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31 Marzo 2022
12:05

I pesci rossi giganti che stanno invadendo il Nord America

I pesci rossi sono tra le specie più invasive al mondo. Diventano enormi, danneggiano gli ecosistemi e mettano a rischio la fauna locale. In Nord America gli ecologi li stanno studiando per proteggere gli habitat autoctoni.

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I comunissimi pesci rossi, oltre a essere tra gli animali da compagnia più diffusi, sono loro malgrado anche tra le specie più invasive e dannose del Pianeta. Il loro impatto sulla fauna e sugli ecosistemi è enorme ma negli ultimi anni sembra stia peggiorando. Ne sanno qualcosa stagni, fiumi e laghi di tutto in Nord America, letteralmente invasi da questi voraci alieni che possono arrivare a pesare oltre un kg per ben 40 cm di lunghezza.

Negli ultimi 40 anni molte città del Canada e degli USA hanno costruito sempre più stagni, bacini e vasche per facilitare il deflusso dell'acqua piovana e per arginare le inondazioni. Questi specchi d'acqua artificiali, spesso effimeri, poveri di ossigeno o addirittura salmastri sono diventati dominio incontrastato per migliaia di indistruttibili pesci rossi e questo è un problema. Basti pensare che l'estate scorsa, appena fuori Toronto, i biologi che li studiano ne hanno contati ben oltre 20mila in un unico stagno. Ma da dove vengono? E come mai sono un problema?

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Liberati dall’uomo i pesci rossi stanno invadendo stagni, bacini e fiumi di tutto il mondo

Il pesce rosso (Carassius auratus) è stato domesticato circa 1200 anni fa in Cina a partire probabilmente dal carassio, noto anche come carpa cruciana. Nella sua forma selvatica ancestrale, le sue scaglie erano di colore grigio-argentato, e non rosse o arancioni appariscenti come in quella domestica. Il colore rosso si deve a una mutazione comparsa spontaneamente negli animali allevati che sono stati poi successivamente reincrociati e selezionati proprio per conservarla. Da allora sono state selezionate molte altre varietà per forme, dimensioni e colori.

La facilità con cui vengono allevati e la bellezza delle varie forme domestiche li hanno resi i pesci ornamentali più apprezzati al mondo. A partire dal 1600 dall'Asia hanno iniziato a diffondersi nelle case, nei parchi e nei giardini di tutta Europa, finendo per arrivare in Nord America intorno alla metà del 1800. Da allora hanno iniziato a riprodursi in molti fiumi e laghi a causa delle liberazioni volontarie, diventando una delle specie più invasive del pianeta.

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I pesci rossi sono estremamente resistenti, prolifici e mangiano tutto ciò che capita a tiro

La loro è una presenza estremamente dannosa per tutti gli ecosistemi diversi da quelli d'origine, proprio come quelli studiati dagli ecologi della University of Toronto Scarborough e del Fisheries and Oceans Canada. Secondo gli esperti le popolazioni negli stagni, nelle pozze e nei Grandi Laghi nordamericani sono cresciute notevolmente nell'ultimo decennio, insieme a un aumento simultaneo della costruzione di bacini urbani o a bordo strada.

I pesci non ci sono arrivati di certo da soli, ma sono stati rilasciati dagli umani e hanno poi iniziato a riprodursi danneggiando ogni nuovo habitat in cui sono entrati. Con spazio e cibo a disposizione i pesci rossi diventano enormi, si riproducono velocemente e iniziano a mangiare qualsiasi cosa capiti a tiro. Insetti, altri pesci, girini e persino anfibi adulti, alterando irrimediabilmente la precaria armonia degli ecosistemi.

Alimentandosi incessantemente sul fondale, inoltre, smuovono sabbia e sedimenti, rendendo l'acqua perennemente torbida. Questo comportamento impedisce alla luce solare di arrivare sul fondo, causando persino la morte della vegetazione acquatica. Gli stagni diventano quindi poveri d'ossigeno, più caldi e inospitali per la maggior parte delle specie ittiche locali, ma non per i tenaci pesci rossi. Questa specie può infatti resistere a temperature relativamente alte e a lunghi periodi di anossia, cioè senza ossigeno.

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I pesci rossi sono tra l’altro tra gli animali da compagnia più bistrattati al mondo, un motivo in più per cui dovreste pensarci bene prima di acquistarli

Gli studiosi stanno perciò mappando e monitorando tutte le popolazioni alloctone di questa specie in Nord America, anche perché prevedono che a causa dei cambiamenti climatici questi pesci prolifereranno sempre più. Il progetto punta quindi a trovare un modo per gestire questi super-invasori e ad evitare che si diffondano ulteriormente in fiumi, stagni e specchi d'acqua naturali. Solo arginando questa e altre specie invasive si potranno proteggere habitat, fauna e pesci autoctoni, che altrimenti rischiano di sparire per sempre.

Tutto ciò, unito al fatto che i pesci rossi sono tra gli animali da compagnia più maltrattati e sottovalutati al mondo, è un ottima ragione per cui non dovreste più comprare (e soprattutto liberare in natura) questi animali.

Foto di copertina di Cole Burston, University of Toronto Scarborough

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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