9 Ottobre 2022
14:00

I figli delle femmine di babbuino giallo di alto rango raggiungono prima l’indipendenza

Nei babbuini gialli, il rango sociale delle madri e la forza delle loro relazioni sociali con gli altri membri del gruppo influenzano la velocità con la quale i loro figli maturano alcuni aspetti del loro comportamento come ad esempio l’indipendenza dalle madri.

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Uno degli aspetti cruciali dello studio della socialità nel mondo animale è comprendere l’influenza che possono avere i comportamenti sociali sulla vita degli animali. Ad esempio un nuovo studio conferma come i figli delle femmine di alto rango di babbuino giallo si rendono indipendenti dalle madri più velocemente degli altri.

Nello studio pubblicato sulla rivista Animal Behaviour, i ricercatori hanno studiato per 8 anni il comportamento sociale di un gruppo di babbuini gialli costituiti da circa 75 individui che vivono nel parco nazionale di Kansaka, in Zambia.

In particolare, i ricercatori si sono focalizzati sull’analisi delle relazioni sociali delle femmine adulte tentando di comprendere se caratteristiche come il rango sociale, il tipo e la qualità delle loro relazioni sociali con gli altri individui, potessero influenzare alcuni aspetti della vita dei loro figli.

Per far ciò, i ricercatori hanno calcolato per ogni femmina adulta il rango gerarchico che occupavano, il tipo e la forza delle relazioni sociali che intrecciavano con gli altri membri del gruppo assieme alla probabilità di sopravvivenza dei loro figli e alla velocità di maturazione comportamentale. Quest’ultima era quantificata con il tempo necessario ad ogni individuo immaturo nel manifestare comportamenti indipendenti, come ad esempio quelli che li portavano ad allontanarsi dalle loro madri.

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E’ emerso che all’aumentare del rango sociale delle madri e in presenza di un network sociale forte fra queste ultime e gli altri individui adulti del gruppo, sia femmine che maschi, aumentava esponenzialmente la probabilità che i loro figli diventassero indipendenti in breve tempo.

Questi risultati mostrano come un grado gerarchico mediamente elevato occupato dalle femmine nella società dei babbuini gialli giochi un ruolo fondamentale nell’assicurare uno sviluppo comportamentale normale e mediamente più accelerato per i propri figli. Ciò accade a causa dell’effetto protettivo che un ambiente sociale del genere conferisce ai babbuini immaturi che si trovano nelle fasi più delicate della loro crescita e maturazione, sia dal punto di vista fisico che comportamentale.

Ad esempio, la protezione garantita dal rango sociale della madre e dalla presenza di alleati forti di quest'ultima, possono assicurare agli individui immaturi una protezione da aggressioni sia interne al gruppo sociale (ad esempio connesse al rischio di infanticidio) sia esterne, tutti fattori che possono condizionare il profilo comportamentale che ogni babbuino in fase di sviluppo andrà poi a manifestare.

Pur non avendo dunque un effetto immediato sul grado di sopravvivenza degli individui immaturi, il fatto che queste caratteristiche del comportamento sociale delle madri influiscano sul grado di successo del percorso di sviluppo e maturazione dei nuovi nati lascia ragionevolmente ipotizzare che questi aspetti possano avere un effetto sulla loro sopravvivenza a medio-lungo termine.

Infatti, i babbuini che crescono e diventano indipendenti più velocemente potrebbero avere un vantaggio competitivo importante rispetto a coloro i quali mostrano un certo ritardo nel loro sviluppo comportamentale, dovuto alla differente costituzione del loro ambiente sociale causato dalla differenza giocata dal ruolo sociale delle loro madri.

In futuro si dovrà verificare se i babbuini che raggiungono l’indipendenza comportamentale in tempi più precoci sono gli stessi che riescono ad avere successo anche nella vita adulta. Se così fosse, la socialità delle madri avrebbe un ruolo adattativo anche a lungo termine, dandoci dunque informazioni preziose sul perché particolari comportamenti sociali si sono evoluti in questa e nelle altre specie sociali.

Sono un biologo naturalista di formazione, attualmente studente magistrale presso L'università di Pisa. Comprendere i meccanismi che muovono il comportamento degli animali e le ragioni che ne hanno permesso la loro evoluzione sono le domande principali che muovono la mia ricerca e la mia passione per l'etologia. Rispondendo ad esse, tento di ricostruire sia il filo conduttore che accomuna l'etologia di ogni specie animale, sia le differenze che distanziano ogni ramo evolutivo dall'altro.
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