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14 Maggio 2023
12:00

Lontra europea (Lutra lutra)

La lontra è un mustelide semiacquatico, che vive in acqua dolce e salata. In Italia vive in Friuli, in Veneto e in alcune zone degli Appennini. I ricercatori riconoscono la sua presenza per il caratteristico odore che ricorda quello del miele.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La lontra europea (Lutra lutra), anche detta lontra eurasiatica, appartiene alla famiglia dei Mustelidi, alla sottofamiglia Lutrine e al genere Lutra. È un mammifero semiacquatico di medie dimensioni, caratterizzato da un corpo particolarmente allungato, zampe palmate e una folta pelliccia marrone. Vive nei pressi di fiumi, laghi e ruscelli, ma di tanto in tanto può anche frequentare le acque del mare.

Secondo quanto pubblicato dall'Otterspecialist group, che si occupa di conservazione delle lontre dal 1978, si tratta di uno dei mammiferi paleartici con la più ampia distribuzione nel mondo. Il suo areale, infatti, va dall'Irlanda alla Cina, fino al Sud – Est asiatico. Ciò nonostante, le popolazioni stanno diminuendo in molti paesi e, in particolare, nelle zone in cui non è considerata una specie protetta.

La popolazione italiana è tra le più piccole e frammentate d'Europa e, infatti, nel nostro paese è considerata una specie prossima alla minaccia dalla IUCN. Nel Nord Est, però, dopo la completa scomparsa tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, sta gradualmente tornando a partire dal 2011. Risale ai primi mesi del 2023 il primo avvistamento in Veneto.

Come è fatta la lontra

La lontra europea appartiene alla sottofamiglia Lutriae, la quale è composta 13 specie diffuse in tutti i continenti. Per distinguerla dalle altre specie, il tratto più caratteristico è la forma del naso, la cui parte superiore ricorda una sorta di W.

Il corpo, dalla forma allungata, raggiunge mediamente i 57/70 centimetri e, per via della coda (lunga circa 35/40 centimetri), può superare complessivamente il metro di lunghezza. Le lontre europee adulte pesano mediamente 7 chili, ma i maschi possono arrivare eccezionalmente anche a 14, mentre le femmine sono leggermente più piccole. La pelliccia è marrone scuro sulla parte superiore, mentre ha un colore più chiaro sul ventre.

Per riconoscere la presenza di questa specie sul territorio, i ricercatori ne rilevano le marcature olfattive (spraits), caratterizzate da un odore particolare, intenso e oleoso, che ricorda quello del miele ed è emanato dalle ghiandole poste alla base della coda. L'odore, per le lontre europee, è un importante strumento comunicativo, che permette di informare i simili sul proprio sesso, lo stato riproduttivo e anche il possibile grado di parentela.

A livello internazionale, riguardo la lontra vi è un malinteso piuttosto diffuso, causato da un'omonimia con un'altra specie. In spagnolo, infatti, la lontra si chiama "nutria". Questo nome, però, in italiano viene utilizzato per chiamare un'altra specie, ovvero Myocastor coypus, che è invece un roditore di origine sudamericana, importato in Europa dall'uomo nel secolo scorso.

Habitat e distribuzione

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Pur nidificando a terra, è una specie strettamente legata all'ambiente acquatico, che vive prevalentemente nei pressi di fiumi, laghi e ruscelli di montagna fino a circa 1500 metri di altitudine. In alcuni casi è possibile individuarla anche nei pressi di bacini che, stagionalmente, sono in secca.

Secondo quanto riportato da IUCN, sporadicamente utilizza anche le zone costiere come le paludi, le lagune e gli estuari dei fiumi. La lontra europea, inoltre, può adattarsi anche all'ambiente marino e spostarsi dall'acqua salata all'acqua dolce.

Un ulteriore elemento determinante per l'habitat della lontra europea è la presenza di risorse alimentari e di vegetazione o rocce che possano fungere da riparo.

Negli ultimi anni i ricercatori hanno rilevato un elevato dinamismo nella popolazione di lontra europea in Italia, in particolare nella zona del Nord Est, dove l'espansione dell'areale fa pensare che a partire dalla zona del Bellunese, presto, potrebbe diffondersi anche nelle zone di pianura del Veneto.

