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15 Gennaio 2024
8:54

I capodogli vivono in clan e ognuno ha il proprio dialetto

I capodogli, noti per la loro impressionante stazza, vivono in clan matrilineari con dialetti distinti e ben sviluppati, rivelando un linguaggio unico all'interno delle loro comunità.

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I capodogli, i più imponenti tra gli animali dentati, sono noti per la loro straordinaria organizzazione sociale. Questi magnifici mammiferi marini vivono in veri e propri clan, con una struttura sociale basata sulla linea materna. Di recente è stato scoperto che tali clan hanno sviluppato dialetti distinti, contribuendo a creare una sorta di linguaggio proprio all'interno delle loro comunità. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Royal Society Open Science.

I clan matrilineari dei capodogli consistono in circa una decina di femmine e le loro prole, che viaggiano insieme e si dedicano all'allattamento reciproco dei cuccioli. Ricerche approfondite hanno rivelato che queste unità sociali possono estendersi fino a comprendere anche 20.000 membri. All'interno di tali clan, i membri interagiscono solidalmente, prendendosi cura gli uni degli altri, partecipando attivamente all'allevamento della prole e difendendosi dagli attacchi delle orche. Studi precedenti hanno già dimostrato che le balene comunicano attraverso complesse sequenze di clic, conosciute come "codas" in inglese. Grazie ad un recente studio, però, è stato scoperto che tutti gli individui appartenenti a uno stesso clan utilizzino un dialetto comune durante le loro interazioni.

La scoperta è stata compiuta da Hal Whitehead, un esperto di capodogli presso la Dalhousie University in Canada, insieme al suo team. Attraverso l'uso di appositi microfoni subacquei, gli scienziati hanno dedicato numerosi anni allo studio delle comunicazioni tra i capodogli. Questa approfondita analisi ha svelato l'esistenza di sette distinti clan di capodogli nell'Oceano Pacifico, con una popolazione totale di circa 300.000 individui.

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Ogni clan è essenzialmente basato sulle femmine e i loro piccoli, mentre i maschi sembrano occupare una posizione periferica, servendo principalmente come mezzi per la riproduzione.  I capodogli maschi, infatti, lasciano le loro unità sociali natali durante l'adolescenza e si dirigono verso latitudini più elevate, lontano dalle loro madri e da altre parenti femmine che rimangono in acque calde.

Ciò che sorprende è che, nonostante tutti gli esemplari viventi nel Pacifico "parlino" la stessa lingua, ogni clan presenta un dialetto unico. I ricercatori hanno inoltre evidenziato che, sebbene i territori dei vari clan possano sovrapporsi, le balene appartenenti a clan diversi non interagiscono tra loro. L'indagine ha svelato ulteriori disparità tra i clan, andando oltre la diversità linguistica. I dati raccolti indicano differenze nel modo di spostarsi, nei livelli di successo nella ricerca di cibo, nei tassi di riproduzione, nella distribuzione geografica e nell'organizzazione della cura dei cuccioli.

Queste variazioni, simili ai diversi dialetti, sembrano derivare dall'apprendimento sociale, rappresentando manifestazioni della cultura specifica di ciascun clan. In questo contesto, la cultura viene definita come l'insieme di informazioni o comportamenti acquisiti attraverso l'apprendimento sociale condiviso tra i membri di una comunità. Tutto questo ha portato i ricercatori ad affermare che bisognerebbe riferirsi ai clan come vere e proprie nazioni di balene.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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