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26 Agosto 2024
16:00

L’amore fa battere il cuore ma illumina il cervello: anche quello per gli animali domestici

Sono sei le tipologie d'amore che attivano e accendono il nostro cervello e tra queste vi è anche l'aver vissuto una relazione con un animale domestico.

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Sono sei le tipologie d'amore che illuminano il nostro cervello e tra questi c'è quello che proviamo per un animale domestico. Uno studio condotto da alcuni ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze e Ingegneria Biomedica dell'Università di Aalto in Finlandia ha evidenziato attraverso la scansione con risonanza magnetica cosa proviamo quando pensiamo intensamente a determinate tipologie di rapporti che fanno parte della nostra vita, identificando appunto sei ipotesi in cui le aree della nostra "testa" si accendono a seconda del sentimento che proviamo.

L'amore si presenta in molte forme: quello che provano i genitori per i loro figli, quello che si sente per il partner, per l'amicizia, per gli animali e per la natura in generale. Questi sono gli ambiti su cui i volontari sottoposti all'indagine diagnostica sono stati interrogati mentre erano dentro lo scanner e a cui per ogni "ricordo d'amore" è stato chiesto di pensare intensamente al sentimento che gli provocava.

«I sentimenti d'amore sono tra i fenomeni umani più significativi – scrivono gli esperti nell'articolo scientifico pubblicato su Cerebral Cortex, rivista dell'Università di Oxford – Tuttavia si sa poco sui meccanismi neurali che provoca oltre alle ipotesi di amore romantico e materno».

Per questo motivo i ricercatori hanno voluto allargare il campo d'azione e vedere quali aree cerebrali vengono coinvolte e come si "accendono" quando si provano sentimenti rivolti a individui o situazioni diverse in cui hanno incluso quello nei confronti dei figli e del partner ma hanno appunto aggiunto anche gli amici, gli estranei, gli animali domestici e la natura. «Abbiamo utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per misurare l'attività cerebrale, mentre abbiamo indotto sentimenti d'amore utilizzando racconti brevi – spiegano – I nostri risultati mostrano che l'attività neurale durante un sentimento d'amore dipende dal suo oggetto».

In particolare l'amore per gli animali domestici ha attivato le regioni dell'amore in modo significativo nei partecipanti che hanno vissuto questo tipo di relazione e non negli altri. «Quando si considera questo tipo d'amore le aree cerebrali associate alla socialità rivelano statisticamente se la persona è o meno in relazione con un animale domestico. Quando si tratta di persone che lo sono, queste aree sono più attivate rispetto agli altri», ha precisato Pärttyli Rinne, co autore dello studio, filosofo e ricercatore in una dichiarazione ufficiale in cui ha messo in risalto proprio questo risultato, definendolo «sorprendente».

La sorpresa più grande per i ricercatori, infatti, è stata che le aree cerebrali associate all'amore tra le persone sono risultate molto simili, con differenze che risiedono principalmente nell'intensità di attivazione. Tutti i tipi di amore interpersonale hanno attivato aree del cervello associate alla cognizione sociale, in contrasto all'amore per gli animali domestici o per la natura, con un'eccezione, ovvero l'aver vissuto o meno una relazione con un cane o un gatto.

Le risposte cerebrali dei soggetti sono state determinate dall'affermazione seguente e, in media, hanno rivelato se le persone condividevano o meno la loro vita con un animale domestico: "Sei a casa, sdraiato sul divano e il tuo gatto si avvicina a te, si rannicchia vicino e fa le fusa assonnato. Ami il tuo animale domestico".

Questo non è il primo tentativo di trovare l'amore dentro di noi, capire dove risiede per Rinne e il suo team che include i ricercatori Juha Lahnakoski, Heini Saarimäki, Mikke Tavast, Mikko Sams e Linda Henriksson. Gli esperti, infatti, avevano già fatto altri studi volti ad approfondire la conoscenza scientifica delle emozioni umane. Il gruppo aveva già pubblicato una ricerca che mappa le esperienze corporee d'amore un anno fa e un altro precedente in cui associavano le esperienze fisiche più forti d'amore con relazioni interpersonali vissute in maniera più stringente.

Non solo la comprensione dei meccanismi neurali dell'amore può aiutare a guidare le discussioni filosofiche sulla natura dell'amore, della coscienza e della connessione umana, ma i ricercatori sperano anche che il loro lavoro migliorerà gli interventi sulla salute mentale in condizioni come disturbi dell'attaccamento, depressione o problemi relazionali.

«Riteniamo che l'esperienza dell'amore sia plasmata da fattori sia biologici che culturali – concludono gli esperti – originati da meccanismi neurobiologici fondamentali dell'attaccamento».

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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