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Avrebbe continuato a trovare famiglie per i suoi amici cani abbandonati Paul O'Grady, il popolare conduttore televisivo e icona lgbtq+ inglese, se il destino non lo avesse tristemente portato via all'età di 67 anni, lasciando la tv inglese in lutto e un grande vuoto nello staff del rifugio per animali Battersea Dogs & Cats Home.
«Ci uniamo alla nazione per la perdita del nostro amato ambasciatore – scrivono sui social operatori e volontari – Colui che ha contribuito a far conoscere Battersea a milioni di persone in tutto il mondo attraverso la famosissima serie “Paul O'Grady: For the love of dogs”.
E ancora: «Per molti Paul O'Grady è stato il leggendario presentatore televisivo e radiofonico, per altri il comico che ha illuminato gli schermi con il suo umorismo tagliente e la sua generosità. Battersea, invece, ricorderà per sempre Paul come un devoto amante degli animali con un cuore grande, che si innamorava perdutamente di ogni cane che incontrava nei nostri centri e avrebbe fatto qualsiasi cosa per garantire a tutti loro una vita sana e felice. Paul sarà sempre legato a Battersea e siamo davvero addolorati per aver perso un amico così vero».
La stretta collaborazione di O'Grady con Battersea era iniziata quando il comico aveva iniziato a girare la pluripremiata serie, nominata anche ai Bafta “Paul O'Grady: For the Love of Dogs”, definita dal conduttore durante il lancio della prima stagione nel 2012 «una delle cose più belle che abbia mai avuto l’occasione di fare».
Si tratta di una serie di documentari, arrivata all'undicesima stagione, sulla realtà animale britannica ambientata appunto nel rifugio Battersea Dogs & Cats Home. Nelle varie puntate O’Grady racconta le storie dei cani ospitati nel rifugio che arrivano lì o perché randagi o perché i loro pet mate non possono più prendersi cura di loro, seguendone poi i progressi all’interno della struttura.
«Battersea è un luogo magico. È un posto talmente arricchente che è impossibile non tornarci – raccontava – E infatti, ci torno sempre perché ormai il mio scopo è diventato quello di dare una casa a tutti questi cani. Mi piacerebbe vedere, alla fine della giornata, questo posto vuoto».
Ma l’impegno dell’intrattenitore non terminava mica alla fine delle puntate, ma proseguiva anche a telecamere spente, tanto da essersi meritato la nomina di ambasciatore del rifugio.
«Durante le riprese della serie Paul ha incontrato centinaia, se non migliaia di cani, ma non ha mai perso quell'entusiasmo contagioso nel conoscerli tutti individualmente – ha raccontato Ali Taylor dello staff di Battersea – La sua passione per loro traspariva in ogni momento e penso che sia ciò che ha reso la serie così popolare in tutto il mondo. Gli spettatori hanno potuto vedere quanto sinceramente si è affezionato a ogni singolo cane».
Ed è stato proprio durante le riprese della prima serie che O’ Grady si è innamorato di Eddie, un cucciolo di un incrocio tra un Chihuahua e un Jack Russell che nella fattoria nel Kent dove O’Grady viveva sarebbe comunque rimasto solo per poco.
Successivamente, infatti, fu raggiunto dal Maltese Conchita, dai meticci Arfur e Nancy, da Sausage un Bassotto a pelo duro e naturalmente da Buster.
Ma non solo, perché la vita trascorsa in quella casa dal conduttore era stata condivisa nel corso degli anni «con alcuni maiali, una mucca pazza, vari barbagianni salvati, le oche più sadiche del mondo, Christine la pecora psicotica e molti altri animali vagabondi e randagi», come scrive lui stesso nel libro “Paul O'Grady's Country Life: Heart-warming and hilarious tales from Paul”, un resoconto completo della vita di campagna, il più lontano possibile dalle luci brillanti della celebrità, di cui fanno parte ovviamente anche le storie di tutti i cani della sua vita.
Adesso O'Grady non c'è più ma tutti i suoi animali continueranno ad essere amati e ben curati dalla sua famiglia e dai suoi amici.