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21 Dicembre 2021
14:07

Incendio nella Villa Comunale di Napoli: cosa è successo agli animali?

Le dinamiche dell'incendio nella Villa Comunale di Napoli restano ancora tutte da chiarire, invece sappiano già quali effetti (molto negativi) ha avuto sugli animali che ci abitano.

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Incendio villa comunale

Prima lo scoppio e poi le fiamme: è così che nella serata del 20 dicembre si è sviluppato l'incendio che ha distrutto alcuni alberi all'interno della Villa Comunale di Napoli. Il rogo, di probabile origine dolosa, è partito da alcuni banani.

«Non si è capito ancora bene cosa abbia dato il via alle fiamme ma sicuramente c'è stato un innesco», ha dichiarato il sindaco Gaetano Manfredi nel primo sopralluogo subito dopo l'incendio. Starà ora ai Carabinieri della Stazione Chiaia e del Nucleo radiomobile di Napoli chiarire le responsabilità ed eventualmente dare un volto ai piromani.

Secondo le prime ricostruzioni a causare l'incendio sono stati dei ragazzi che giocavano con alcuni petardi. Se le dinamiche restano però ancora da definire, non si può dire lo stesso per gli effetti di un simile evento sull'ecosistema della Villa che accoglie numerose specie selvatiche come anfibi, roditori, chirotteri e soprattutto uccelli.

«La situazione avifaunistica della Villa Comunale è molto particolare perché, pur essendo di dimensioni contenute e in un luogo molto urbanizzato, accoglie almeno trenta le specie di uccelli», spiega a Kodami l'ornitologo e divulgatore Rosario Balestrieri.

In questo periodo nella Villa Comunale non ci sono uccelli nidificanti e migratori ma svernanti come codirosso spazzacamino, storni, pettirossi, ballerine bianche e gialle, e anche tordi bottacci. Sono gli individui di questa particolare categoria che ieri notte hanno affrontato le fiamme della Villa.

L'avifauna della Villa Comunale

Incendio villa comunale uccello
Codirosso spazzacamino. Foto di Rosario Balestrieri

I danni dati dal fuoco sono circoscritti a tre palme, e non si registrano per il momento vittime animali. Tuttavia, i segni lasciato sulle comunità di volatili potrebbero essere molto più profondi di quanto si creda, soprattutto a causa dei forti scoppi che hanno preceduto l'incendio vero e proprio.

Rumori molto forti quando è già buio sono in grado di disorientare gli uccelli, soprattutto le specie diurne che di notte hanno una visibilità ridotta. Ciò provoca voli indotti dalla paura che hanno spesso conseguenze disastrose nelle grandi città.

«L'incendio è scoppiato sul lato della Villa che dà sul grande spazio aperto di piazza Vittoria, se il rogo si fosse sviluppato in un "dormitorio di uccelli" tra i palazzi sul versante della Riviera di Chiaia, gli uccelli volando sarebbero andati a impattare contro palazzi – chiarisce l'ornitologo – Il Lungomare ha evitato il peggio fornendo ampi angoli di manovra e per questo l’impatto è stato contenuto». Al momento non sono stati rinvenuti cadaveri di uccelli come invece è successo con gli storni di Roma il 31 dicembre dell'anno scorso.

«L'impatto con le costruzioni antropiche è la prima causa di morte per gli uccelli in aree urbane – ricorda Balestrieri – Ma non è la sola». Il disorientamento causato dai forti rumori innesca una serie di fenomeni molto negativi per l'avifauna urbana.

L'effetto dei botti sui volatili

Cormorani
Cormorani. Foto di Rosario Balestrieri

Con l'avvicinarsi del 31 dicembre inizia il periodo di preparazione ai grandi botti di Capodanno. Tra Napoli e provincia sono già stati sequestrati numerosi botti illegali: 207 esplosivi artigianali nel Rione Traiano e oltre 20 chili in un'abitazione di Villaricca, sono solo le ultime operazioni per il primo Capodanno libero da restrizioni dopo la zona rossa dell'anno scorso.

La tensione è alta e a fare le spese di questo rito umano sono ancora una volta gli animali: «I botti sono una grande minaccia per gli uccelli, soprattutto per gli svernanti che vengono a Napoli dal centro e nord Europa in una fase di vita molto difficile – spiega Balestrieri – Nel periodo dello svernamento le risorse trofiche (risorse alimentari n.d.r.) sono limitate, a questo si aggiunge la concentrazione degli uccelli nelle poche aree dal clima mite, ciò fa crescere la competizione intraspecifica».

Gheppio
Sparviere. Foto di Rosario Balestrieri

A questo stress naturalmente presente in natura si aggiunge quello portato dall'uomo che però gli animali non hanno gli strumenti per decifrare e affrontare: «Se gli uccelli si trovano a dover scappare via ad ogni botto sprecano energie che dovrebbero dedicare al volo e tolgono tempo alla ricerca di cibo – sottolinea l'ornitologo – Oltre al disorientamento entra quindi in gioco anche il deperimento».

Una condizione che rende l'avifauna della Villa Comunale una preda facile per altri animali che invece risiedono in città tutto l'anno e che ne conoscono le insidie.

«I voli indotti dalla paura favoriscono la predazione – conclude Balestrieri – A Napoli ci sono numerosi gheppi e sparvieri, quest'ultimo in città sverna e si nutre dei passeriformi. Altri predatori sono la civetta e un potenziale predatore sempre più ornitofago in ambienti urbani è il gabbiano reale».

Insomma, una miccia accesa in piena notte può compromettere globalmente la salute degli uccelli residenti in Villa.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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