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22 Settembre 2021
14:43

Napoli, rinviata l’udienza per il processo al poliziotto che sparò e uccise il pitbull Rocky

È stata rinviata a fine ottobre l'udienza per il processo all'agente di Polizia che nel 2019 sparò e uccise il pitbull Rocky a Napoli durante un arresto. I legali della Lega Nazionale per la Difesa del Cane hanno citato come responsabile civile il Ministero dell'Interno, che ha risposto inviato una memoria per chiarire la propria posizione.

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Nella mattinata di ieri, 21 settembre, c'è stata un'udienza interlocutoria nel processo che vede imputato l'agente di Polizia che uccise il Pitbull Rocky durante l'arresto del suo umano di riferimento a Napoli. I fatti risalgono al 12 luglio 2019, quando l'agente aprì per due volte il fuoco sul cane, prima ferendolo e poi uccidendolo.

L'intera scena fu ripresa in un video che fece immediatamente il giro del web, provocando forti polemiche e portando all'apertura di un fascicolo. Secondo la Polizia fu aggressione e quindi legittima difesa, ma l'archiviazione del caso fu evitata per l'opposizione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che si è costituita parte civile. Secondo i legali dell'associazione al momento del secondo colpo, come si vede dalle immagini, Rocky era già evidentemente ferito e dall'andatura zoppicante, non c'era quindi nessuna necessità di sparare nuovamente.

L'udienza di ieri è stata ulteriormente rinviata, ha spiegato a Kodami Michele Pezone, avvocato e coordinatore legale della LNDC che sta seguendo il processo: «C'è stato un ulteriore rinvio a fine ottobre e ancora non si è entrati nel merito del dibattimento. Questo perché abbiamo chiamato in causa come responsabile civile il Ministero dell'interno, che dovrà rispondere del danno causato dall'agente di Polizia. Non capita quasi mai che si citi un responsabile civile per casi del genere e il Ministero ha risposto inviando una memoria. Ora bisognerà esaminare i documenti inviati dall'Avvocatura di Stato, per questo c'è stato un ulteriore rinvio».

La posizione della difesa continua a essere sempre la stessa: l'agente avrebbe agito legittimamente nell'esercizio delle sue funzioni, difendendo un collega dall'aggressione da parte del cane. «Il processo è ancora tutto da istruire, ovviamente, ma siamo convinti di poter sostenere la nostra tesi, già avallata dal GIP – spiega Pezone – A nostro avviso il cane era già ferito e immobilizzato dopo il primo colpo. Noi sosteniamo che non era necessario sparare il secondo colpo».

La morte di Rocky per mano di un agente di Polizia non è però un caso isolato ed è anche per questo che l'attenzione intorno alla vicenda è molto alta: «Personalmente sto seguendo un altro caso molto simile, avvenuto nel 2019 all'isola del Giglio – racconta Michele Pezone – lì fu però un Carabiniere a sparare e a uccidere un cane in spiaggia. Anche per quel caso fu chiesta l'archiviazione da parte del PM ma abbiamo ottenuto anche lì un provvedimento del GIP, che ha ritenuto non ci fossero gli estremi».

Il ruolo principale delle Forze dell'ordine è quello di garantire la sicurezza di tutti, anche degli altri animali, tuttavia si tende troppo spesso a minimizzare o addirittura a giustificare abusi ed eccessi illegittimi. Sarà ovviamente la magistratura ad accertare eventuali colpe da parte degli agenti coinvolti, ma è però fondamentale continuare a tenere alta l'attenzione e vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda.

Kodami ha scelto di non pubblicare le immagini dell'accaduto perché nulla aggiungono rispetto a quanto scritto e per non mostrare atti di violenza e sopruso nei confronti di qualsiasi essere vivente.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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