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24 Novembre 2023
17:39

Maxi operazione anti bracconaggio sulle Prealpi Lombardo-Venete: 123 denunciati e oltre 3.500 uccelli sequestrati

Il blitz, denominato “Pettirosso”, è stato coordinato dai Carabinieri Cites: sono stati sequestrati 1.338 dispositivi di cattura illegale, 75 fucili e 4.055 munizioni, oltre la metà delle quali a disposizione di una sola persona.

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tordo sassello
Tordo sassello, specie usata per richiami vivi

L'autunno è una stagione che gli appassionati di bird watching e ornitologia conoscono molto bene. È infatti il periodo delle grandi migrazioni, quello in cui numerose specie di uccelli prendono il volo verso destinazioni alternative in cui trascorrere l'inverno, ed è per questo che è particolarmente monitorato dalle forze dell'ordine. La mobilitazione dei migratori, purtroppo, ogni anno attira bracconieri che puntano le doppiette al cielo decisi ad abbattere quanti più uccelli possibile, e l'operazione portata recentemente a termine dai Carabinieri Forestali ne è la dimostrazione.

Il blitz, denominato “Pettirosso”, è stato coordinato dal Reparto Operativo Soarda (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali) del raggruppamento Carabinieri Cites in sinergia con i gruppi Carabinieri Forestali di Brescia, Bergamo, Mantova, Vicenza, Verona e Padova e il supporto di un’unità cinofila addestrata alla ricerca di armi, munizioni, strumenti di cattura, richiami acustici, fauna selvatica. Le Prealpi lombardo-venete costituiscono un "black spot" sul fronte del bracconaggio, scenario dell’ancestrale passo migratorio dei piccoli passeriformi, che si spostano dalle aree di nidificazione dell’Europa settentrionale verso quelle di “svernamento” del bacino del Mediterraneo e del continente africano. Una concentrazione imponente di uccelli, come detto, che costituisce un’inestimabile ricchezza in termini di biodiversità ma che li mette in serio pericolo.

Tordo
Un tordo bottaccio

Stremati dalle lunghe distanze percorse i migratori sono particolarmente vulnerabili, in particolare sui valichi montani che costituiscono un “collo di bottiglia” per la migrazione, ed è qui che i bracconieri si appostano, pronti a sparare. Il bracconaggio in queste zone è purtroppo una pratica molto radicata, che nasce da tradizioni ormai vetuste legate ai periodi carestie, guerre e situazioni di estrema povertà, e che ancora oggi è purtroppo molto diffuso. L’avifauna è molto ricercata dai ristoranti locali perché ingrediente indispensabile per piatti tipici come la famosa “polenta e osei” e “lo spiedo”, ed è frequente anche il consumo casalingo. La seconda ragione è sia commerciale che amatoriale: si ha immissione sul mercato di esemplari catturati in natura e inanellati abusivamente con modalità spesso cruente per essere poi destinati principalmente all’uso come richiami vivi, ma talvolta anche a voliere con finalità riproduttive od ornamentali.

È per questo che i Carabinieri Forestali in questo periodo aumentano gli sforzi, così da tutelare le specie di uccelli che solcando i cieli regalano spettacoli meravigliosi, parti fondamentali del patrimonio ambientale, come tordi, cesene, pettirossi, peppole. I militari hanno quindi passato al setaccio il territorio nelle provincie lombardo-venete interessate, e l’attività ha portato alla denuncia di 123 persone per reati contro l’avifauna selvatica, due arresti per detenzione di arma clandestina e sostanze stupefacenti e al sequestro di 3.564 uccelli, di cui 1.433 esemplari vivi (affidati ai centri di recupero animali selvatici Il Pettirosso di Modena e all'Oasi Wwf Valpredina di Bergamo) e 2.131 esemplari ormai purtroppo morti, tra cui numerose specie non cacciabili e specie particolarmente protette, tutti catturati o abbattuti in modo illecito. Sono stati, inoltre, sequestrati 1.338 dispositivi di cattura illegale, 75 fucili e 4.055 munizioni, oltre la metà delle quali a disposizione di una sola persona.

Immagine
Un pettirosso in canto

I reati principali accertati sono furto aggravato di fauna selvatica (bene indisponibile dello Stato), ricettazione, contraffazione di pubblici sigilli, uso abusivo di sigilli destinati a pubblica autenticazione, maltrattamento e uccisione di animali, detenzione non consentita di specie protette e particolarmente protette, uccellagione, esercizio della caccia con mezzi vietati, porto abusivo di armi e munizioni, detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tra gli strumenti illegali utilizzati dai bracconieri sono stati trovati e sequestrati richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, le reti da uccellagione, le gabbie-trappola o, nei casi peggiori, archetti e trappole metalliche in grado di imprimere gravi sofferenze alla fauna lasciata viva e agonizzante per ore. Il sequestro di queste “trappole di morte” evidenzia la gravità del fenomeno, sottolineano i Forestali, in quanto il prelievo massivo e non selettivo implica un’alterazione delle relazioni esistenti tra le specie viventi e i loro habitat causata dall’attività antropica illecita, rappresentando un pericolo per l’equilibrio dell’ecosistema e il conseguente danno al patrimonio ambientale.

«I molteplici controlli hanno evidenziato come le Prealpi Lombardo-Venete continuino ad essere un’area fortemente interessata dal fenomeno del bracconaggio, confermandosi il più impegnativo tra i black-spot individuati dal “Piano d’Azione Nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”, nonostante il virtuosismo di numerosi cacciatori rispettosi delle normative vigenti – concludono i Forestali, che per portare a termine l'operazione hanno collaborato con i volontari di Cabs, Lipu, Legambiente, Wwf, Lac, Nogez e Fare Ambiente, dei cittadini e dei cacciatori – Il rinnovato impegno da parte delle istituzioni, della società civile e di tutti coloro che a vario titolo si impegnano per la tutela ambientale fa sperare “di ristabilire un equilibrio eco-sostenibile altrimenti compromesso».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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