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15 Gennaio 2024
15:20

Il canile di Riccione colpito dal freddo: «Abbiamo bisogno di coperte calde»

L'Associazione “Konrad Lorenz”, che gestisce il canile intercomunale di Riccione, ha lanciato un appello chiedendo di donare coperte calde per i cani ospitati nel centro.

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Il freddo colpisce in gran parte d’Italia e canili e rifugi fanno quello che possono per cercare di dare il maggior riparo a propri ospiti. Non è facile, però, per via soprattutto dei numeri sempre esorbitanti di animali che vivono nelle strutture. Succede anche a Riccione dove, come ogni anno con l’arrivo del brutto tempo e del freddo, il canile necessita fortemente di coperte per tenere più al caldo possibile tutti i cani e i gatti presenti.

I volontari dell’Associazione “Konrad Lorenz e l’uomo incontrò il cane", che gestiscono il rifugio intercomunale fanno un accorato appello alla cittadinanza chiedendo di donare coperte calde e pesanti, in particolare in pile, lana e cotone, e lenzuola di caldo cotone e flanella. Non sono utilizzabili, invece, coperte trapuntate con imbottitura sintetica o naturale, così come materassi e piumini perché pericolosi in caso di ingestione.

Il canile di Riccione ha una capienza di 105 posti e attualmente conta 50 cani. Si occupa dell’assistenza sanitaria di circa 1.700 colonie feline, 490 delle quali solo a Riccione e per quanto riguarda il servizio di assistenza del canile prende in cura annualmente circa 400 gatti e 380 cani mentre. Le adozioni si attestano dalle 60 alle 100 all’anno, comunque un buon risultato.

«Durante la pandemia di Covid le adozioni hanno avuto un’impennata – spiega a Kodami Massimiliano Lemmo, presidente della Onlus – ora, però, si registra una forte diminuzione delle richieste con un aumento delle rinunce di proprietà, un modo per abbandonare il proprio cane, ma in maniera lecita. Si tratta di una vera emergenza alla quale dobbiamo fare fronte, in primis con la diffusione della cultura delle adozioni e del rispetto dei nostri amici. Il 70 per cento dei cani presenti al canile di Riccione è una rinuncia di proprietà, mentre il 30 per cento è stato preso in consegna perché vittima di maltrattamenti o per essere cani morsicatori».

Secondo l’associazione il fenomeno della rinuncia di proprietà, diffuso in tutto il territorio provinciale in maniera uniforme, trova la sua causa in parte nelle difficoltà economiche delle famiglie e in parte alla consapevolezza tardiva che il proprio cane non sia più idoneo al proprio stile di vita. C'è anche un altro fenomeno, però, che conduce all'abbandono: «Si tratta delle famose “adozioni online” – continua Lemmo – dove le famiglie, sull’onda delle emozioni, vengono convinte attraverso storie strappalacrime ad adottare un animale che, il più delle volte proviene da molto lontano, cosa che impedisce la creazione di quel fondamentale processo di conoscenza e di consapevolezza necessario al buon andamento dell’adozione. E così quando il cane arriva, a volte, se non corrisponde alle aspettative della famiglia, la soluzione è l’abbandono al canile».

I volontari, proprio per contrastare questa orribile pratica, offrono un’attività di assistenza e aiuto alle famiglie che si trovino in difficoltà a gestire il proprio animale, aiutando i pet mate ad apprendere più competenze nell’educazione dell’animale, ma mettendo anche a disposizione assistenza sanitaria e cibo proveniente dalle donazioni: «Bisogna arrivare a un'adozione consapevole ― conclude il presidente ― che concepisce il cane come un compagno di vita al quale garantire il massimo del benessere e della qualità di vita. Solo conoscendo bene il cane che si intende adottare e le sue caratteristiche, si può sperare in un inserimento nella famiglia adottiva che sia per sempre».

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Simona Sirianni
Giornalista
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