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18 Giugno 2023
16:00

I gorilla sono molto resilienti alle difficoltà affrontate durante l’infanzia

Gli eventi traumatici che i gorilla di montagna vivono durante le primissime fasi della loro vita non influenzano le probabilità di sopravvivenza durante la vita adulta, contrariamente a ciò che accade in molte altre specie animali. Ciò dimostra la loro resilienza alle difficoltà.

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In molte specie animali, così come nella nostra, eventi avversi e potenzialmente traumatici vissuti nelle prime fasi della vita possono influenzare in maniera fortemente negativa la qualità della vita, condizionando per esempio lo stato di salute, i processi di sviluppo e maturazione individuale fino a diminuire le probabilità di sopravvivere più a lungo.

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Current Biology, un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan e della Dian Fossey Foundation, un’associazione che si occupa da decenni dello studio e della salvaguardia dei gorilla di montagna, ha cercato di capire in che modo questi animali subissero l’impatto di eventi avversi vissuti nelle prime fasi delle loro vite e in che modo questi potessero influenzare aspetti come il tasso di mortalità e di sopravvivenza durante il resto della loro vita adulta.

Per far ciò, sono stati sfruttati molti dati raccolti per 55 anni su 253 gorilla di montagna, che vivono in un contesto totalmente selvatico e naturale, facendo in particolar modo attenzione alla presenza o meno di 6 potenziali eventi traumatici di cui questi animali potevano far esperienza durante le prime fasi della loro vita, come ad esempio la perdita della madre o del padre, l’assistere all’infanticidio di un membro del gruppo, il non avere coetanei con cui interagire, essere in competizione con un fratello o una sorella nati immediatamente dopo di loro ed infine la presenza di un qualche tipo di instabilità sociale nel proprio gruppo.

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I risultati hanno mostrato come la presenza di uno o più di questi eventi traumatici influenzasse effettivamente in maniera negativa la probabilità di sopravvivere dei gorilla ma solo fino ai 6 anni di età e non durante la loro vita adulta. In altre parole, una volta superato con successo le fasi critiche iniziali dovute all’impatto di questi eventi avversi, non sembra che i gorilla subiscano degli effetti cronici negativi a medio-lungo termine per quanto concerne il loro stato di salute generale e quindi sulle probabilità di avere uno sviluppo normale e buone chances di sopravvivere durante la loro vita adulta.

Non solo, se venivano vissuti 3 o più eventi traumatici i gorilla (prevalentemente i maschi) riuscivano addirittura a sopravvivere meglio degli altri, con un decremento del rischio di morire di circa il 70%. Ad esempio, un esemplare maschio di nome Titus è riuscito non solo a sopravvivere alla morte di entrambi i genitori e di un suo fratello, ma anche a diventare uno dei membri gerarchicamente più rispettati di tutti, mantenendo questo suo status sociale per un periodo di circa 20 anni.

Questi risultati dimostrano come la plasticità comportamentale dei gorilla di montagna e la loro resilienza permetta loro di porre un freno agli effetti negativi causati da questi stress ambientali subiti durante le primissime fasi del loro sviluppo individuale, una caratteristica rara da riscontrare nel mondo animale dove solitamente eventi del genere causano la riduzione delle possibilità di sopravvivenza degli individui.

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Questa resilienza può essere dovuta sia a fattori biologici, cognitivi e comportamentali dei singoli individui, sia alle caratteristiche più generali legate alle dinamiche sociali dei gorilla, come ha dimostrato anche un'altro studio recente molto simile condotto su altri primati, dove anche grazie al supporto delle amicizie è più facile superare i traumi infantili.

Non è infatti sbagliato ipotizzare che molti fattori legati alle caratteristiche sociali della vita di questi animali possano fungere come una sorta di “scudo protettivo” che mitiga gli effetti negativi di questi eventi avversi per i giovani gorilla, ad esempio grazie alla propensione altruistica e prosociale degli altri individui presenti nel gruppo a prendersi cura di un giovane individuo nel momento in cui vengono a mancare uno o entrambi i suoi genitori, visti i numerosi casi di adozione di individui non imparentati fra loro dimostrati in questa specie.

Infine, con questi risultati viene dimostrata anche in maniera diretta la potenzialità adattativa di questo fenomeno e dei meccanismi biologici, cognitivi, comportamentali e sociali che lo causano in questa specie, dato che permette ai gorilla di mantenere alte le probabilità di sopravvivere a fronte di questi eventi avversi e anzi di incrementarle, dimostrando come questi animali riescano addirittura a trarre potenziali vantaggi dall’esperienza di queste avversità vissute sin dall’inizio della loro vita.

Sono un biologo naturalista di formazione, attualmente studente magistrale presso L'università di Pisa. Comprendere i meccanismi che muovono il comportamento degli animali e le ragioni che ne hanno permesso la loro evoluzione sono le domande principali che muovono la mia ricerca e la mia passione per l'etologia. Rispondendo ad esse, tento di ricostruire sia il filo conduttore che accomuna l'etologia di ogni specie animale, sia le differenze che distanziano ogni ramo evolutivo dall'altro.
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