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10 Settembre 2023
11:47

Il presidente della Provincia di Bolzano dispone l’abbattimento di due lupi: «La specie qui non è in pericolo»

Arno Kompatscher, firma un altro controverso provvedimento contro la fauna selvatica, dando applicazione alla legge approvata nel giugno scorso. Associazioni animaliste sulle barricate.

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lupi

Nei giorni in cui il dibattito si infiamma sulla decisione, da parte del presidente della Provincia autonoma di Trento, di abbattere l’orsa F36, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, firma un altro controverso provvedimento contro la fauna selvatica, nello specifico contro due lupi che hanno scelto come areale la zona della Selva dei Molini e che potranno essere abbattuti.

La decisione è stata presa sulla base della nuova legge altoatesina e sulle perizie esterne ricevute, in particolare una del docente universitario Klaus Hackländer, direttore dell’Istituto di biologia della fauna selvatica e gestione della caccia dell’Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna. Secondo cui la popolazione di lupi in Alto Adige non sarebbe affatto in pericolo, visto che sarebbero almeno 29 gli animali presenti in zona e la popolazione è cresciuta costantemente negli ultimi 10 anni.

I due lupi al centro del provvedimento avrebbero predato alcune mucche di quattro alpeggi designati come aree di protezione dei pascoli, e rientrerebbero dunque a pieno nella disciplina della nuova legge approvata a giugno, che prevede che, previo parere dell’Ispra, è possibile disporre l’abbattimento di esemplari che si avvicinano troppo alle attività umane più difficili da difendere. Il decreto di abbattimento dei due lupi è di fatto la prima applicazione della legge, resta in vigore per 60 giorni ed è valido in una zona di circa 10 chilometri quadrati dal punto delle predazioni. In quest’area, gli uomini del Corpo Provinciale Forestale potranno procedere con l’abbattimento nel caso in cui avvistassero i lupi.

Immediate e inevitabili le reazioni indignate delle associazioni a tutela dei diritti animali (e non solo), non soltanto perché il lupo è una specie protetta a livello nazionale e internazionale, ma anche alla luce della recente morte dell’orsa Amarena, simbolo dei selvatici morti per mano dell’uomo. La perdita di Amarena, uccisa da un uomo che voleva impedirle di raggiungere un pollaio, ha addolorato e sconvolto migliaia di persone e dimostrato come l’uomo sia incapace di garantire una corretta convivenza con le specie selvatiche, e l’ordine di abbattimento “ufficiale” da parte dei rappresentati di territori che sembrano avere dichiarato guerra a questi due predatori – orsi e lupi – sembra spargere sale su una ferita molto profonda.

«Questa sera il presidente della Provincia di Bolzano ha firmato la condanna a morte di due lupi che saranno uccisi a caso tra quelli presenti in un’area di 10 chilometri quadrati – tuona Massimo Vitturi,  responsabile per gli animali selvatici per la Lav – Si tratta di un atto di violenza intollerabile che oltretutto fa carta straccia del parere del massimo istituto scientifico nazionale basandosi sulla valutazione di un professore dell’Università di Vienna».

Critiche sono arrivate anche dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa): «Penso che sia una pessima notizia che arriva dopo una pessima legge approvata a giugno e che il Governo non ha impugnato nonostante vada in contrasto con la Direttiva Habitat – ha detto la dirigente nazionale Annamaria Procacci – Ventinove lupi sono pochissimi: questi numeri dimostrano che il problema, in Alto Adige come altrove, non sono i grandi predatori, ma la prevenzione. Le malghe oggetto di predazione che difese avevano?».

L’ufficio legale della Lav sta già lavorando a un ricorso contro l’ordine di abbattimento, e per il 16 settembre intanto è stato organizzato un presidio a Trento per protestare contro l’ordine di abbattimento dell’orsa F36: «Con Lndc e Wwf Italia abbiamo presentato un ricorso al Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento contro il decreto di abbattimento di F36, firmato dal presidente della Pat Maurizio Fugatti – ricordano dalla Lav – A motivare questa incredibile condanna a morte dell’orsa è stato il falso attacco di cui F36 si è resa autrice lo scorso 30 luglio. Un episodio che non ha provocato alcuna ripercussione e che non era mai stato preceduto da danni a cose o persone. Questa condanna risulta ancor più grave se si considera che l’orsa è stata munita non più di 10 giorni fa, di un radiocollare che ne consente il costante monitoraggio, come previsto dal PACOBACE».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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