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27 Marzo 2024
15:56

Il tuo cane sa cosa provi: ora lo dice anche la scienza

Per la prima volta dei ricercatori della Lincoln University di Londra e dell'Università di San Paolo in Brasile sono riusciti a dimostrare che i cani hanno delle rappresentazioni mentali ben chiare dei nostri stati emotivi, sia positivi che negativi, e non mostrano semplicemente comportamenti appresi quando rispondono alle espressioni di persone e altri cani.

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Ti guarda, ti sente, percepisce il tuo stato d'animo e sa cosa stai provando. A farlo è il cane che vive con te, il tuo compagno di vita e non è solo una percezione empirica che chiunque abbia una vera relazione con Fido percepisce nel quotidiano, ora è una certezza stabilita dalla scienza.

Per la prima volta dei ricercatori della Lincoln University di Londra e dell'Università di San Paolo in Brasile sono riusciti a dimostrare che i cani hanno delle rappresentazioni mentali ben chiare dei nostri stati emotivi, sia positivi che negativi, e non mostrano semplicemente comportamenti appresi quando rispondono alle espressioni di persone e altri cani.

I cani riconoscono le emozioni delle persone combinando appunto le informazioni provenienti da diversi sensi e questa è un’abilità che prima non era mai stata osservata se non negli esseri umani.

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I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Biology Letters della Royal Society. I ricercatori hanno mostrato a 17 cani immagini e suoni che rappresentavano diverse combinazioni di espressioni emotive positive (allegre o giocose) e negative (arrabbiate o aggressive) negli esseri umani e nei cani.

Le foto e gli audio erano di soggetti non familiari e sono state mostrate simultaneamente agli animali, senza alcun addestramento preliminare. Così il team ha scoperto che i cani guardavano le espressioni facciali che corrispondevano allo stato emotivo della vocalizzazione sia per i soggetti umani che per quelli canini, ovvero associavano il suono all'immagine attinente all'emozione provocata dall'ascolto. «Esiste un'importante differenza tra il comportamento associativo, come imparare a rispondere in modo appropriato a una voce arrabbiata, e riconoscere una gamma di segnali molto diversi che indicano lo stato emotivo – ha sottolineato il professore Daniel Mills, coautore dello studio – I nostri risultati sono i primi a dimostrare che i cani riconoscono veramente le emozioni delle persone e dei loro conspecifici».

«È importante sottolineare che i cani non hanno ricevuto alcun addestramento preliminare e non c'è stato un periodo di familiarizzazione con i soggetti coinvolti nel test – ha concluso l'esperto – Ciò suggerisce che la capacità dei cani di mettere insieme i segnali emotivi potrebbe essere intrinseca. Trattandosi di una specie altamente sociale, un tale strumento è vantaggioso e il rilevamento delle emozioni negli esseri umani potrebbe anche essere stato selezionato da noi attraverso il processo di domesticazione».

La percezione delle espressioni emotive consente agli animali in generale di valutare le intenzioni e le motivazioni sociali reciproche. Questo di solito avviene all'interno delle specie ma nel caso dei cani può essere vantaggioso riconoscere appunto le emozioni degli esseri umani così come quelle degli altri cani. In questo senso, la combinazione di segnali visivi e uditivi per classificare le emozioni degli altri ha dimostrato che i nostri migliori amici hanno delle abilità cognitive simili alle nostre: sono capaci, praticamente, di elaborare delle informazioni e avere dunque rappresentazioni cognitive di alto livello.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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