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2 Giugno 2022
17:00

L’ansia da separazione dal proprio gatto: cos’è, come si riconosce e come si cura

L’Ansia da Separazione dal proprio gatto (Separation Anxiety From Your Cat) è una condizione psicologica in cui la persona manifesta sintomi di ansia nel momento in cui è costretta a separarsi dal proprio gatto. Purtroppo, tutte le attenzioni vengono rivolte all’ansia da separazione che i gatti provano nei nostri confronti, ma non il contrario.

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L’Ansia da Separazione dal proprio gatto (Separation Anxiety From Your Cat) è una condizione psicologica in cui la persona manifesta una serie di sintomatologie ansiose legate al momento (o anche al solo pensiero) in cui è costretta a separarsi dal proprio gatto, anche per un periodo di tempo breve.

È stata la psicoterapeuta britannica Naz Altinok a porre attenzione per la prima volta su questo fenomeno, poi supportato da ulteriori studi e l’ansia da separazione dal proprio gatto resta a tutt’oggi un'espressione di disagio ancora grandemente sconosciuto e pochissimo studiato. Tutte le attenzioni infatti vengono rivolte all’ansia da separazione che i gatti manifestano nei nostri confronti, ma non il contrario. Chi ne soffre dunque si trova spesso in ulteriore difficoltà in quanto al momento non c’è nessuna accettazione sociale verso questa forma di comportamento (“è solo un gatto, non fare tante storie”).

Come si riconosce

Chi soffre di Disturbo da Ansia da separazione dal proprio gatto presenta una preoccupazione intensa anche al solo pensiero di dover lasciare solo il proprio gatto anche per poche ore: questo malessere può accompagnarsi a veri e proprio disturbi fisici e attacchi di panico. Inoltre queste persone cominciano a mettere in atto tutta una serie di comportamenti di elusione, rifiuti e stratagemmi al fine di evitare la propria separazione dal proprio gatto (tornano prima dal lavoro, rifiutano inviti serali, inventano scuse per rientrare a casa).

Tutto questo si accompagna spesso a pensieri di rimuginazione e ansia anticipatoria già prima che l’evento accada: ad esempio si comincia a stare male già settimane prima solo in previsione del dover trascorrere una giornata o un weekend lontani dal proprio gatto.

Questa condizione clinica si riconosce anche dai pensieri catastrofici ricorrenti come la paura che accada qualcosa di brutto e irreparabile al nostro gatto durante la nostra assenza.

Ma questa condizione psicologica da cosa deriva? Perché alcune persone la sviluppano? Probabilmente essa affonda le sue radici nelle nostre difficoltà personali: una bassa autostima, un basso senso di autoefficacia, condizioni di ansia pregresse possono favorire la sua insorgenza. Ma anche il nostro modo di vivere le relazioni incide moltissimo: quando esse sono caratterizzate dalla paura dell’abbandono e dal bisogno di controllo potremmo facilmente proiettare le nostre difficoltà di autonomia e separazione sul gatto di casa.

Un pericolo da non sottovalutare

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Una volta riconosciuta è fondamentale affrontare questa condizione, sia per il nostro benessere, sia per la felicità del nostro gatto. Il rischio infatti è intrappolarlo in una relazione soffocante, che non consente lo spazio necessario per crescere e per esprimere il suo essere gatto.

In alcuni casi infatti il Disturbo d’Ansia da Separazione dal proprio gatto potrebbe essere solo una punta dell’iceberg di una relazione disfunzionale con il proprio amico a quattro zampe: un esempio abbastanza frequente sono le persone che impediscono al gatto di giocare o di arrampicarsi perché hanno paura che si faccia male, oppure che gli vietano di uscire pur avendone la possibilità e che hanno bisogno di sapere costantemente dove è e cosa fa, privandolo di quella sua dimensione intima e di privacy così importante per tutti i felini.

Cosa fare

Il primo passo è sicuramente prendere consapevolezza del problema. Come spesso accade la relazione con gli animali ci svela delle parti fragili e sofferenti di noi stessi. In questo modo potremmo compiere il primo passo per prenderci cura di esse.

Una volta identificata questa sofferenza potrebbe essere molto utile pianificare in anticipo tutte le occasioni di allontanamento dal nostro gatto in modo da poterle gestire al meglio: ad esempio cercando un cat sitter valido, professionale, di cui possiamo fidarci e disponibile anche per brevi assenze.

Molto utile potrebbe essere anche la costruzione di ritualità condivise con il proprio micio, da svolgere soprattutto prima o dopo la separazione: ad esempio organizzando una sessione di gioco prima di uscire, oppure offrendogli uno snack appetitoso al nostro rientro.

Infine è fondamentale iniziare ad affrontare il problema per gradi, cominciando proprio dalle piccole separazioni in casa. Cominciamo dunque ad abituarci al fatto che il nostro micio possa stare da solo senza il nostro controllo evitando di andare a vedere cosa fa o dove è in ogni momento. Questo banale esercizio è in realtà molto importante in quanto permette di familiarizzare con i concetti di autonomia e indipendenza, due concetti fondamentali in ogni Relazione.

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Elena Angeli
Esperta nella relazione gatto-uomo
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