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20 Maggio 2023
14:00

Musofobia, la paura di topi e altri roditori: cause e come combatterla

I topi sono animali verso i quali è piuttosto comune provare disgusto ma, nonostante ciò, soltanto alcuni sviluppano la fobia vera e propria. Vediamo insieme quali sono i sintomi della musofobia, le cause e gli eventuali trattamenti terapeutici.

A cura della Dott.ssa Giorgia Inferrera
Dottoressa in Scienze e tecniche psicologiche
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La musofobia, conosciuta anche come muridofobia, murofobia o surifobia, è la paura persistente, ingiustificata e irrazionale per i topi e più in generale per tutti i roditori. Si tratta di un vero e proprio disturbo, la fobia specifica, che ritroviamo nel DSM-5 ("Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali") nella sezione relativa ai disturbi d’ansia.

Anche se molti possono non amare questi animali o provare disgusto in loro presenza, soltanto alcuni sviluppano la vera e propria fobia. Non si tratta, infatti, di un lieve e transitorio timore in relazione ai topi ma di un’ansia intensa, che in alcuni casi può anche sfociare in un attacco di panico.

Sintomi della musofobia

Anche se la risposta fisiologica allo stimolo fobico, ovvero l’oggetto o la situazione temuta, è variabile, spesso i soggetti affetti da musofobia sperimentano un’attivazione del sistema nervoso simpatico nel momento in cui si trovano in presenza di roditori. Si potrebbero avere, per questo motivo, alcuni sintomi fisici come accelerazione della frequenza cardiaca e respiratoria, tensione muscolare e sudorazione.

I soggetti affetti da musofobia tipicamente mettono in atto condotte di evitamento, al fine di rimanere il più possibile lontano dagli animali e tale comportamento potrebbe non limitarsi soltanto alla presenza fisica reale dei soggetti ma estendersi anche alle immagini che li raffigurano e al mondo digitale.

Principali cause della paura dei topi

Anche se le motivazioni relative allo sviluppo di una particolare fobia variano da un individuo all’altro, ci sono alcune cause che, più probabilmente di altre, concorrono all’emergere del disturbo. Prima di tutto, bisogna prendere in considerazione gli eventi traumatici vissuti in relazione ai topi. Tali episodi non devono necessariamente aver coinvolto il soggetto in prima persona, ma basta anche essere stato semplice spettatore mentre qualcun altro viveva una situazione spiacevole in relazione a tale animale. Questo elemento potrebbe risultare particolarmente significativo se si tratta di una persona conosciuta, come un amico o un parente.

La musofobia potrebbe sorgere anche dopo aver visto le reazioni fobiche di altri individui. Capita spesso, infatti, di interiorizzare abitudini e comportamenti che si osservano in altre persone, specialmente se significative, come amici o parenti. Tale meccanismo potrebbe interessare in particolar modo i bambini che, in cerca di coordinate utili a decifrare la complessità del mondo, prendono a modello le persone adulte per poi imitarle. Tra le cause del disturbo, non bisogna trascurare il ruolo della trasmissione delle informazioni: i topi, nell’immaginario collettivo, sono spesso considerati come animali sporchi, portatori di malattie o, ancora, cavie da laboratorio. Le informazioni, vere o meno, apprese in relazione a tale animale potrebbero favorire l’emergere della fobia.

Terapia

I motivi per i quali si decide di intraprendere un percorso terapeutico al fine di affrontare la propria fobia sono vari. In alcuni casi ci si rivolge ad uno psicoterapeuta poiché tale disturbo è diventato piuttosto invalidante al punto di non riuscire più a compiere semplici azioni di vita quotidiana. Basti pensare a chi ha necessità, ad esempio per motivi di lavoro, di entrare in contatto con i topi. Oppure, ad un certo punto si potrebbe avvertire il desiderio di conoscere un po’ meglio se stessi, al fine di comprendere meglio le cause del proprio disturbo e come quest’ultimo si intreccia con il proprio percorso di vita personale.

Insieme allo psicoterapeuta, quindi, si potrà entrare in contatto con quella parte di noi alla quale generalmente non abbiamo accesso, ovvero l'inconscio. Starà poi all’esperto scegliere le tecniche e le metodologie più adatte a seconda del caso, ma anche in base alla sua specifica formazione. Ad ogni modo, al di là delle singole metodologie che possono essere utilizzate, rimane fondamentale, al fine di instaurare una relazione terapeutica significativa, la fiducia che si nutre nei confronti del terapeuta e il grado di sintonia che si sente di avere con quest’ultimo.

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Giorgia Inferrera
Psicologa
Laureata in Psicologia e appassionata fin da piccola di tutto ciò che riguarda il regno animale. Attraverso Kodami ho l'opportunità di scrivere sul modo in cui questi due universi dialogano.
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