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2 Febbraio 2024
16:10

Il piccione accusato di spionaggio è stato liberato: l’India lo manda a casa

Fermato vicino a un porto di Mumbai il piccione protagonista di questa curiosa spy story, aveva destato sospetti per due anellini legati alle zampe. La Polizia aveva temuto che il volatile fosse implicato in attività di spionaggio e l'aveva fatto rinchiudere in una gabbia nell'ospedale veterinario della città.

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Dopo aver trascorso otto mesi sotto la custodia della polizia indiana, è stato finalmente scagionato e liberato. Ad essere accusato di essere una spia cinese, però, non è umano, ma un piccione “fermato e arrestato” vicino a un porto di Mumbai a maggio.

Il volatile protagonista di questa curiosa spy story, aveva destato sospetti per due anellini legati alle zampe, sui quali erano incise parole che sembravano scritte in "caratteri cinesi”: la polizia aveva temuto che il volatile fosse implicato in attività di spionaggio e l'aveva fatto rinchiudere in una gabbia nell'ospedale veterinario della città.

La svolta per il povero e inconsapevole piccione è arrivata solo nei giorni scorsi, quando finalmente è stata chiarita la sua identità: si tratta di un uccello da gara, specializzato nel volo in acque libere aperta, che si era avventurato da Taiwan fino alle coste occidentali dell'India, arrivando fino al porto di Mumbai, dove è cominciata la sua assurda storia. Con l'autorizzazione della Polizia, il volatile è stato quindi trasferito alla Bombay Society for the Prevention of Cruelty to Animals dove i veterinari gli hanno finalmente consentito di riprendere il volo.

La vicenda che ha coinvolto il piccione non è una novità per l'India ma è solo l'ultimo di numerosi “detenuti con le ali” dalle autorità del Paese con l'accusa di spionaggio. Nel 2016 gli agenti della sicurezza di frontiera presero in custodia un piccione scoperto vicino al confine con il Pakistan, l'acerrimo rivale, mentre portava un messaggio pare minaccioso al primo ministro Narendra Modi. Un altro fu tenuto sotto sorveglianza nel 2010 dopo essere stato trovato con un anello attorno al piede e un numero di telefono e un indirizzo sempre pakistani stampati sul corpo con inchiostro rosso.

Del resto, i piccioni viaggiatori esistono da sempre e pur essendo oggi uccelli molto poco apprezzati, le loro capacità sorprendenti hanno giocato ruoli fondamentali durante la storia, diventando di fondamentale importanza anche durante le due guerre. Si racconta che uno di loro consegnò la notizia della firma dell'armistizio fra Austria e Italia datato 3 novembre 1918. E Paddy, invece, il 6 giugno 1944 alle 8.15 partì dalle spiagge della Normandia e schivando proiettili e i famigerati falchi tedeschi che i nazisti avevano addestrato proprio per intercettare i messaggeri dell’aria, portò importanti informazioni cifrate in Inghilterra sull'appena avvenuto sbarco.

Difficile non domandarsi come facevano i piccioni viaggiatori a sapere dove portare il messaggio: per rispondere bisogna sapere qualcosa in più di questo volatile. Il piccione, infatti, ha un senso dell’orientamento molto spiccato che gli permette di ritrovare sempre la strada di casa e fare rientro al nido. Pertanto, succede che i piccioni viaggiatori non vanno dove vogliamo noi, ma semplicemente riescono sempre a ritornare nel luogo in cui sono nati e cresciuti. Non a caso in inglese si chiamano “homing pigeons” e non “traveler pigeons”. Questo significa che se vogliamo mandare una lettera a qualcuno che abita a 500 chilometri, non si potrà mandare un piccione nostro, ma se ne dovrà mandare uno recuperato in precedenza dove vogliamo che arrivi il messaggio. A quel punto il volatile farà di tutto per tornare dove è nato consegnando a chi di dovere la nostra missiva.

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Simona Sirianni
Giornalista
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