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15 Novembre 2021
15:56

L’asta degli orrori: negli USA in vendita al miglior offerente i trofei di caccia ormai indesiderati

Grazie ad un'investigazione sotto copertura, HSI ha raccontato l'appuntamento di 4 giorni organizzato in Iowa: oltre 550 trofei di caccia in vendita al miglior offerente come oggetti da magazzino di cui disfarsi. Teschi, zampe, orecchie, artigli, ossa, pelli e corpi interi di animali imbalsamati, compresi quelli di specie minacciate e in via di estinzione.

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Animali da salotto. Ma non da accarezzare sul divano. Da esporre a pezzi: il tavolino con le zampe di giraffa, la pelliccia di lupo o di orso come tappeto, artigli di leoni per soprammobili, una zampa di elefante come bidone della spazzatura. E poi, quando non servono più o quando si trasloca o quando vengono a noia, si organizza un’asta e si vendono al miglior offerente.

È quanto successo nello stato americano dell’Iowa, Stati Uniti, dove un’indagine sotto copertura di attivisti di Humane Society International ha documentato con un video un’asta durata quattro giorni in cui migliaia di animali imbalsamati, tra cui almeno 557 trofei di mammiferi messi in vendita dai loro uccisori o proprietari, non più interessati ad averli, sono stati venduti al miglior offerente.

Non solo l’orrore della caccia, quindi, con il futile pretesto di portarsi a casa il “trofeo”. Ma anche la depravazione di utilizzare parti di straordinari animali, alcuni dei quali in via d’estinzione, uccisi per diventare un tavolino o una lampada da salotto e poi buttati via come oggetti inutili quando non piacciono più. L’orrore della caccia al trofeo, dunque, aumentato e moltiplicato dalla superficialità e dalla noncuranza.

L’asta degli orrori: in un video la vendita di 550 trofei di caccia che ormai hanno annoiato anche i cacciatori

Grazie all’indagine shock organizzata dagli attivisti della sezione americana di HSI, è emersa la triste realtà di oltre 550 trofei di caccia messi all’asta come oggetti da magazzino di cui disfarsi. Teschi, zampe, orecchie, artigli, ossa, pelli e corpi interi di animali imbalsamati, compresi quelli di specie minacciate e in via di estinzione. Tutto raccontato da un video che non lascia spazio all’immaginazione: persone che si aggirano tra scaffali pieni di oggetti che furono animali bellissimi e liberi, finiti nel mirino di cacciatori senza scrupoli e senza pietà, capaci di sborsare cifre da capogiro per poter sparare ad un leone semi addormentato all’interno di un’area recintata, ad un orso o ad un lupo o ad una lince.

Per un orso e una foca 26 mila dollari. La scimmia impagliata con in mano una bottiglia di birra

Tavoli realizzati con piedi di elefanti usati come basi. Orsi polari, grizzly americani, lupi, linci e leoni di montagna trasformati in tappeti. Teschi, denti e teste di ippopotamo imbalsamate. Scimmie impagliate con in mano una bottiglia di birra. Un’esposizione di orrori, arricchita dalle volgari sottolineature da venditori: ossa di giraffa definite “ottime per l'artigianato”, puledri di zebra imbalsamati, sei pelli e tappeti di zebra di cui uno di puledro e diverse teste perfette per “esposizione da tavolo”, artigli d'orso promossi come “ottimi per la realizzazione di gioielli o l’artigianato”. Il prezzo più alto battuto durante l'asta è per un orso polare (classificato come “vulnerabile” dall'IUCN): 26.000 dollari per portarselo a casa assieme ad una foca dagli anelli. Due teschi e tre corpi interi di giraffa (classificata come “vulnerabile” dall'IUCN), tra i quali un cucciolo pubblicizzato come “della dimensione perfetta per qualsiasi stanza della casa”, venduti per 6.200 dollari.

L’obiettivo è disfarsi di collezioni di trofei ricevute in eredità o che svalutano il valore della casa in vendita

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Zanne e corna di animale utilizzati per creare soprammobili da arredamento venduti all’asta (immagine tratta dal video realizzato da HSI)

«Il fatto stesso che specie di animali selvatici minacciate e in via di estinzione vengano uccise per divertimento è una realtà raccapricciante – commenta Kitty Block, CEO di HSUS e di HSI – È inconcepibile poi che vengano poi ridotti a macabri e ormai indesiderati souvenir che finiscono accantonati e spolverati solamente per essere venduti ad una fiera come questa». A rendere ancora più deprecabile l’intera operazione, infatti, è anche la stessa provenienza degli oggetti messi all’asta. L'investigazione sotto copertura ha infatti messo in evidenza che la maggior parte dei trofei è di proprietà di cacciatori intenzionati a dismettere una parte o la totalità delle proprie collezioni, oppure da famiglie che hanno ricevuto questi orrendi oggetti in eredità. «Uno degli addetti dell'asta ci ha confidato: "Gli agenti immobiliari consigliano ai proprietari di case di buttare via quelle creature morte", per non svalutare le case in vendita».

Anche l’Europa e l’Italia fanno la loro parte nel commercio di trofei di caccia

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Zampe di elefante vendute all’asta come basi per tavolini da salotto (immagini tratte dal video realizzato da HSI)

Ma non c’è solo l’America. Anche se l’asta è stata documentata nel paese che tradizionalmente è più attivo nel mercato della caccia al trofeo, anche l’Unione Europea ha le sue responsabilità svolgendo un ruolo cruciale in questo business mondiale. Secondo un nuovo rapporto di HSI/Europe, l’UE è il secondo importatore di trofei di caccia al mondo, dopo gli Stati Uniti, con quasi 15.000 trofei di caccia di 73 specie protette a livello internazionale, importati tra il 2014 e il 2018. E anche l’Italia ha il suo ruolo: tra il 2014 e il 2020 ha importato 437 trofei provenienti da specie protette a livello internazionale, classificandosi come il primo importatore di trofei di ippopotami e il quarto importatore di trofei di leoni africani di origine selvatica in Europa. Il quinto per quanto riguarda gli elefanti.

HSI: Una firma per vietare di importare ed esportare trofei in Italia

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di HSI/Europe dichiara: «la terribile verità è che anche in Italia circolano trofei di caccia di specie minacciate e in via di estinzione a causa della mancanza di un divieto di importazione, esportazione e riesportazione di questi trofei che permetterebbe al nostro Paese di dare un contributo significativo per fermare questo spargimento di sangue» spiega la direttrice per l’Italia di HSI Martina Pluda che poche settimane fa è scesa nelle piazze italiane per lanciare una petizione con cui si esorta l'Italia «ad agire a protezione di tutte le specie che vengono cacciate per divertimento e trasportate da e verso il nostro Paese per essere trasformate in macabri oggetti».

Immagine di copertina: un frame del video realizzato da HSI in cui si vedono i trofei di caccia messi in vendita negli Stati Uniti con un'asta durata 4 giorni

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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