare di più, dimostrando così di essere il partner adatto per la riproduzione.

Nei casi in cui diversi maschi, appartenenti a gruppi differenti, abitano lo stesso tratto di foresta i latrati si fanno inoltre sempre più insistenti con competizioni canore che possono durare anche decine di minuti, nel tentativo di eleggere l'esemplare con la voce più tonante. 

Questo comportamento è raro all'interno delle foreste africane mentre è molto più comune in Sud America dove la scimmia urlatrice (Alouatta sp.) compie lo stesso comportamento. Questa specie, però, è il vertebrato più rumoroso del mondo essendo in grado di far sentire i propri versi fino a 5 km di distanza e cantando per buona parte del giorno.

Il cercopiteco verde possiede anche altre carte da poter giocare per attrarre le femmine però. Sempre per indicare il proprio status di salute, il maschio infatti presenta una macchia colorata all'altezza del pene e dello scroto che diventa più blu a seconda dello status di salute e della condizione riproduttiva dell'esemplare. Le femmine così vengono naturalmente attratte dalla colorazione tanto che, spesso, nel decidere quale partner scegliere valutano oculatamente le tonalità di colore mentre i maschi "cantano" sopra agli alberi.

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Qualora la femmina proprio non voglia avvicinarsi al maschio, quest'ultimo non si rassegna: inizia a corteggiarla per svariate ore, tentando di approcciare con delle offerte di cibo o del grooming, interrompendo l'azione solo qualche volta per far riecheggiare ripetutamente il proprio verso fra i rami degli alberi.

Le ragioni che hanno spinto i cercopitechi verdi a comportarsi così sono mutevoli, spiegano i ricercatori. Innanzitutto, il comportamento del canto si è evoluto partendo proprio dalla vigilanza nei confronti dei predatori. I maschi infatti, all'interno del loro gruppo, hanno principalmente il compito di controllare se nei paraggi ci siano nel folto della foresta ghepardi, leopardi, aquile, pitoni e babbuini che rappresentano i predatori principali per questa specie.

Inoltre produrre dei latrati in maniera così intensa ha permesso ai maschi nel non dover essere costretti nel dimostrare la loro forza fisicamente, limitando così complessivamente le perdite e il numero di morti provocati dagli scontri.

Le femmine inoltre possono davvero valutare il maschio più adatto a divenire padre, respingendo così i giovani, a secondo della colorazione dello scroto e della potenza dei versi: nessuna femmina infatti si accoppierebbe con un maschio ancora immaturo o incapace di proteggere i propri figli.

In generale questa specie forma piccoli gruppi di 50 individui e sono i maschi a trasferirsi di gruppo in gruppo quando hanno compiuto la maggiore età. Di solito i cercopitechi compiono il viaggio con qualche fratello così che che possano formare delle brevi alleanze iniziali. Non sempre infatti i maschi preesistenti di un nucleo accettano l'arrivo di potenziali nuovi competitori.  Le femmine invece rimangono per tutta la vita all'interno del gruppo familiare, controllato prevalentemente da una matriarca e da un maschio che assume il ruolo del leader, seppur non sia l'unico maschio attivo dal punto di vista riproduttivo.

Due piccola curiosità: la prima è inerente la storia dell'esplorazione dell'Africa meridionale. Quando gli europei giunsero all'interno delle foreste del Sud Africa e del Mozambico si lasciavano guidare dai canti dei maschi di cercopiteco verde, ritenendo che vivessero vicino agli alberi da frutto, utili per completare le spedizioni. Questa credenza risultò vera e permise agli esploratori europei di notare un comportamento che scioccò i naturalisti perbenisti inglesi ed olandesi. Le femmine di cercopiteco infatti, prima di accettare i maschi come loro potenziali compagni, spesso si assicurano che i testicoli dei loro pretendenti siano sufficientemente blu, avvicinandosi e manipolando i genitali maschili. Ciò indusse questi animali ad essere marchiati come "specie immorale" e difficilmente esportabili per fini di esposizione: si temeva che negli zoo europei potessero imbarazzare i visitatori con alcuni dei loro comportamenti.

Ciò però non salvò questa specie dal non essere braccata in loco per finalità alimentari, tanto che oggi giorno l'aerale dove vivono si è ridotto rispetto a quello di metà Ottocento e ci sono leggi che in alcune regioni ne vietano la vendita. Inoltre sul finire del Diciannovesimo secolo anche questa specie cominciò a riempire gli zoo di mezzo mondo, visto che la cultura scientifica aveva cominciato a diffondersi anche tra la massa e si dava modo di osservare i "capricci" delle scimmie selvatiche senza alcun ribrezzo.

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Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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