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7 Febbraio 2022
18:15

Lotta tra cammelli in Turchia, gli animalisti: «Fermiamo questa vergogna per l’umanità»

Scendono in campo gli animalisti turchi dell’Animal Rights Federation per protestare contro il tradizionale Camel Wrestling Festival, campionato di lotta tra cammelli che da 40 anni si svolge a Selçuk.

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Spingere gli animali a combattere e vedere la gente che davanti a questo spettacolo si diverte o ne trae un profitto economico non è solo una grande vergogna per l’umanità ma è anche un grande crimine.

Scendono in campo gli animalisti turchi dell’Animal Rights Federation per protestare contro il tradizionale Camel Wrestling Festival, campionato di lotta tra cammelli che da 40 anni si svolge a Selçuk, nella provincia di Smirne, nella Turchia occidentale e che richiama ogni anno un pubblico di circa 20mila persone.

La manifestazione, però, dalla gente locale non è vista come qualcosa contro gli animali ma è considerata come uno sport caratteristico in cui sul campo si ritrovano due cammelli maschi di specie Tulu, nati dall’accoppiamento tra un cammello della Battriana chiamato Buhur e un dromedario femmina chiamato You, che lottano per la conquista di una femmina. I combattimenti di solito durano alcuni minuti fino a quando il più forte sconfigge il più debole o fino a quando quest'ultimo urla o semplicemente scappa tra la folla.

I promotori del Festival difendono questa antica tradizione sostenendo che la lotta scaturisca dagli istinti naturali degli animali e poi che non sia assolutamente vero che possano farsi male o ferirsi «visto che per regolamento a seguire il combattimento c’è sempre uno staff di operatori pronti a separare i cammelli se gli scontri diventano troppo intensi».

Lotta tra cammelli, un'antica tradizione fortunatamente in declino

Le lotte tra cammelli sono cominciate nel Diciannovesimo secolo nella provincia di Aydin, nell'Egeo per poi diffondersi in diverse regioni del Paese. Attraggono migliaia di spettatori da tutta la Turchia e sono uno spaccato della cultura tradizionale del paese e proprio per questo non si esauriscono nell’evento, ma vengono preceduti da una cerimonia molto curata.

I poveri cammelli vengono decorati e addobbati a festa e sfilano, accompagnati da musicisti, per le strade di Selçuk, gareggiando in un vero e proprio concorso di bellezza. Il cammello meglio addobbato vince quindi un campanaccio d'oro, da esibire il giorno dopo nell'arena.

I combattimenti sono organizzati a seconda del peso degli animali. Prima della lotta viene presentata ai due contendenti la femmina per farli eccitare, in modo che poi combattano per conquistarla. Sul "campo" i cammelli vengono seguiti sia dai loro proprietari, sia dagli addetti pronti a intervenire qualora i due animali si ferissero. Il proprietario del cammello non è obbligato a restare fino alla fine, ma se teme per la salute della sua bestia, può ritirarsi in qualsiasi momento.

Questa tradizione nata migliaia di anni fa, sembra adesso essere leggermente in declino, sia per una nuova sensibilità animalista da parte di sempre più persone che si interessano al benessere animale, sia perché è una tradizione che possono permettersi soltanto i ricchi. Infatti, nutrire e addestrare cammelli esclusivamente per le competizioni di lotta è economicamente molto dispendioso. Motivo per cui,  il fenomeno che era diffuso in tutta la regione anatolica della Turchia, oggi è principalmente limitato alle coste dell'Egeo e del Mediterraneo.  Tuttavia, la tradizione secolare resiste in una serie di campionati, tra cui appunto la Camel Wrestling League.

Purtroppo per il cammello, questi festival turchi non sono le uniche iniziative a vederlo protagonista. Per esempio a Ryad in Arabia Saudita si tiene annualmente il concorso di bellezza King Abdulaziz Camel Festival in cui viene messo in palio un montepremi finale di circa 66 milioni di dollari per vincere il quale i proprietari sono disposti a tutto. Anche a ricorrere alla chirurgia estetica per rendere più attraenti gli animali: quindi sottoponendoli a lifting facciali, oppure iniettando Botox nelle labbra, nel naso e nelle mascelle per tirare la pelle. La follia degli umani raggiunge apici ineguagliabili.

I cammelli selvatici non esistono quasi più

I cammelli oggi sono quasi tutti animali domestici. L’unica eccezione è un piccolo nucleo di cammelli selvatici, il cui numero è stato stimato nel 2009 in circa 900 individui, che vive ancora nelle steppe al confine tra la Cina e la Mongolia.

Questi animali, inseriti nella lista rossa IUCN, l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura delle specie minacciate, seppure abbastanza simili a quelli domestici, presentano sostanziali differenze rispetto a questi ultimi, ragion per cui la maggior parte della comunità scientifica tende oggi a considerarli appartenenti a una sottospecie separata, indicata con il nome di Camelus bactrianus ferus (Prževal'skij, 1878).

I cammelli selvatici, rispetto al cammello domestico e al dromedario, che possiedono lo stesso numero di cromosomi e possono incrociarsi dando vita a prole feconda all'infinito, hanno tre cromosomi in più che fanno sì che i loro ibridi con quelli domestici risultino sterili.

Per quel che riguarda poi l'aspetto, sono più piccoli, hanno una struttura scheletrica più leggera, pelo più corto e più chiaro, e le gobbe sono di dimensioni decisamente più piccole, con l'estremità appuntita anziché arrotondata.

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Simona Sirianni
Giornalista
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