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12 Dicembre 2022
17:45

Schnauzer tinto di verde e rosso per somigliare al Grinch. L’esperta: «È stress gratuito»

È diventato famoso su Tik Tok un video che ritrae uno Schnauzer completamente tinto di verde e rosso per somigliare al Grinch. Questo caso è solo la punta dell'iceberg di un fenomeno chiamato artistic grooming che la nostra esperta Federica Pirrone definisce: «Stress gratuito per l'animale».

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«Ragazzi state amando Mr. Grinch! Non posso credere che siamo a 6.9 milioni di visualizzazioni e 646 mila mi piace finora!». Così scrive Ashley Spielmann, moglie del famoso golfista statunitense Matthew Spielmann, sul proprio account Instagram pubblicando le foto del proprio Schnauzer completamente tinto di verde e rosso per farlo somigliare al Grinch. Però il protagonista dell'omonima favola dello scrittore e fumettista statunitense Dr. Seuss, pseudonimo di Theodor Seuss Geisel, non c'entra nulla: quello perpetrato dalla statunitense è pura e semplice spettacolarizzazione della sofferenza di un animale.

I numeri dell'account TikTok della donna sono schizzati alle stelle e alcuni video fatti hanno ricevuto milioni di visualizzazioni. Nel materiale pubblicato sui suoi social racconta la triste e banale storia che l'ha portata a far patire allo Schnauzer proprio compagno di vita il supplizio: adora così tanto il Natale che non vedeva l'ora di omaggiare uno dei più noti personaggi della cultura pop degli ultimi tempi.

Le foto dell'animale sono eloquenti: lo sguardo basso e il capo inclinato in senso interrogativo. Non sembra un animale felice, proprio come conferma Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami, in un articolo dove parliamo di come questo fenomeno sia ben più ampio: «Che i cani si sentano amati in questa circostanza è una forzatura strumentale, un antropomorfismo ammiccante finalizzato solo ad aumentare il volume della clientela. Che i cani soffrano è evidente dalla loro espressione».

L'assurda moda dell'Artistic grooming

Uno Schnauzer tinto di verde sfortunatamente è soltanto la punta di un deprecabile iceberg chiamato "artistic grooming". Il fenomeno è nato negli Stati Uniti e nel 2009 è stata fondata per questo la National Association of Creative Groomer che punta ad offrire ai toelettatori la possibilità di istruirsi soprattutto nell’uso dei colori. Ma è stato soprattutto l’esplosione dei social, e dei video in particolare, a fare di questo fenomeno una vera e propria moda.

Come spesso accade in questi casi il benessere degli animali non è considerato e i soldi sono il motore che fa girare l'economia di questi toelettatori. Infatti, i prezzi per queste "opere d'arte" variano molto e la stessa formazione è a pagamento: ad esempio sulla pagina Instagram di The creative Groomer è possibile comprare dei tutorial on line che, a 70 dollari, ti spiega come mescolare i colori con le giuste proporzioni e come applicarli sulla pelliccia. Lo "starter app" dell’impresa viene fornito con l’acquisto di una scatola con colori e accessori a tema, fra cui non manca certamente quella natalizia che costa 60 dollari.

Lo scopo di questa toelettatura è quello di dare un nuovo look al cane il cui pelo viene tosato o accorciato e poi dipinto. Le possibilità sono infinite: con l'uso di colori non nocivi le combinazioni sono le più fantasiose e alla fine della lunga seduta il cane può essere una tigre o una giraffa, gli animali più imitati, oppure un personaggio dei cartoni o un "travestimento speciale” a seconda dei periodi dell’anno.

Sia l'associazione di Creative Groomer che i toelettatori che hanno reso lo Schnauzer come il Grinch tengono a correre ai ripari assicurando a tutti gli indignati del loro lavoro che si utilizzano solo prodotti atossici specifici per cani. Una giustificazione da molti non ritenuta sufficiente, tanto che sono arrivate alle autorità numerose denunce per maltrattamento degli animali in diversi casi famosi, proprio come quello di Ashley Spielmann.

I cani non apprezzano l'artistic grooming

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Proprio a proposito di benessere animale legato a questa pratica, Federica Pirrone spiega in modo chiaro e netto come la pratica danneggi l'animale in diversi modi: «La colorazione anomala certamente confonde i loro conspecifici che possono avere reazioni imprevedibili disorientandoli quando cercano di approcciarsi a loro. I cani percepiscono una stranezza alla quale spesso reagiscono con sospetto, arrivando anche a mostrare comportamenti aggressivi che il loro simile dipinto può non spiegarsi. Questo può alterare le relazioni e può, in casi estremi, creare conflitti o comunque stress gratuito».

Ad aggravare la situazione, poi, c'è il forte odore derivante dai prodotti utilizzati dagli "artisti" che, per quanto possano essere atossici, coprono comunque gli odori fondamentali per la comunicazione del cane. «Nel caso della pittura entra in gioco anche l'olfatto e dunque l'odore che emanano questi soggetti dipinti che non è assolutamente naturale – spiega ancora Federica Pirrone – Il cane sottoposto a questa pratica lo percepisce e non sono convinta che gli piaccia. In ogni caso lo percepiscono anche gli altri cani, il ché si inserisce nel discorso precedente, ossia l'alterazione delle dinamiche comunicative e relazionali».

Dunque, una pratica che non solo non tiene in considerazione il benessere del proprio compagno di vita, ma rema in direzione contraria. Come ogni moda nata sui social, però, gli utenti hanno la possibilità di fare la propria parte, modellando enormemente la quantità di visualizzazioni e attenzioni che ricevono i cani di questi personaggi. Infatti, nel bene e nel male la notorietà ricevuta da Ashley Spielmann ha fatto impennare le visualizzazioni del suo canale: in fondo che siano insulti o complimenti, la pubblicità è pur sempre pubblicità. Questo potrebbe essere un pericoloso sprone per chi non comprende realmente la sofferenza che prova il proprio pet mate e, trattandolo proprio come un oggetto, preferisce disporre di lui per farne quel che vuole.

Ciò che possiamo fare in questi casi, dunque, oltre a denunciare l'atto, è evitare di condividere, commentare, visualizzare e mettere mi piace. Solo togliendo attenzione al fenomeno è possibile far diminuire la sua importanza sui social, una piccola opera che, però, potrebbe significare un importante decremento dei guadagni di chi fa di questo maltrattamento il proprio lavoro.

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