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Kodami Call

Invece di mangiarla al ristorante, la compra e porta via un’aragosta: ma liberarla in mare è il gesto giusto?

Una turista svizzera in vacanza in Sardegna non se l’è sentita di lasciar bruciare vivo il grande crostaceo nella pentola di acqua bollente dove viene messo per essere cucinato. Così se l'è fatto portare in un secchiello e l'ha rilasciato in mare. Un bel gesto ma prima di agire bisogna porsi delle domande.

17 Settembre 2023
18:17
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È entrata in un ristorante di pesce a Golfo Aranci, Comune in provincia di Sassari nel nord della Sardegna, ma anziché ordinare il piatto speciale del locale, l'aragosta alla catalana, ha chiesto che le venisse portata viva in un secchiello in modo da poterla liberare, rilasciandola nel suo ambiente naturale.

La turista svizzera in vacanza sull’isola, insomma, non se l’è sentita di lasciar bruciare vivo il grande crostaceo nella pentola di acqua bollente dove viene inserito solitamente per essere cucinato. Del resto diversi studi hanno dimostrato che le aragoste, come i polpi e i calamari, sono esseri senzienti che provano dolore. Uno dei più noti, addirittura, quello condotto dagli scienziati della London School of Economis, è riuscito anche a convincere il Governo britannico a promuovere un disegno di legge, l'Animal Welfare Sentience Bill, che riconosce gli animali come esseri senzienti, ovvero dotati di emozioni e cognizioni.

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Tornando alla turista animalista, il suo gesto è stato immortalato dai titolari del ristorante e da altri ospiti increduli che poi lo hanno diffuso sui social, tanto da far salire la notizia agli onori della cronaca. La donna ha pagato circa 200 euro per un esemplare di due chili e l’animale, così, è stato trasferito in un secchio trasparente e portato al tavolo vivo. La signora ha accarezzato l’aragosta e dopo l’ha lasciata scivolare nell’acqua bassa del lungomare al quale era molto vicina, in compagnia del marito. Non appena l’animale ha capito di aver riconquistato la sua libertà, è scappato via.

Al di là del gesto che lascia ovviamente stupiti, sia chi non può credere di spendere 200 euro per "non" mangiarsi l’aragosta, sia chi invece libererebbe ogni animale obbligato a vivere in cattività, bisognerebbe in realtà chiedersi se l’aragosta salvata, rigettata in mare, possa ritornare a stare bene come prima di essere pescata. Una domanda che, fatta riguardo a un animale selvatico cresciuto in cattività, per esempio, ha una risposta negativa in molti casi se non si passa attraverso un centro di riabilitazione con esperti che possono valutare se quel determinato soggetto è in grado poi di sopravvivere in natura.

In questo caso, fortunatamente, la risposta è diversa. Infatti, l’aragosta, animale marino che vive negli oceani e anche nelle acque costiere, se viene presa da una vasca di un ristorante e rilasciata in mare, può avere buone probabilità di sopravvivere nel suo ambiente naturale ma solo a una condizione: che la sua salute non sia già compromessa a causa, per esempio, di ferite o danni riportati. Spesso, per esempio, una volta pescate vengono loro tagliate le antenne, ma queste hanno una funzione importantissima, sia nella comunicazione sia nella recezione di stimoli esterni. Con le antenne le aragoste spaventano i predatori, captano i feromoni dei propri simili e il cibo e quanto gli vengono toccate, nella migliore delle ipotesi si spaventano e diventano confuse, nella peggiore, se vengono danneggiate, non possono più svolgere la funzione per cui esistono.

Inoltre, poi, c’è la questione riadattamento che potrebbe richiedere un po' di tempo per riappropriarsi nuovamente dell'ambiente marino, specialmente se l'aragosta è stata tenuta in cattività nella vasca per un po' di tempo. Durante questo periodo di adattamento, infatti, potrebbe essere molto più vulnerabile ai predatori. Altro elemento importante è dove viene rilasciata, che deve essere un'area appropriata del mare, come una zona con le giuste condizioni ambientali per l'aragosta.

Tutto questo discorso, è per dire che, in generale pur trattandosi di gesti nobili e come in questo caso eclatanti, è sempre molto importante farsi delle domande e farsi soprattutto quelle giuste: perché qualunque azione svolta nei confronti di un animale è importante che sia compiuta in modo responsabile ,visto che l’unico obiettivo deve essere garantire il suo benessere. Quindi, è sempre meglio non agire di impulso ma magari consultare un esperto che sicuramente sarà in grado di dire con certezza se il gesto che ci sembra così a favore dell'animale ha davvero il valore che siamo convinti possa avere.

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Simona Sirianni
Giornalista
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