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21 Aprile 2023
11:52

La prima Marcia vegana a Napoli. «Raggiungeremo un punto di non ritorno se non agiamo»

Oggi a Napoli si terrà la Vegan Earth Day March, la prima marcia vegana che ha l'obiettivo di creare momenti di dibattito su argomenti vecchi e nuovi come l'ecologismo, l'antispecismo, ma anche l'ecofemminismo e molto altro.

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In questo momento si sta tenendo a Napoli la prima Vegan Earth Day March, ovvero una marcia in occasione dell'Earth Day, ricorrenza del 22 aprile istituita come momento di riflessione sullo stato della Terra e di tutti gli esseri viventi che la abitano. Organizzata dal movimento globale Animal Save, la marcia ha come obiettivo accogliere attivisti da tutto il mondo che in cinquanta città e ventisei nazioni diverse manifesteranno oggi e domani contro lo sfruttamento animale.

Fra le città italiane che ospitano la marcia c'è anche Napoli che già dalle 10 ha visto un corteo di persone partire da Piazza Dante e toccherà via Toledo, corso Umberto e via Mezzocannone,  concludendo il percorso al Laboratorio Ecologista Autogestito Climax (LEA Climax), lo spazio occupato da Animal Save e Friday for Future situato nella sede centrale dell’Università Federico II.

Una marcia ricca di voci che reclamano attenzione sulle principali tematiche ambientaliste e che si propone di creare momenti di dibattito su argomenti vecchi e nuovi come l'ecologismo, l'antispecismo, ma anche l'ecofemminismo e molto altro. Insomma, un raduno fondamentale per aumentare la sensibilità delle persone e delle istituzioni poiché, proprio come spiegano gli organizzatori: «Molte persone e governi continuano a ignorare questi fatti e stiamo rapidamente raggiungendo un punto di non ritorno a causa della mancanza di azione».

Da anni Animal Save si impegna in questa lotta, cercando di diffondere l'idea che tutti abbiamo il dovere morale di porre fine all'allevamento animale e riforestare la Terra. Il movimento guarda a un futuro in cui un mondo vegano equo ed ecologico è possibile, in cui esiste un piante in salute e l'essere umano è in equilibrio con gli altri animali.

«Vogliamo promuovere una transizione alimentare verso diete a base vegetale – sostiene Marina Chiarizia, referente nazionale di Animal Save Italia – vogliamo far conoscere il nostro spazio dedicato al clima e alla cura, e soprattutto vogliamo far convergere tutti i movimenti antispecisti, transfemministi ed ecotransfemministi per creare una prassi comune che includa finalmente anche i diritti degli animali».

L'approccio con cui i volontari vogliono ottenere i risultati proposti è basato sull'amore, in cui l'attivismo di base e al cambiamento sociale sono possibili tramite la non violenza, con compassione e gentilezza per tutti, esseri umani e animali. Per Animal Save in questo modo è possibile mobilitare un gran numero persone, sensibilizzando l'opinione pubblica affinché richieda alla politica decisioni importanti nel riconoscimento dei diritti degli animali. 

Secondo gli organizzatori un modo per fare la propria parte è optare per alternative alimentari a base vegetale anche attraverso la conversione di sussidi e incentivi governativi. È per questo che Animal Save incoraggia ONG, istituzioni e governi ad aderire al Plant Based Treaty, il trattato che vuole porsi come punto focale della lotta ai cambiamenti climatici. Il documento si propone di accelerare il passaggio a diete ecosostenibili a base vegetale, nonché il ripristino e il recupero immediato degli ecosistemi chiave del pianeta.

In un momento storico come questo, in cui il Governo Italiano dichiara uno stop alla carne coltivata, alternativa sostenibile al consumo di carne dagli allevamenti, momenti di confronto e sensibilizzazione come quello offerto dalla Vegan Earth Day March sono fondamentali. Si stima che nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi, con conseguente crescita nella richiesta di cibo. Per sostenere il fabbisogno di proteine animali della popolazione mondiale sarà sempre più necessario creare allevamenti intensivi facendo precipitare i diritti degli animali all'ultimo posto nella lista di priorità di qualsiasi governo, un dato che evidenzia come non sia più possibile basare la nostra dieta principalmente sul consumo di carne.

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