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12 Febbraio 2023
12:00

La genetta comune (Genetta genetta)

La genetta comune è un mammifero carnivoro originario dell''Africa e diffuso anche in Europa Sud occidentale. Il suo aspetto ricorda quello di un felino, ma appartiene alla famiglia dei Viverridi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La genetta comune (Genetta genetta) è un mammifero carnivoro diffuso in Europa sud-occidentale, in Africa e in alcune zone dell'Asia occidentale. Il corpo magro e lungo ricorda quello di alcuni mustelidi o dei felini, ma la genetta appartiene alla famiglia dei Viverridi, una delle più primitive tra i carnivori.

Esistono 14 specie di genetta, le quali si differenziano per tipologia di habitat, per dimensione e per i colori del mantello.

Come è fatta la genetta comune

Le genette hanno il corpo lungo e magro che termina con una coda che, solitamente, è lunga almeno quanto il corpo. Sembrano felini, tranne che per il muso dalla forma più allungata. Generalmente il mantello è di color crema lucido e presenta un motivo a macchie scure o marmorizzate. La pelliccia ha una consistenza estremamente morbida.

Le zampe terminano con artigli semi-retrattili. L'enorme flessibilità del loro corpo gli permette di muoversi anche in spazi estremamente ristretti.

Secondo quanto riportato dal Museo di Zoologia dell'Università del Michigan, i soggetti adulti possono pesare fino a 3 chilogrammi, mentre la lunghezza, generalmente, non supera i 60 centimetri.

Per quanto riguarda la tassonomia delle genette, la suddivisione in sottospecie è un argomento di studio in continua evoluzione, ma generalmente ne vengono riconosciute 4, oltre alla nominale: Genetta del Congo, (che si trova in Africa centrale e occidentale ed è un'ottima nuotatrice), Genetta afra (diffusa in Tunisia, Algeria e Marocco), Genetta schreberi (Africa orientale e meridionale) e Genetta meridionalis (in Africa meridionale).

Comportamento

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Le genette sono animali principalmente solitari, sebbene gli home range di maschi e femmine, in certe situazioni, possano sovrapporsi. Gli individui dello stesso sesso, invece, occupano territori esclusivi.

Le genette possono spostarsi da un luogo a un altro correndo, ma anche arrampicandosi agilmente sugli alberi e sugli arbusti. Hanno abitudini notturne e solo raramente si muovono durante il giorno. In alcune zone dell'areale di distribuzione, però, vengono segnalate attività predatorie anche al crepuscolo.

Secondo uno studio condotto dall'Università di Strasburgo le genette comunicano con i propri simili sia attraverso la comunicazione visiva che attraverso l'olfatto. Come i mustelidi, infatti, sono dotate di ghiandole sebacee il cui odore permette di farsi rilevare dai propri simili.

In alcuni periodi dell'anno l'aggressività interspecifica risulta aumentare, mentre quando si allontana il periodo degli amori, le genette tornano ad una vita maggiormente solitaria, riparandosi tra le rocce, nelle cavità degli arbusti e, di tanto in tanto, nelle tane abbandonate di altri animali.

Riproduzione

Le femmine di genetta comune entrano in calore durante la stagione delle piogge nei territori sub tropicali e tropicali, ma questo elemento può cambiare in base alle condizioni climatiche. Durante l'accoppiamento sia i maschi che le femmine emettono suoni simili ai miagolii.

La gestazione dura generalmente tra le 10 e le 11 settimane, al termine delle quali la femmina partorisce da uno a tre cuccioli, i quali nascono ciechi e completamente dipendenti dalla madre.

Lo svezzamento dura circa 8 settimane e, l'assunzione di cibo solido avviene gradualmente. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 2 anni di età sia dai maschi che dalle femmine.

Alimentazione

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La genetta è un animale carnivoro che si nutre principalmente di roditori, uccelli, rettili e insetti, tuttavia, la sua dieta varia in base all'ambiente in cui vive e alla disponibilità delle prede.

In genere, le genette che vivono in ambienti aperti prediligono roditori come topi e gerbilli, mentre quelle che vivono in aree boschive prediligono uccelli e rettili.

Uno studio dell'Università di Lisbona, condotto nel Parco Naturale di Sintra-Cascais, in Portogallo centrale ha analizzato 588 escrementi di genetta comune, rilevando anche la consumazione di carcasse appartenenti ad altre specie e rifiuti di origine antropica.

Si tratta di una specie estremamente opportunista e, secondo un ulteriore studio condotto dall'Università di Barcellona, in alcune situazioni, le genette si nutrono anche di frutti e di alimenti vegetali, sebbene questo accada maggiormente in estate.

Habitat e distribuzione

La genetta comune è distribuita dalla savana dell'Africa subsahariana fino alle aree boschive del Maghreb. In Europa, invece, la sua distribuzione è limitata alla Penisola Iberica e la Francia Meridionale e, secondo i ricercatori è possibile che sia stata introdotta dagli arabi oltre mille anni fa.

Da qualche anno, inoltre, si sta espandendo anche in Italia dove, dopo il primo avvistamento nel 2008, è in costante aumento. Un recente studio, condotto da Giuseppe Mazza ed Emiliano Mori, ha raccolto le 39 segnalazioni riguardanti la genetta comune nel nostro paese, provenienti soprattutto l'Italia Nord occidentale e, più nello specifico, dalla Liguria, in provincia di Imperia e Savona. 

Vi sono, però, anche due osservazioni insolite che provengono  invece dal Veneto e dall'Emilia Romagna».

La genetta comune e l'uomo

La genetta comune è elencata nell'appendice V della direttiva Habitat (92/43/CEE). In Italia è considerata alloctona e pertanto non è previsto alcun intervento di conservazione. L'European Mammal Assessment nel 2007 la ha considerata la specie come "Least Concern" e, quindi, non viene valutata come "a rischio di estinzione".

La presenza di questa specie aiuta a mantenere in equilibrio le popolazioni di parassiti. Occasionalmente, però, può introdursi nei pollai alla ricerca di prede. Nei luoghi in cui è presente la genetta in maniera massiccia, quindi, è meglio predisporre apposite recinzioni, in modo da non favorire la nascita di un possibile conflitto con le attività antropiche.

Trattandosi di un animale selvatico, bisogna assolutamente evitare di offrirle cibo e trattarla come una specie domestica.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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