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23 Settembre 2023
14:00

Maiali uccisi nel Rifugio Cuori Liberi: anche Joaquin Phoenix condanna la mattanza

La vicenda dei maiali abbattuti al Rifugio Cuori Liberi di Pavia è stato duramente condannato anche dall'attore Joaquin Phoenix grande amico degli animali e sempre in campo per la loro tutela, che lo ha definito un atto disumano che non può restare sotto silenzio.

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Si è chiusa nel peggiore dei modi, e cioè nel segno della morte e della violenza, la vicenda al Rifugio Cuori Liberi di Zinasco, in provincia di Pavia, all’interno del quale erano stati trovati due maiali deceduti a causa del virus di peste suina africana. Gli animali sono stati abbattuti tutti, sani e malati.

Un’esecuzione in pieno stile e una bruttissima pagina di storia, sia per quel che riguarda il benessere animale, sia per quel che riguarda i diritti degli umani, ovvero degli attivisti in presidio da giorni nella struttura per cercare di fermare questa uccisione di massa, calpestati con brutalità da agenti in divisa antisommossa. Un fatto davvero vergognoso, davanti al quale si è alzata, insieme alle tante altre, la voce di Joaquin Phoenix, grande amico degli animali e sempre in campo per la loro tutela.

«Quello che è successo oggi a Cuori Liberi è vergognoso e terrificante. Tutti i maiali del santuario italiano sono stati uccisi dallo stato e dalle autorità, i veterinari che dovrebbero salvare vite li hanno portati via senza compassione. È un giorno di lutto e tristezza, questo atto disumano non deve rimanere in silenzio, condividete! Il mio pieno sostegno a tutti coloro che per due settimane hanno difeso la vita e la libertà. Siamo con tutti voi!»

Una condanna senza se e senza ma da parte dell’attore premio Oscar, che già nel passato ha mostrato la sua estrema sensibilità per la causa animale, soprattutto per quel che riguarda gli animali d’allevamento. Lui stesso è diventato regista di un corto, “Indigo”, nel quale racconta l’esperienza scioccante di un salvataggio di una mucca e del suo vitellino da un macello di Los Angeles a cui aveva preso parte. Un docufilm dove il terrore di queste due povere bestie è costantemente in primo piano e davanti al quale le frasi «sono solo animali, l’uomo li mangia da sempre» non solo perdono di valore, ma paiono proprio totalmente inadeguate.

Crosta, Freedom, Crusca, Pumba, Dorothy, Mercoledì, Bartolomeo, Ursula, Carolina e Spino sono i nomi dei maiali uccisi dentro al Rifugio Cuori Liberi, un santuario dove regnava la serenità profanato da urla, manganelli, scudi, caschi, botte e cadaveri di animali distesi senza vita sul terreno. Per lo Stato, ripetono gli attivisti, «erano solo maiali» ma per i volontari del rifugio erano parte della loro famiglia, una famiglia sterminata davanti alla loro impotenza per difenderli.

«L'abbattimento degli individui sani nel Rifugio» come ha spiegato proprio su Kodami Sara D'Angelo, coordinatrice della Rete dei Santuari di Animali Liberi «è volto a salvaguardare gli interessi economici di chi li commercializza, non per evitare i contagi». Le misure messe in atto per contenere la peste suina africana, infatti, prevedono che in un allevamento dove vengono scoperti animali malati, vengano uccisi tutti non solo quelli infettati. Questa regola, però, è fortemente contestata dai volontari si occupano di salvare proprio gli individui sfruttati dall'industria agroalimentare. Ed è anche considerata inaccettabile, soprattutto perché la peste suina africana non è una zoonosi e non è quindi trasmissibile all'essere umano.

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Simona Sirianni
Giornalista
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