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22 Gennaio 2024
10:54

Pedro, Willy, Chica e gli altri animali salvati dal Cras Stella del Nord

Il Centro recupero fauna selvatica “Stella del Nord” della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente chiude il 2023 con un bilancio lusinghiero: oltre 1.300 gli animali ricoverati, tutti sono stati curati e ora stanno bene.

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Un lavoro costante di soccorso e recupero senza distinzione di specie o di “pregio” naturalistico: è questo l’impegno quotidiano del Centro recupero fauna selvatica “Stella del Nord” di Calziocorte, in provincia di Lecco, che chiude il 2023 con un bilancio molto positivo: oltre 1.300 animali in difficoltà ricoverati e curati.

«Ogni creatura ha gli stessi diritti e il primo diritto è quello alla vita», dice l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Leidaa, la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente che gestisce il centro diventato in circa tre anni dalla sua apertura il punto di riferimento per gli animali di buona parte del territorio lombardo e non solo.

«Tra le centinaia di animali portati dalle forze dell’ordine e da cittadini di buon cuore abbiamo ricevuto 900 uccelli e oltre 350 mammiferi e proprio tra i mammiferi sono stati accolte decine di ungulati, caprioli, cervi, mufloni, daini, tantissime volpi, ghiri, scoiattoli grigi e rossi, tassi lepri e minilepri, testuggini e pipistrelli, tutti feriti e orfani. Tra gli uccelli, poi, si contano un centinaio di rapaci, dal gufo di palude al gufo reale, al falco pellegrino, ai gheppi, agli sparvieri. Molti di loro sono stati strappati ai bracconieri, altri sono rimasti feriti».

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Il Cras Stella del Nord è una struttura dotata di un’equipe veterinaria d’eccellenza e dà accoglienza a qualsiasi animale abbia bisogno: tante sono state le storie che hanno visto i volontari impegnati giorno e notte per offrire cure a chi si è trovato difficoltà: c’è quella di Pedro, un volpacchiotto di tre mesi investito da un’auto che gli aveva fratturato entrambe le tibie e che dopo un intervento ortopedico e dopo una lunga fisioterapia e riabilitazione, è finalmente tornato in forma e ora è in attesa della primavera quando potrà tornare libero.

Ma c’è anche il cigno di un mese ritrovato con un amo conficcato all’interno della gola e che sarebbe morto soffocato senza il rapido intervento del Cras: troppo piccolo per essere liberato aspetterà la primavera per nuotare nelle acque del Lago di Como. Poi c’è il capriolino John, investito di notte per il quale è stato necessario un delicato intervento di ricostruzione della mandibola e un complicato periodo post operatorio per rimetterlo in forma e oggi è libero nei boschi del Cras, pronto per tornare in natura. Ancora c’è Willy, un maschio di muflone che ha purtroppo perso una zampetta perché intrappolata nei lacci dei bracconieri, ma che comunque ora vive felice nei boschi del Centro insieme a Chica, un’altra muflona cui sono stati ricostruiti due arti in seguito a un grave trauma subito.

E i volontari non dimenticano nemmeno il soccorso dei tre fratellini gheppi che hanno avuto bisogno di una balia gheppio che ha insegnato loro a procurarsi il cibo e difendersi dai pericoli e che una volta che hanno raggiunto l’età per essere liberati hanno volato insieme nei cieli. Purtroppo c’è anche chi per la cattiveria umana non riuscirà più tornare in libertà: Tiffany è una meravigliosa volpina arrivata con un solo giorno di vita e gli occhi ancora chiusi che oggi è diventata grande, ma la sofferenza le ha provocato un’epilessia molto forte e per questo non potrà tornare libera, ma vivrà per sempre all’interno del Centro.

«Aiutare tutti questi animali a tornare liberi nei boschi o nei cieli, così come veder diventare grandi i cuccioli di ghiri, scoiattoli, ricci così come uccelli e rapaci è ciò che ci ricompensa del lavoro che che facciamo – dice ancora Brambilla – Ogni giorno ci battiamo per tutelare questi esseri, ma ci battiamo anche per diffondere una sempre maggiore cultura di amore e rispetto nei confronti degli animali dei boschi, del cielo e dei laghi. Le persone sono abituate a dividere gli animali in serie A e B, ma così non è: ogni animale deve avere gli stessi diritti e tutelare questo grande patrimonio di biodiversità è indispensabile, anche nell’interesse delle nuove generazioni».

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Simona Sirianni
Giornalista
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