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23 Febbraio 2022
12:46

L’investitore Carl Icahn attacca McDonald’s per il trattamento delle scrofe gravide

La faida si sta combattendo nel board della multinazionale nella quale, da una parte c’è Carl Icahn, investitore miliardario che vuole un trattamento più etico nei confronti degli animali. Dall’altra i vertici che ritengono impossibile soddisfare tale richiesta.

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Carl Icahn, investitore miliardario, ha attaccato McDonald's perché vuole un trattamento più etico nei confronti degli animali, in particolare delle scrofe gravide. I motivi per cui gli animalisti ce l’hanno con McDonald’s, lo sappiamo sono molti: ma per la catena di fast food tra le più famose del mondo, adesso è il momento di affrontarne uno ulteriore, sempre ovviamente legato alla condizione degli animali, per la precisione, dei maiali.

La faida si sta combattendo nel board della multinazionale nella quale, da una parte c’è l'investitore miliardario che vuole un trattamento più rispettoso del benessere animale. Dall’altra, ci sono i vertici che ritengono impossibile soddisfare tale richiesta visto com’è strutturata l’attuale industria della carne suina.

McDonald’s aveva già promesso nel 2012 che per l’approvvigionamento della carne non si sarebbe rifornito da allevatori che utilizzano le minuscole gabbie di gestazione per tenere chiuse le scrofe durante la gravidanza. Promessa non mantenuta secondo la Humane Society of the United States, ong statunitense che si batte per i diritti degli animali di cui la figlia del tycoon faceva parte.

L’organizzazione, infatti, a novembre scorso aveva presentato una proposta per gli azionisti di McDonald's che, partendo dagli accordi prestabiliti nel 2012, chiedeva di tornare sulla questione, visto che secondo la ong l'azienda non si stava impegnando abbastanza e stava solo riducendo il tempo di permanenza dei maiali nelle stalle, invece di eliminare la brutale pratica.

Per questo il miliardario 86enne attivista, influenzato dalla figlia vegetariana e amante degli animali, è andato all’assalto. Per prima cosa ha comprato una quota minima della società, 200 azioni per un valore di circa 52 mila dollari. Quindi ha chiesto due posti nel consiglio di amministrazione per due persone interessate davvero e capaci di migliorare l'esistenza dei maiali.

Ma, secondo i vertici della multinazionale, le richieste avanzate da Icahn che oltretutto, dicono, investe in produttori e distributori di carne ovina e suina, sono semplicemente irragionevoli. Anche se, come sottolineato da Mak Yuen Teen, professore alla NUS Business School di Singapore, risulta strano che McDonald's senta il bisogno di rispondere alle accuse nonostante la partecipazione del miliardario sia davvero minima.

Come risulta altrettanto strano che la multinazionale, piuttosto lenta nel rispettare l’impegno preso 10 anni fa, solo ora che gli attivisti stanno portando sotto i riflettori la questione, stia accelerando.

In una nota, infatti, la multinazionale ha rimarcato che si impegnerà (nuovamente) a partire già da quest’anno ad acquistare da allevatori che non utilizzano le gabbie gestazionali fra l’85% e il 90% della carne di maiale prodotta in America, arrivando al 100% entro il 2024.

L'indegno destino delle scrofe degli allevamenti intensivi

Il maiale è un animale intelligente che per vivere degnamente ha bisogno di stare in gruppo, dormire in un’area asciutta diversa da quella dove depone i suoi escrementi. È curioso e ama razzolare in cerca di cibo. Il suo destino però non gli permette di ottenere ciò che gli serve per il suo benessere, visto che la maggior parte delle volte è costretto a vivere negli allevamenti intensivi in condizioni devastanti.

In questi sistemi, appena una scrofetta raggiunge la maturità sessuale, che avviene circa intorno ai 10 mesi, viene inseminata artificialmente e trasferita in una gabbia di gestazione, un luogo di tortura in cui sta, nonostante il periodo di gestazione duri circa 114 giorni, fortunatamente solo le prime 4 settimane di gravidanza.

Questo solo per l'esistenza del divieto parziale europeo di utilizzo di questa oscena pratica entrato in vigore nel 2013, che comunque rimane carente visto che non viene sufficientemente applicata in Italia e in molti altri paesi europei.

La gabbia impedisce completamente alla scrofa di vivere in una condizione non solo di benessere, ma minimo per la sopravvivenza. Sono talmente piccole che l’animale non riesce a compiere alcun movimento ed è obbligato a stare solo in piedi o sdraiato. La sua vita si compie chiuso in quello spazio minuscolo pieno dei suoi escrementi. Non ha alcuna interazione con altri animali, soffre di fame cronica e di apatia costante.

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Simona Sirianni
Giornalista
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