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Kodami Call

Perché gli uccelli marini volano nell’occhio del ciclone

Uccelli marini pelagici come le berte invece di circumnavigare le tempeste ci volano contro. I ricercatori ipotizzano che gli uccelli lo facciano per non essere trascinati verso la costa ed evitare così un violento impatto con il suolo.

7 Ottobre 2022
15:06
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Le berte potrebbero essere degli ottimi capitani di vascello: navigatrici indomite anche nella più feroci delle tempeste. A confermarlo è una nuova ricerca che ha scoperto come questi uccelli marini durante una tempesta volano direttamente verso l'occhio del ciclone per evitare di essere trascinati sulla costa e subire lesioni gravi.

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In un mondo ipotetico in cui gli animali possono gestire enormi vascelli pirata, sicuramente la berta sarebbe rinomata per essere la più temeraria fra gli uccelli acquatici. Anche nel mondo reale, però, questo animale non scherza affatto. Vedere questi grandi uccelli pelagici volare instancabilmente per ore sopra un mare oscuro e sotto un cielo in tempesta dona allo spettatore sentimenti contrastanti di stupore e paura. Soggetti perfetti, quindi, delle migliori poesie del movimento "Sturm und Drang" che caratterizzò la produzione letteraria europea del diciottesimo secolo e che poneva al centro una natura piena di meraviglia e al contempo spaventosa.

Forse sono proprie questi sentimenti ad aver guidato l'operato dei ricercatori della Swansea University, nel Regno Unito, che hanno poi pubblicato i risultati del proprio studio sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

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Sebbene sia estremamente suggestivo osservare le berte in natura volare alte nel cielo durante una tempesta, è piacevole anche guardare le loro ombre che sfrecciano veloci sull'acqua durante le belle giornate di sole. In entrambi i casi, però, per ammirare lo spettacolo dobbiamo trovarci probabilmente al largo, magari su una barca, perché sono uccelli marini pelagici. Questo significa che per la maggior parte della loro vita rimangono in mare aperto, dove si nutrono, accoppiano e dormono.

Le berte sono uccelli marini di medie dimensioni della famiglia delle procellarie. Possono essere trovate nei mari di tutto il globo, ma sono più comuni nelle acque temperate e fredde e l'unico motivo per cui ritornano sulla terra ferma e per deporre le uova e accudire i piccoli durante la stagione riproduttiva.

La loro tecnica di volo è tanto spettacolare quanto pericolosa: volano con le ali rigide e spesso a pelo d'acqua per poter sfruttare le correnti marine il più possibile e risparmiare energie. Questa tecnica dà al gruppo il suo nome inglese, "shearwater", che significa letteralmente "tagliare l'acqua".

Molte berte sono migranti a lunga distanza e alcune possono coprire tragitti superiori a 14.000 chilometri. Inoltre, la berta grigia (Ardenna grisea) migra per quasi 64.000 chilometri l'anno, fra le più lunghe migrazioni effettuate da un animale mai registrate.

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Dunque quello delle berte è un gruppo di uccelli eccezionale, ma lo studio condotto dal team di ricerca inglese lo rende una vera e propria leggenda. L'intento degli studiosi era di comprendere come le berte reagiscono ai cicloni tropicali e alle tempeste nel Mare del Giappone, vicino al bacino ciclonico più attivo al mondo, il Pacifico nord-occidentale.

Gli esperti hanno lavorato duramente per ben 11 anni, identificando e analizzando le tracce GPS del volo di un gran numero di berte adulte. Quando i ricercatori hanno dato un'occhiata ai risultati sono rimasti di stucco: gli uccelli durante una tempesta ciclonica volavano verso il suo centro, dove la velocità del vento è più alta. Come se non bastasse gli uccelli hanno dimostrato anche di riuscire a seguire la tempesta per diverso tempo senza mai spostarsi dalla sua traiettoria.

Il motivo di tanta temerarietà viene spiegato dagli stessi ricercatori: le berte lo fanno per non essere catturate dai forti venti che ci sono in coda al ciclone, evitando così di essere trascinate sulla costa e impattare con il suolo. Questa spiegazione, oltre a essere stupefacente, ha perfettamente senso in un ottica evolutiva: le berte, come anche gli albatri, si sono adattate alle condizioni di vento forte in quanto il loro stile di volo fa poco affidamento sull'azione battente delle ali, sfruttando il più possibile la velocità del vento.

Lo studio evidenzia anche le grandi dote di orientamento di questi uccelli. Gli animali cercano di evitare in tutti i modi di essere trascinati sulla costa e questo sottintende come sappiano perfettamente dove si trovano in ogni momento in relazione all'ambiente circostante. A favorire questa ipotesi c'è l'evidenza di come quasi solo gli individui più giovani e con meno esperienza siano spazzati via dalle correnti. Gli adulti, invece, consci della geografia del luogo, sanno già come muoversi.

Questo studio è un valido esempio di come l'ambiente e le pressioni evolutive plasmino l'anatomia e i comportamenti degli animali. Migliaia di anni di evoluzione hanno fatto si che le berte diventassero i grandi maestri di volo che sono oggi, uccelli dalla temerarietà e capacità adattativa invidiabile.

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