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28 Novembre 2021
9:20

Il “caso” del veterinario Guerra va in Cassazione per evasione. Rigettato il ricorso, resta il sequestro milionario

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del veterinario di Ravenna Mauro Guerra, che fu al centro di un caso di presunti maltrattamenti agli animali. I giudici supremi, però, non hanno discusso in merito alla storia che ha visto coinvolti alcuni suoi assistiti, ma il sequestro preventivo di alcune somme di denaro che, secondo l’accusa, sarebbero frutto di una evasione fiscale.

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La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del veterinario di Ravenna Mauro Guerra, che fu al centro di un caso di presunti maltrattamenti agli animali. I giudici supremi, però, non hanno discusso in merito alla storia che ha visto coinvolti alcuni suoi assistiti, ma il sequestro preventivo di alcune somme di denaro che, secondo l’accusa, sarebbero frutto di una evasione fiscale.

Il 28 gennaio il Tribunale del riesame di Ravenna aveva già rigettato una richiesta presentata dal veterinario, confermando il sequestro preventivo che era stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari qualche giorno prima, l’8 gennaio. Nel corso del procedimento Guerra aveva proposto il ricorso in Cassazione per violazione e falsa applicazione dell’articolo 3 della legge sui reati tributari e perché a suo dire (secondo quanto riportato nell'atto degli Ermellini) l’omessa fatturazione o la sottofatturazione, «non costituirebbero mezzo fraudolento, potendo integrare, al più, la dichiarazione infedele». La difesa ha spiegato inoltre che i soldi sequestrati sarebbero stati frutto di risparmi accumulati dal 1992 a oggi. Il capitale accumulato (tra contanti e non) avrebbe raggiunto il milione di euro. Ancora sotto sequestro. Il ricorso fatto, secondo i giudici di Cassazione, è infondato.

Il veterinario finì al centro di un’inchiesta che lo vide coinvolto e che ha visto la costituzione, come parti offese, delle associazioni Animal Liberation Odv, Lega nazionale per la difesa del cane e Anpana. Lo studio di Ravenna, a dicembre 2020, venne sequestrato. Ma dopo alcuni mesi, in primavera, vennero tolti i sigilli. Al veterinario, oltre ai reati tributati, sono stati contestati anche quelli di maltrattamento e uccisione di animali, detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio. Il medico non ha alcuna restrizione cautelare e può continuare a operare. Non solo: oggi c’è un gruppo Facebook privato con oltre 2.300 simpatizzanti (molti dei quali pet mate dei suoi assistiti) che lo sostengono e che fanno rete per i loro animali.

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