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Kodami Call

Le zecche “volano” sulle loro vittime grazie all’elettricità statica

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bristol hanno scoperto che le zecche sono in grado di "volare" su un animale (compresi gli esseri umani) sfruttando la carica elettrostatica di peli, pellicci e superfici.

6 Luglio 2023
13:08
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Le zecche se la giocano probabilmente solo con ragni, zanzare, blatte e qualche altro piccolo insetto per accaparrarsi il poco lusinghiero titolo di "animale più odiato del pianeta". E chi vive con un domestico o ama le escursioni in natura, si sarà certamente trovato ad aver a che fare con questi piccoli aracnidi ematofagi. Forse qualcuno si sarà anche chiesto come fa un minuscolo animale delle dimensioni di un seme di papavero a raggiungere i suoi ospiti senza essere in grado né di volare né tantomeno di saltare. E ora abbiamo finalmente la risposta: possono "volare" sfruttando l'elettricità statica dei peli e delle pellicce delle loro vittime.

Grazie a un nuovo studio recentemente pubblicato su Current Biology, un gruppo di ricercatori dell'Università di Bristol ha infatti dimostrato che l'elettricità statica attira come una calamita le zecche sulle pellicce dei mammiferi o sulla pelle di un malcapitato escursionista, aumentando così notevolmente la loro capacità di raggiungere un animale da parassitare. E video realizzati dai ricercatori sono più che mai esplicativi.

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Foto degli esperimenti. Immagine da England et al., 2023

La maggior parte degli animali terrestri genera naturalmente cariche elettrostatiche, il che significa che queste forze elettriche interagiscono con altre cariche preseti nell'ambiente, comprese quelle sulla superficie o all'interno di altri organismi. È un po' quello che accade quando si strofina un palloncino su un maglione di lana o tra i capelli. Questo si carica di elettroni e attira a sé piccoli pezzetti di carta o gli stessi capelli proprio grazie all'elettricità statica.

E così i ricercatori, utilizzando la pelliccia di un coniglio e altri materiali da laboratorio caricati staticamente, hanno scoperto che le comuni zecche dei boschi (Ixodes ricinus) possono essere attirate passivamente su queste superfici compiendo dei piccoli "voli" nell'aria su distanze grandi anche qualche centimetro, che per un animale lungo appena un millimetro nella fase giovanile e con così scarse capacità di movimento, è un aiuto piuttosto notevole.

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Aspettando tra la vegetazione, le zecche posso sfruttare l’elettricità statica per raggiungere in volo un animale di passaggio, esseri umani compresi

I ricercatori hanno però anche scoperto che questa interazione elettrostatica non è in alcun modo influenzata dalla polarità del campo elettrico, ipotizzando che il meccanismo di attrazione sia basato sull'induzione di una polarizzazione interna al corpo della zecca, non sulla carica statica della sua superficie esterna. Queste scoperte cambiano di parecchio la nostra comprensione di come le zecche, e probabilmente molti altri organismi terrestri come recentemente dimostrato anche in alcuni vermi nematodi, si attaccano ai loro ospiti o ai vettori.

Chiaramente, per il momento, si tratta di esperimenti condotti in laboratorio che dovranno essere confermati anche sul campo. Tuttavia, le stesse condizioni ricreate in laboratorio sono ampiamente riscontrabili anche in natura e più o meno lo scenario potrebbe essere questo: un cinghiale, un coniglio o anche un ignaro escursionista, passeggia in un prato sfregando arti, pelliccia o pelle contro l'erba, si carica elettrostaticamente e attira a sé le piccole zecche posate sulla vegetazione in attesa di un animale a cui aggrapparsi.

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Questa scoperta potrebbe aiutare a progettare nuovi sistemi repellenti, come per esempio spray antistatici

Ma al di là delle implicazioni puramente scientifiche, questa curiosa scoperta apre anche nuovi scenari sulla possibilità di sviluppare tecnologie in grado di ridurre le punture di zecche (che possono trasmettere anche pericolose malattie come quella di Lyme) sia negli esseri umani, che negli animali domestici o d'allevamento, magari attraverso spray antistatici. L'attrazione elettrostatica delle zecche è, a ogni modo, un carattere senza dubbio vantaggioso, che rende molto più facile per questi parassiti riuscire a trovare gli animali di passaggio a cui aggrapparsi.

Tuttavia, si tratta di un'attrazione passiva e non di certo intenzionale. Il prossimo passo secondo i ricercatori sarà quindi, oltre che confermare sul campo quanto osservato in laboratorio, scoprire anche se le zecche sono magari in grado di percepire in qualche modo i campi elettrostatici, capacità che potrebbe aiutarle per esempio ad avvertire la presenza di un potenziale ospite, ad avvicinarsi e a facilitare così il loro "volo" elettrostatico.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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