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28 Novembre 2023
18:32

Multata per aver dato da mangiare a una poiana: cosa ci insegna questa storia che arriva dalla Svizzera

Una donna di 76 anni in Svizzera è stata multata per aver dato da mangiare per anni a una poiana trovata in difficoltà. Questa storia, ci offre uno spunto per una riflessione più ampia sul rapporto che abbiamo con i selvatici e che va oltre le leggi (giustissime) che vietano questi comportamenti rischiosi.

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Una donna di 76 anni in Svizzera è stata recentemente multata per aver dato da mangiare per anni a una poiana a cui aveva dato il nome di Mäusi. È successo a Hinwil, un comune di circa 11.000 abitanti del Canton Zurigo, in seguito alla denuncia di un vicino, e come ha raccontato il quotidiano ZüriOst la donna dovrà ora pagare una multa di 500 franchi (circa 518 euro) ai quali si aggiungono altri 250 (circa 218 euro) per aver presentato ricorso.

La 76enne ha raccontato di aver trovato Mäusi in pessime condizioni di salute circa tre anni fa, prendendosene poi cura, salvandola e dandole da mangiare fino a quanto non si è poi completamente ristabilita. Da quel momento, però, per lei quel rapace non era più un uccello selvatico, ma un animale domestico che viveva libero. Dall'inizio dell'anno, tuttavia, una nuova legge sulla caccia introdotta nel Canton Zurigo vieta espressamente di dare da mangiare alla fauna selvatica, poiana compresa.

L'anziana donna non ha preso bene l'introduzione di questa nuova legge, che però introduce un divieto più che comprensibile, perché come raccontiamo sempre su Kodami dar da mangiare agli animali selvatici è quasi sempre sbagliato, anche se talvolta può sembrare un gesto caritatevole o un tentativo di aiutare un animale in difficoltà, spesso proprio a causa di noi umani. Possiamo però utilizzare questa storia come spunto per una riflessione un po' più ampia sul rapporto che oggi abbiamo con i selvatici.

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Il problema principale – infatti – non deve essere reprimere l'innata zoofilia e l'amore verso gli animali, ma occorre educare le persone e indirizzare questi sentimenti verso comportamenti e interazioni più consapevoli e meno rischiosi per tutti. Imporre semplicemente divieti e multe (giustissime) di certo non aiuterà da solo a ridurre comportamenti errati, ma soprattutto non favorisce un'educazione alla natura più rispettosa degli animali selvatici, come invece si tenta di fare.

Bisogna infatti educare le persone al rispetto della fauna selvatica, aiutandole a maturare una maggiore consapevolezza sui rischi di questo gesto che le persone fanno quasi sempre spinti dai più nobili dei sentimenti e promuovendo soprattutto i giusti comportamenti da tenere. Anche in caso di incontri con animali feriti o in difficoltà – come in questo caso – multe e divieti di certo non aiutano le persone a capire meglio cosa fare (ovvero contattare un Centro di Recupero per Animali Selvatici), che quindi agiscono di propria iniziativa senza alcuna guida o supporto.

Per questo bisognerebbe investire molto più – in particolare qui in Italia – in campagne di sensibilizzazione e divulgazione sul giusto approccio da tenere di fronte a un animale selvatico, che sia un lupo, un orso, un rapace o anche una piccola lucertola o un insetto incontrato al parco. Raccogliere, accarezzare o dar da mangiare agli animali selvatici può infatti renderli più confidenti nei nostri confronti, ma non li rende di certo domestici. E gli animali selvatici non dovrebbero mai abituarsi all'uomo, perché così aumenta il rischio di incidenti per loro e per noi.

Anche in caso di ritrovamento di animali feriti, inoltre, questi dovrebbero essere affidati il prima possibile a una struttura specializzata, poiché senza l'esperienza e le competenze necessarie si rischia solamente di peggiorare la situazione. Se però tutto questo le persone non lo sanno, come accaduto all'anziana signora in Svizzera e alla "sua" poiana, imporre semplicemente divieti e multe porta solo a ottenere l'effetto contrario a quello desiderato, ovvero dare l'impressione di non voler in alcun modo aiutare gli animali, ostacolando persino chi invece tenta di farlo.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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