Sono scomparsi i cani intrappolati dalla lava eruttata dal vulcano Cumbre Vieja sull'isola di La Palma il 19 settembre e per i quali si stava organizzando un’operazione di salvataggio con i droni senza precedenti.
Lo ha spiegato Jaime Pereira, l’amministratore delegato della compagnia incaricata del salvataggio, l’Aerocamaras, che ha precisato che, dopo aver effettuato una ricognizione della zona con le telecamere, non ha trovato traccia dei cani.
L’ipotesi più attendibile è che si siano rifugiati da qualche parte, per esempio sotto i cespugli, forse per proteggersi dalle alte temperature che questa zona dell'isola registra a causa delle grandi quantità di lava presenti. E infatti, la compagnia ha chiesto i permessi per continuare a condurre voli con droni sull’area anche con una termocamera che sarà in grado di rilevare meglio gli animali nel tardo pomeriggio, quando la temperatura nella zona si abbasserà.
Due cani intrappolati in un’abitazione in fiamme: il video del salvataggio
Martedì i tecnici di Aerocámaras hanno effettuato la prima prova di salvataggio che si è rivelata un successo: «Abbiamo calcolato tutto» ha confermato Pereira. «L’operazione è stata studiata per molti giorni e ormai siamo pronti nel caso in cui li trovassimo. Che è la nostra speranza».
La situazione dei cani è davvero drammatica perché sono smagriti e allo stremo delle forze. Raggiungerli è impossibile anche dagli elicotteri che non possono volare nell'area perché la cenere e il gas caldo del vulcano potrebbero danneggiare i loro rotori. I droni, che già ora servono per portare loro da mangiare, sono davvero l’unico modo per salvarli.
L’impresa spagnola ha messo a punto un meccanismo di reti, che possono sostenere fino a 20 chili, con cui cercherà di prendere i cani e portarli in salvo. E queste reti saranno appunto trasportate dai droni.
Un equipaggio di Aerocameras è arrivato sull'isola lunedì dopo aver ricevuto il via libera dalle autorità locali per effettuare l'operazione. Pereira, in un’intervista alla televisione privata Telecinco aveva spiegato che l’azienda non ha «esperienza nel trasportare un animale vivo con un drone» e che il successo della missione «sarebbe dipesa in gran parte da come i cani avrebbero risposto al drone».
Infatti, il rischio è che «il cane sentendosi preso dalla rete possa reagire scappando, muovendosi o saltando. È vero che il drone ha un sistema di sgancio rapido per riportare l'animale a terra, ma i pericoli ci sono». Ma di alternative non ce ne sono, sostiene l'A.d. perché «o li tiriamo fuori o probabilmente tra qualche giorno o settimana non esisteranno più».