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24 Maggio 2022
13:47

Il Veneto dice no agli animali come premio nelle fiere: «Sono vite, non oggetti»

La Regione Veneto ha approvato un ordine del giorno proposto da EuropaVerde, per introdurre maggiori tutele del benessere degli animali, spesso ancora utilizzati come premi nelle fiere.

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Pesci rossi chiusi per ore in sacchetti di plastica. Cavie, conigli e uccellini costretti in gabbie minuscole. Fermi immobili in spazi angusti ad aspettare di essere “vinti” al luna park o alle fiere di paese. Una tradizione che sempre più persone rifiutano, convinti correttamente che un essere vivente non debba diventare la ricompensa per una partita, ma che la vita di questi animali vada maggiormente tutelata.

Cosa che pensa anche il legislatore, intervenuto con una legge nazionale che ha stabilito che gli animali domestici (e non) non possono più essere utilizzati come premi. Norma che, però, non sempre viene rispettata dalle Regioni italiane. Anzi. Fra queste il Veneto, come sostiene la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda che ha sollevato la questione e che è riuscita a far fare il primo passo all’amministrazione della sua Regione.

«Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno proposto da noi di EuropaVerde che mira a introdurre maggiori tutele del benessere degli animali che spesso vengono ancora utilizzati come fossero oggetti in regalo». scrive la politica sul suo profilo Facebook.

«Per fortuna da tempo l'uso di animali d’affezione è vietato, grazie al lavoro di tante associazioni… Ma, da quando ho conosciuto il mondo di Ricotta, il mio cavallo TPR, una razza normalmente destinata al macello, ho scoperto che ancora oggi animali come puledri di cavalli proprio della sua razza, asini, maiali e pulcini compaiono come primo premio in lotterie o eventi di vario tipo».

E aggiunge: «Chi li vince non può permettersi di mantenerli e quindi questi animali o rischiano di subire maltrattamenti o, specie i più grossi, finiscono quasi automaticamente per essere macellati. Per questo, grazie all'associazione HorseAngels Odv, ho scritto e proposto di fermare questa brutta abitudine anche in Veneto. Le tradizioni locali devono essere valorizzate e promosse quando positive, non quando promuovono una cultura ormai superata, dell'animale oggetto o premio».

Ora, però, i tempi sono più che maturi secondo Guarda: «Regioni come Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia hanno da tempo vietato l'uso come premio di tutti gli animali, non solo quelli d’affezione. In Veneto da oggi si comincerà a fare qualche passo in avanti: ora attendiamo il provvedimento di Giunta. È chiaro che ci sarebbero tante modifiche da apportare» conclude «ma partendo dalle piccole azioni possiamo lanciare un messaggio a tutti, facendo capire l’importanza di tutelare gli animali in quanto vite e non in quanto oggetti o cibo».

Si allunga, così, la lista delle regioni che, in virtù di una nuova coscienza etica e anche sull’onda della spinta associazionistica più attenta al benessere e al rispetto degli animali, scelgono di adeguare le proprie leggi e regolamenti alla sentenza del Consiglio di Stato n. 6317-04 che vieta di utilizzare qualsiasi animale vivo come premio-vincita-omaggio nei concorsi di qualsiasi tipo.

La scelta veneta è stata ovviamente accolta con grande entusiasmo anche da Horse Angels che attraverso le campagne della presidente Roberta Ravello, si è lungamente impegnata per cambiare atteggiamenti regolamentari e culturali poco rispettosi del benessere, ancora in uso in molte regioni.

Perché la legge c’è. Basta che venga ratificata dalle singole Regioni che hanno di fatto “giurisdizione” su questo genere di normative. Chiaramente la speranza è che il buon esempio ora delle Regioni che hanno già ratificato in tal senso, possa innescare un circuito virtuoso che crei proseliti ovunque in Italia.

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Simona Sirianni
Giornalista
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