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9 Gennaio 2024
15:59

Le popolazioni di rapaci africani stanno crollando: l’allarme degli scienziati

Un team di ricercatori ha scoperto che i rapaci africani stanno affrontando una crisi senza precedenti. Lo studio ha calcolato un crollo demografico per quasi il 90% delle 42 specie studiate e suggerisce che più di due terzi di queste specie potrebbero essere ora considerate minacciate a livello globale.

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Falco giocoliere

Un nuovo studio condotto in collaborazione dai ricercatori della School of Biology dell'Università di St. Andrews e dal The Peregrine Fund, pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution, lancia un grido d'allarme importante per il futuro dei rapaci delle savane africane: quasi il 90% delle 42 specie studiate è in declino e questi risultati suggeriscono che oltre due terzi di queste specie potrebbero ora essere considerate globalmente minacciate.

Lo studio, guidato dal Phil Shaw dell'Università di St. Andrews e dal Darcy Ogada del Peregrine Fund, ha utilizzato dati raccolti da monitoraggi condotti in quattro regioni africane differenti per intervalli di tempo compresi tra i 2o e i 40 anni.

I risultati offrono quindi una visione su larga scala completa e a lungo termine senza precedenti sui modelli di cambiamento nell'abbondanza delle specie di uccelli rapaci che vivono in Africa. Il report rivela però che sono soprattutto le specie più grandi ad aver subito i cali più marcati rispetto al quelle più piccole, soprattutto nelle aree non protette, dove gli uccelli sono maggiormente minacciati dalle attività umane e dal bracconaggio. Nel complesso, infatti, i rapaci al di fuori di parchi nazionali sono diminuiti di oltre il doppio rispetto a quelli che vivono in riserve e altre aree protette. Risultato: molte specie oggi in calo sono diventate molto più dipendenti dalle aree protette nel corso degli anni.

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Astore cantante scuro

Gli autori dello studio sottolineano che, a meno che non si affrontino efficacemente le minacce attuali che gravano sui rapaci africani, le grandi e carismatiche specie di aquile e avvoltoi difficilmente sopravviveranno nella seconda metà di questo secolo su gran parte dei territori non protetti del continente. Lo studio, infatti, evidenzia anche forti cali tra i rapaci attualmente classificati come a "Rischio minimo (LC)" nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate. Tra questi, ci sono alcuni iconici endemismi africani come l'aquila di Wahlberg, l'aquilastore africano, l'aquila crestalunga o l'astore cantante scuro.

Tutte queste specie considerate non minacciate hanno subito un tracollo numerico tale che potrebbero ora essere considerate minacciate. Ma anche numerose altre specie di rapaci ben note e diffuse sono diventate nel tempo sempre più rare o completamente assenti fuori dalle aree protette africane. Tra queste, persino alcune delle specie più potenti iconiche dell'Africa, come l'aquila marziale e il falco giocoliere. Phil Shaw ha così commentato: «A partire dagli anni 70, vaste aree di foresta e savana sono state convertite in terreni agricoli, mentre molte altre minacce per i rapaci africani sono aumentate. Con il raddoppiamento della popolazione umana previsto per i prossimi 35 anni, la necessità di ampliare la rete di aree protette in Africa, e mitigare le pressioni antropiche, è ora più urgente che mai».

L'altro autore principale dello studio, Darcy Ogada, ha invece aggiunto: «L'Africa è a un bivio per quanto riguarda la tutela dei suoi magnifici rapaci. In molte aree abbiamo visto queste specie quasi scomparire. Uno degli uccelli rapaci più iconici dell'Africa, il serpentario, è ora sull'orlo dell'estinzione. Non c'è una singola minaccia che mette a rischio tutti questi uccelli, ma è una combinazione di molti fattori che dipendono dalle attività umane. In altre parole, stiamo assistendo a innumerevoli morti per mille ragioni differenti».

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Grifone di Rüppell

Per Ian Newton, ornitologo di fama mondiale non coinvolto nello studio,«questo è un importante articolo che attira l'attenzione sui massicci declini degli uccelli rapaci avvenuti in gran parte dell'Africa durante gli ultimi decenni. Questo era il continente in cui, appena 50 anni fa, popolazioni enormi di spettacolari rapaci erano quasi ovunque, portando stupore e meraviglia ai visitatori e ai turisti da tutto il mondo. Speriamo che possano essere condotte ulteriori ricerche e, cosa più importante, che questi uccelli possano essere protetti su aree sempre più vaste, misure che dipendenti necessariamente dall'educazione e dalla buona volontà delle popolazioni locali».

Rapaci di tutte le dimensioni vivono ora in Africa un'esistenza sempre più complicata, dove habitat idonei, risorse alimentari e siti in cui nidificare sono drasticamente diminuiti a causa della persecuzione diretta, del bracconaggio e dei conflitti con le attività umane. Altre minacce altrettanto importanti sono l'avvelenamento indiretto, rivolto prevalentemente verso i grandi mammiferi, l'elettrocuzione e le collisioni con linee elettriche e le turbine eoliche e la caccia eccessiva, sia per alimentazione umana che per l'utilizzo di parti di animali per la medicina e i rituali tradizionali.

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Aquila marziale

I risultati di questo importante studio mettono quindi in evidenza la necessità di rafforzare la protezione degli habitat in Africa, in linea con l'obiettivo della Convenzione sulla Diversità Biologica della COP15, che ha stabilito che occorre estendere le aree protette per coprire almeno il 30% della terra entro il 2030. Ma dimostrano anche l'urgenza di ripristinare gli habitat naturali nelle aree non protette, di ridurre l'impatto delle infrastrutture energetiche e di migliorare la legislazione per la protezione delle specie, istituendo un monitoraggio a lungo termine sullo stato di conservazione dei rapaci africani.

In definitiva, c'è un urgente bisogno di coinvolgere quanti più portatori di interesse e le popolazioni locali negli sforzi di conservazione per la tutela di aquile, falchi, avvoltoi e altri maestosi rapaci africani. Proprio per questo, gli autori dello studio hanno istituito l'African Raptor Leadership Grant per supportare ulteriori ricerche e programmi di conservazione, un'opportunità importante per i giovani scienziati africani. Questa iniziativa, lanciata nel 2023, ha visto assegnare la sua prima borsa di studio a Joan Banda, studente del A.P. Leventis Ornithological Research Institute, in Nigeria, che studierà ora le minacce che affrontano gufi e altri rapaci notturni africani.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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