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2 Marzo 2023
13:55

Il CRAS a Cascina Stella non s’ha da fare. Il sindaco Papa: «Non accetto un no come risposta»

Il sindaco di San Bassano Giuseppe Papa non mollerà il colpo, ma lotterà per riportare il centro di recupero per animali selvatici alla Cascina Stella, quasi completamente riconvertita a solo spazio d’accesso all’oasi naturale rimasta.

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«Io non mi fermo di certo di fronte agli ostacoli, soprattutto quando sono convinto della battaglia che porto avanti. E su quella di un CRAS sul nostro territorio sono certo sia una vera e propria necessità. Mi confronterò con la politica sul tema, a tutti i livelli».

Il sindaco di San Bassano, comune in provincia di Cremona, Giuseppe Papa lotterà per riportare gli animali selvatici alla Cascina Stella quasi completamente riconvertita da centro di recupero per la fauna a solo spazio d’accesso all’oasi naturale.

Ma l’idea di Papa e del collega di Castelleone Pietro Fiori non è vista di buon occhio dalla Provincia che invece è convinta che ripristinare il pronto soccorso degli animali selvatici significherebbe spendere centinaia di migliaia di euro che evidentemente nelle casse non ci sono, visto che servirebbe creare un ambulatorio veterinario attrezzato, uno spazio per il parco, mezzi di soccorso e molto altro ancora.

«Il CRAS è stato attivo fino al 2012 dopodiché, onestamente, non so cosa sia successo, ma c’è stato un cambio di rotta da parte dell’amministrazione ed è sparito tutto – spiega a Kodami il sindaco Papa –  La struttura è stata dismessa, tutti gli animali sono stati trasferiti in altri luoghi e le attrezzature donate a enti terzi. Non c’è più niente, adesso c’è solo una famiglia che fa da custode a ciò che è rimasto, ovvero la parte ambientale di flora, perché di fauna c’è solo quella libera».

Papa allora non era sindaco, ma aveva aiutato a creare la struttura come volontario delle Guardie Civili della cittadina. «Sì, è così, dopodiché non essendo sindaco, mi ero poi dedicato a fare altro, senza più interessarmi alla cascina. Ma con quasi 500 recuperi di selvatici l’anno nel territorio cremonese, che non si sanno dove portare se non a chilometri di distanza, il tema di un CRAS torna ad essere di grande attualità e si capisce quanto ce ne sia necessità qui in zona».

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Ma attualmente non sembra ci sia alcuna possibilità di fare qualcosa. Nel frattempo i cittadini al momento, essendo Papa diventato anche sindaco, lo hanno preso come elemento di riferimento per la comunicazione: «Mi chiamano per sapere cosa fare. Anche perché a complicare in un certo senso le cose,  adesso c’è anche una legge regionale che dice che il cittadino privato non può più prendere l’animale selvatico ferito o meno, ma deve allertare e attendere la Polizia provinciale o gli altri enti preposti, tra i quali non appaiono i volontari di un possibile CRAS a patto che non siano Guardie ecologiche. Davanti a tutto questo io, però non so più come muovermi».

Per questo Papa ha chiesto aiuto alla Provincia per sapere se si poteva riattivare la struttura che c’era. Ma il quadro non è di facile risoluzione e la strada non sembra affatto in discesa: «Avevo già avuto il parere del presidente del Parco regionale del Serio, che mi avrebbe dato un aiuto sia dal punto di vista economico sia in forma di volontari».

L’idea per iniziare era quella di realizzare una struttura di primissimo soccorso, cioè giusto da far arrivare lì gli animali prima di smistarli in centri di recupero più adatti. «Basti pensare che il più vicino che abbiamo è a Curtatone, in provincia di Mantova, in Emilia Romagna. E, infatti, io continuo a impegnare le guardie provinciali che li prendono e li portano fin là, nonostante la competenza della fauna sia regionale e non più provinciale».

Detto questo il primo cittadino di sicuro non molla: «Quando prendo in mano una cosa io la porto avanti. E continuerò a battermi per avere una struttura dove creare il centro di recupero animali che serve. La richiesta sulla Cascina Stella è stata fatta perché in pratica era già pronta: i sindaci dei comuni limitrofi avevano già messo a disposizione dei volontari in loco pronti a turnare anche di notte, c'erano già i veterinari e i mezzi per trasferire gli animali nelle strutture più idonee. Insomma c’era già un sistema e una squadra già pronta. È chiaro che non abbandoneremo gli animali selvatici che hanno bisogno di aiuto. Ma non è corretto non risolvere la situazione, lasciando solo il cittadino o il Comune a decidere se continuare a salvare e sfamare gli animali che ne hanno bisogno con il timore di prendersi una denuncia per appropriazione indebita di un bene forestale o lasciarli invece morire».

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Simona Sirianni
Giornalista
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