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22 Novembre 2023
17:45

In Friuli nasce il Biotopo di Pradiziolo, l’obiettivo è proteggere il pipistrello più grande d’Europa

In Friuli Venezia Giulia è nato il "Bosco delle nottole giganti", un biotopo indispensabile per proteggere una specie rara di cui sappiamo ancora poco.

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Una nottola gigante nel suo rifugio arboreo. A destra è ben visibile la testa di un neonato. Foto Anne Maernum, 13 giugno 2022.

Lo scorso 16 novembre, a Cervignano del Friuli, poco distante da Monfalcone, è stato inaugurato il biotopo del Bosco di Pradiziolo. La tutela del sito, concessa dall'Ufficio Tutela dell’Ambiente, sostenibilità e gestione delle risorse naturali del Friuli Venezia Giulia, favorirà la riproduzione delle nottole giganti (Nyctalus lasiopterus), una specie di pipistrello di grandi dimensioni e tra le più minacciate d'Europa.

Il bosco misura trentanove ettari e alcuni degli alberi presenti, pur essendo in salute, sono cavi. È proprio questa particolare caratteristica a fornire l'habitat ideale per la riproduzione delle nottole.

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L’area delle ricerche

La richiesta di riconoscimento dell'area protetta è stata avanzata da un gruppo di ricercatori, del quale fa parte anche Luca Lapini, zoologo del Museo di Storia Naturale di Udine, che a Kodami commenta: «È un importante risultato conservazionistico che, oltre a favorire la riproduzione di una specie di pipistrello tra le meno conosciute in Europa, permetterà anche di proseguire con la ricerca».

Il comportamento della nottola gigante

La nottola gigante è una grande specie arborea estremamente rara in Europa che, per quanto riguarda l'Italia, è stata segnalata solo in una ventina di località. «Fino a poco tempo fa si pensava che non migrasse, ma una nottola gigante marcata in Russia è stata poi trovata a circa 2.5oo chilometri di distanza dal luogo di marcatura – spiega Lapini – inoltre, grazie alla biotelemetria, sappiamo che in una sola notte questi grandi pipistrelli sono in grado di percorrere oltre 130 chilometri».

Vola spesso sopra i 1.000 metri di altitudine e perciò riesce sfuggire alle indagini bioacustiche che vengono condotte sui chirotteri, perché si muove al di fuori dei cosiddetti bat detector, come spiega l'esperto: «A complicarne l'individuazione vi è anche il fatto che emette vocalizzazioni sulla stessa banda di frequenza di altre specie e distinguerla è quindi estremamente difficile».

Anche dal punto di vista morfologico è facile confonderla con la nottola comune (Nyctalus noctula), diffusa nella stessa area: «L'unico modo per riconoscerla è attraverso la misurazione dell'avambraccio, perché quello della nottola gigante raggiunge i 69/70 millimetri, mentre quello della nottola comune non supera i 54 millimetri», aggiunge Lapini.

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I lati ventrali pelosi delle ali di Nyctalus lasiopterus permettono di distinguerla da altre specie sintopiche – Femmina incinta, 30 aprile 2019, frazione di Passons (Udine), foto di Alessandro Di Giusto

Le nottole giganti hanno l'abitudine di riunirsi all'interno di spazi comuni, chiamati nursery riproduttive: «Quello individuato a Pradiziolo è proprio un insediamento riproduttivo misto, ovvero condiviso con molti esemplari di Nyctalus noctula – spiega l'esperto – I conteggi indicano la presenza di più di duecento esemplari, ma non è stato ancora possibile studiare la proporzione fra le due specie, anche per questo motivo è importante proseguire con le ricerche».

La scoperta della specie e la richiesta di riconoscimento dell'area protetta

La prima segnalazione di nottola gigante in quest'area venne fatta da Anne Maenurm, fotografa di origine estone che, nel 2019 è riuscita a scattare numerose foto all'interno del bosco. Nel corso di 55 uscite ha raccolto importanti informazioni riguardo il comportamento della specie ed è stato a partire da questi risultati che è nato il gruppo di ricerca composto da Luca Lapini, Matteo De Luca, Marco Luca, Stefano Zanini e Sandra Bellomo, i quali hanno condotto uno studio pubblicato su Habitat online nel 2022, 

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Nyctalus noctula in volo fotografato durante l’emergenza serale dal posatoio misto studiato. Foto di S. Zanini–M. Luca, 12 luglio 2022.

«Il gruppo di studio è stato messo in piedi rapidamente e ci ha consentito di determinare gli animali presenti anche grazie a misurazioni e indagini bio-acustiche – aggiunge Lapini – Mi sento di ringraziare Anne Maenurm che, con la sua enorme sensibilità, ci ha consentito di segnalare correttamente agli uffici della Regione Friuli Venezia Giulia e al pubblico scientifico internazionale la presenza delle nottole, muovendoci con lo scopo prioritario e dichiarato di proteggere immediatamente il piccolo Bosco di Pradiziolo».

Lapini, che da decenni si occupa con dedizione anche alla presenza di sciacalli dorati in Italia, si dice particolarmente soddisfatto della nascita di questo biotopo, in quanto coincide con un suo momento professionale estremamente importante: «Dal 1° dicembre 2023 sarò in pensione e concludo con gioia questi 40 anni di impegno, sapendo di aver raggiunto un ultimo importante traguardo conservazionistico».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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