Nel Sud è stata verificata la presenza della lontra anche in Molise, in particolare nei fiumi Biferno, Volturno e Trigno (nel 2016)

Per quanto riguarda il Nord Europa, invece, la specie ha visto anche uno straordinario ritorno in alcune isole britanniche, in particolare dagli anni Ottanta, quando ha ottenuto la protezione e, inoltre, è diminuito l'inquinamento delle acque. In queste zone, la lontra europea frequenta sia i fiordi sull'Oceano Atlantico, che le zone di acqua dolce.

Le tane delle lontre europee vengono scavate lungo gli argini, nelle cavità naturali, tra le radici e, in ambienti che, precedentemente erano abitati da altre specie con cui può condividere l'habitat, in particolare volpi e tassi.

Alimentazione

La lontra europea si nutre della fauna ittica disponibile all'interno del suo ambiente, ma mangia anche crostacei, vongole, piccoli mammiferi, anfibi, uova, insetti, vermi e, in quantità inferiore, sostanze vegetali.

Sott'acqua riesce a monitorare il movimento dei pesci e trascorre la maggior parte del suo tempo cacciando. Per sopravvivere, infatti, ha bisogno di consumare circa un chilo di cibo al giorno, in quanto ha un metabolismo particolare che, tra l'altro, le impedisce di immagazzinare il grasso, fatta eccezione della zona sottocaudale.

Comportamento

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Si tratta di un animale estremamente elusivo, che non mostra assolutamente aggressività nei confronti dell'uomo e non è quindi da considerarsi pericoloso. Ciò nonostante, non va nemmeno considerata una specie docile, proprio perché, quando le è possibile, evita in ogni modo il contatto con gli esseri umani.

Nell'immaginario comune le lontre europee sono animali dal comportamento docile e giocoso, ma questo carattere, in realtà, è determinato dal fatto che, avendo un metabolismo molto particolare, devono continuare a mantenersi in movimento per riuscire a ottenere cibo a sufficienza.

Di solito hanno abitudini notturne ma, in alcuni ambienti, come ad esempio le isole scozzesi, si muovono durante il giorno e, dopo aver cacciato in mare, cercano pozze d'acqua dolce dove togliere il sale dalla pelliccia.

Trattandosi di un animale molto elusivo, è difficile definire quanto duri la vita di una lontra europea, ciò nonostante, secondo quanto riportato dalla IUCN, la durata media di una generazione si aggira intorno ai 7,5 anni.

Tra le specie appartenenti a questa sottofamiglia vi sono anche le lontre marine (Enhydra lutris), famose per lo strano comportamento di unirsi le une alle altre tenendosi per le zampe, oppure abbracciandosi. Secondo alcuni esperti si tratta di un modo per evitare di andare alla deriva mentre si riposa, ma non riguarda la lontra europea.

Minacce e  per la specie

Al giorno d'oggi la popolazione italiana di lontre europee viene stimata in un numero (in leggera crescita) di circa 900 individui. Questo dato, però, non permette ancora di considerarla al sicuro dalla minaccia dell'estinzione.

La lontra europea, infatti, nel nostro paese è definita come prossima al rischio di estinzione a causa di numerosi fattori antropici, quali l'inquinamento delle acque, la riduzione della fauna ittica, la costruzione di dighe e la cementificazione degli argini. Vi è inoltre il rischio di collisione con gli autoveicoli e l'uccisione illegale determinata dal conflitto con il mondo della pesca.

A lungo è stata cacciata per l'utilizzo della sua pelliccia, ma è stata poi protetta, a partire dal 1977. Ciò nonostante, in buona parte dell'areale, nel nostro paese ancora oggi non gode di alcuna forma di tutela.

La lontra non si può tenere in casa

La lontra non è un animale domestico e deve quindi essere trattata come un animale selvatico, nel pieno rispetto delle sue esigenze biologiche. Osservarla da vicino è estremamente difficile, visto il carattere particolarmente elusivo ma, anche se si avesse questa opportunità, non è assolutamente possibile adottare un esemplare appartenente a questa specie e forzarlo a una vita in casa.

Inoltre, l'acquisto e la detenzione di una lontra europea come animale domestico è illegale in molti paesi, nei quali è considerata specie protetta, poiché tale condotta potrebbe contribuire alla riduzione della popolazione selvatica.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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