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24 Luglio 2022
15:00

La caravella portoghese (Physalia physalis)

La caravella portoghese è un celenterato marino che viene spesso scambiato per una medusa. Vive nelle acque marine tropicali, ma è stata avvistata anche in Italia. In alcuni rari casi, la sua puntura può essere letale.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La caravella portoghese (Physalia physalis) è un un celenterato marino appartenente alla classe degli idrozoi, ordine dei sifonofori, genere Physalia. Il curioso nome di questo animale deriva dalla somiglianza della sua struttura alle navi a vela tipiche del Cinquecento, dette appunto, caravelle. Si tratta dell'aggregazione di quattro specie di polipi, ovvero animali acquatici appartenenti al phylum Cnidaria, che hanno sviluppato tra loro un rapporto di interdipendenza.

Questa specie presenta una parte superiore galleggiante e lunghi tentacoli sommersi e, per via delle sue forme, viene spesso confusa con le meduse. Viene considerata pericolosa per gli esseri umani, in quanto i suoi tentacoli sono fortemente urticanti e possono causare ustioni e, più raramente, addirittura shock anafilattici.

Come è fatta la caravella portoghese

La sacca galleggiante, chiamata pneumatoforo, che assume la caratteristica forma di una caravella, è trasparente con tinte blu, azzurre, rosa o viola. Oltre all'azoto e all'ossigeno, questa parte del corpo, che misura dai 9 ai 30 centimetri, contiene anche una percentuale di monossido di carbonio che l'animale è in grado di generare in autonomia, oltre a poterlo prelevare dall'ambiente circostante. La capacità di espellere e prelevare queste sostanze permette alla caravella portoghese di cambiare forma e di immergersi per alcuni istanti, modificando così le sue doti di navigazione e riuscendo a fuggire dai predatori.

Nella parte inferiore della sacca, si trovano i gastrozoidi, i quali si occupano di scomporre le proteine, i carboidrati e i grassi della preda. Ad occuparsi della riproduzione sono invece i gonozoidi.

I tentacoli della caravella portoghese infine, sono costituiti da dattilozoidi e, secondo uno studio del Dipartimento di Ecologia e Biologia Evolutiva della Brown University, pubblicato nel 2019, possono raggiungere anche i 30 metri di lunghezza e, in base alle diverse fasi della vita si distinguono non solo per dimensione e lunghezza, ma anche per colore: possono essere blu turchese, rosa o viola/rosa e, secondo i ricercatori le varietà di colore dipendono anche dalla dieta degli individui.

Habitat e distribuzione

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La caravella portoghese vive nelle acque marine tropicali calde, come le coste delle isole Keys in Florida, il Golfo del Messico, l'Oceano Indiano e il Mar dei Caraibi. Secondo quanto riportato sul sito del Museo di Zoologia dell'Università del Michigan, questi animali sono particolarmente comuni anche nel Mar dei Sargassi e, con l'aumento delle temperature, negli ultimi anni sono stati avvistati anche nel Mar Mediterraneo.

Si tratta di eventi molto rari, ma è bene segnalare che alcuni individui sono stati avvistati anche nei mari italiani, in particolare al largo di Lampedusa e Linosa, ma anche nei pressi di Catania, Siracusa, Palermo e sulla costa meridionale della Sardegna.

Alimentazione

Si nutre principalmente di avannotti, ovvero giovani pesci, e di pesci adulti di piccole dimensioni. Può consumare anche gamberetti o altri crostacei, ma circa l'80% delle sue prede è rappresentato da pesci. Cattura le prede con i suoi tentacoli, che utilizza anche per la difesa dai predatori, tra i quali troviamo Liocarcinus vernalis, una specie di grosso crostaceo detto anche "granchio della sabbia".

Una volta catturata, la preda viene digerita dai gastrozoidi, i quali secernono gli enzimi per scomporre i nutrienti, che poi vanno in circolo raggiungendo ogni parte della caravella portoghese. Le parti non digeribili, invece, vengono espulse dal corpo.

La vita della caravella portoghese

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Tutti gli zooidi che formano una Physalia physalis sono geneticamente identici, ma ognuno di essi svolge funzioni specializzate, tra cui l'alimentazione e la riproduzione. Il loro insieme consente alla cosiddetta "colonia" di operare come un singolo individuo, ma anche come insieme.

Questo animale ha un ciclo vitale piuttosto complesso e si sa ancora molto poco sui dettagli della sua vita, ciò che è però certo è il fatto che è ermafrodita. Ogni singolo soggetto è di fatto costituito da parti maschili e femminili. L'uovo, una volta fecondato, si sviluppa in una forma larvale cosiddetta "planctonica", la quale produce una colonia di Physalia per gemmazione asessuata, come avviene nelle piante e nei funghi.

Pericolosità per l'uomo

Secondo i dati pubblicati dall'Australian Museum, che si occupa di studiare questa specie molto diffusa nell'emisfero australe, ogni anno solo in Oceania vengono segnalate circa dalle 10 alle 30 mila punture di caravella portoghese.

La puntura della caravella portoghese avviene quando le zone urticanti del suo corpo vengono stimolate attraverso il contatto. I tentacoli, infatti, sono armati di spine e punte, le quali favoriscono la penetrazione e l'ancoraggio alla cute della vittima e contengono, inoltre, una miscela tossica di proteine e fenoli, che iniettano attraverso un poro terminale.

Le punture della caravella portoghese possono causare forti dolori negli esseri umani e lasciare piaghe per più giorni. Il dolore si esaurisce in 24/48h circa, ma gli effetti in alcuni casi possono aggravarsi e causare shock anafilattici, problemi respiratori o addirittura la morte, ma solo nel caso di soggetti sensibili o che presentano predisposizioni allergiche.

Per questi motivi, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) chiede a chiunque avvisti un individuo di caravella portoghese nei mari italiani di segnalarne la presenza con immagini o video inviando una mail all'indirizzo creato appositamente dall'istituto.

Sempre secondo l'Australian Museum, in caso di puntura è bene individuare un luogo in cui fermarsi senza toccare la zona colpita. In seguito si può risciacquare l'area con acqua salata e rimuovere le cellule urticanti. Risulta particolarmente importante rivolgersi immediatamente al medico se le punture si trovano nei pressi della gola o degli organi vitali, se la persona colpita è sensibile o ha predisposizioni allergiche.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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