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31 Marzo 2024
12:00

La poiana (Buteo buteo)

La poiana è un rapace diffuso in tutta Europa, parte dell'Asia e dell'Africa. Può superare i 120 centimetri di apertura alare e caccia prevalentemente piccoli roditori, insetti e rettili.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La poiana (Buteo buteo) è un rapace di medie dimensioni della famiglia Accipitridae. È nota con molti nomi, tra i quali vi sono bozzago, bozzagro, bozzegro, buzzago, buzzagro e abuzzago.

Vive negli ambienti boschivi, nelle aree agricole parzialmente alberate e nelle zone costiere di gran parte del continente euroopeo, dell'Africa meridionale e dell'Asia occidentale. In Italia è diffusa in tutto il paese fino a circa 1900 metri di altitudine.

Come è fatta la poiana

La poiana può raggiungere i 51 – 57 centimetri di lunghezza, con una coda di circa 16-18 centimetri. L'apertura alare è di 110/128 centimetri, per un peso medio di 500-1350 grammi. Il dimorfismo sessuale è leggero, in quanto le femmine sono più grandi dei maschi del 5-10%.

Il colore del piumaggio del dorso è piuttosto variabile e, infatti, vi sono alcune poiane molto chiare, mentre altre sono prevalentemente di colore castano scuro. Secondo la descrizione proposta dal progetto Parchi, foreste e Natura 2000 della Regione Emilia Romagna, le parti inferiori sono bianche e, nella maggior parte dei casi, presentano un collare più scuro con alcune strisce più brune sul petto, sul ventre e sui fianchi. I giovani sono simili agli adulti, ma le strisce sono quasi (o completamente) assenti.

Nelle regioni centro meridionali dell'areale europeo (quindi anche in Italia) la poiana ha spesso una colorazione bruno/fulva, con la banda pettorale chiara e particolarmente evidente. Proprio questo dettaglio aiuta a distinguerla dal falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).

In Sardegna e Corsica presenta una colorazione bruna omogenea nella parte superiore, con zone più pallide intorno alle copritrici del sopraccoda.

La poiana appartiene alla stessa famiglia dell'aquila reale (Aquila chrysaetos), la quale è però di dimensioni visibilmente maggiori. Mentre la poiana non supera i 130 centimetri di apertura alare, l‘aquila può arrivare addirittura a 240 centimetri.

Le due specie frequentano anche habitat diversi: mentre la poiana vive nei pressi delle aree boschive, l'aquila è invece diffusa nelle zone rocciose e raggiunge altitudini più elevate. Rispetto alla poiana è più incline all'utilizzo di ambienti distanti dal disturbo antropico.

Habitat e distribuzione

A livello globale la poiana è diffusa in tutta Europa (fatta eccezione per le zone polari) e in gran parte dell'Asia Nord occidentale, dalla Russia al confine con la Cina e il Sud del Kazakistan. Vi sono inoltre popolazioni in Africa meridionale e in una zona piuttosto ristretta dell'india Sud occidentale. È possibile avvistarla anche in alcune piccole aree della Costa d'Avorio e del Senegal, in Africa centro occidentale.

Sulle Alpi nidifica nelle aree boschive di latifoglie e conifere. La densità massima si raggiunge al di sotto dei 1500 metri di altitudine, ma può sfiorare anche i 2000 metri. Secondo la IUCN l'areale della popolazione italiana risulta essere piuttosto vasto e in ulteriore incremento. Nel nostro paese il numero di individui maturi è stimato in 8000-16000.

In Italia è sedentaria, ma le popolazioni eurasiatiche distribuite a latitudini più settentrionali, tendono a migrare su distanze medio/lunghe per raggiungere ambienti più temperati durante i mesi invernali.

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La Lista Rossa IUCN delle specie minacciate – 2023

Comportamento

La poiana è un rapace diurno ed è quindi visibile con maggiore facilità rispetto ad altre specie come il gufo comune (Asio otus) e il barbagianni (Tyto alba). Spesso vola volteggiando in cerchio e sfruttando le correnti di aria calda che si alzano dal terreno. Quando batte le ali lo fa in maniera lenta e profonda e durante le planate tiene invece le ali piatte. In generale tende a utilizzare spesso vocalizzazioni e, soprattutto nel periodo degli accoppiamenti, emette un richiamo che sembra un miagolio prolungato.

Come il biancone e il gheppio, anche la poiana talvolta propone il comportamento detto "spirito santo", ovvero un particolare volo vibrato e controvento, in cui rimane immobile nella forma che ricorda un crocifisso. Inoltre è possibile osservarla posata sui pali dei campi e dei frutteti, mentre attende di individuare la possibile preda. Talvolta la si può vedere anche a terra, intenta a cercare cibo negli ambienti coltivati e nelle aree dei pascoli alpini in cui, sul finire dell'estate, abbondano le cavallette.

Solitamente la specie nidifica sugli alberi, oppure su rocce isolate che offrono lo spazio necessario per creare un nido. La femmina depone da 1 a 4 uova durante la primavera (tra marzo e giugno). Entrambi i sessi si occupano della cova, che dura poco più di un mese. In seguito alla nascita, i giovani rimangono con la madre per un periodo variabile di 40/5o giorni, al termine del quale raggiungono l'autonomia necessaria per spiccare il volo ed allontanarsi.

Cosa mangia la poiana

La poiana ha un regime alimentare piuttosto ampio. Si ciba di rettili, anfibi, insetti, altri uccelli e piccoli mammiferi. In caso di necessità può mangiare anche i resti di precedenti predazioni avvenute da parte di altri animali o carcasse in decomposizione.

La dieta della poiana è stata studiata nel dettaglio dai ricercatori dell'Aberdeen Centre For Environmental Sustainability, in Scozia e i risultati dello studio hanno rilevato che la popolazione del Nord della Gran Bretagna predilige i lagomorfi (l'ordine dei mammiferi a cui appartengono ad esempio le lepri), che costituiscono il 70% del totale della dieta. Il numero di lagomorfi presenti all'interno dell'habitat, secondo i ricercatori, può influenzare anche la densità delle poiane all'interno di un determinato territorio.

La poiana e l'uomo

Fino agli anni Sessanta, la specie è stata vittima di numerose uccisioni da parte dell'uomo e per questo motivo nei decenni successivi sono nate alcune forme di tutela della poiana, che oggi è protetta secondo l'Articolo 2 della Legge 157/92).

Questo processo ha portato effettivamente ad un aumento del numero di individui. Purtroppo, però, il bracconaggio rimane ancora una delle principali minacce per la specie. Ulteriori rischi sono determinati dall'intervento umano sull'habitat e dall'utilizzo massiccio di pesticidi.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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