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Kodami Call

Gli acari maschi “svestono” le femmine per assicurarsi l’accoppiamento

I maschi dell'acaro Tetranychus urticae "spogliano" della vecchia muta le femmine per assicurarsi l'accoppiamento appena raggiungono la maturità sessuale.

17 Luglio 2023
17:47
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In natura durante la stagione degli amori tutte le specie sono in fibrillazione. I maschi, in particolar modo, sono quelli di solito più attivi che mai in quanto per potersi accoppiare con una femmina devono prima conquistarla e battere la concorrenza di altri potenziali partner. Per farlo attuano una miriade di strategie diverse di corteggiamento: c'è chi danza, chi mostra tutti i mille colori che ha sul corpo, chi porta qualcosa in dono. Ovviamente per i maschi è importante riconoscere le femmine che hanno raggiunto la maturità sessuale in modo tale da essere i primi ad avvicinarsi a loro e avere la certezza di accoppiarsi. Un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista iScience, ha analizzato da molto vicino la strategia riproduttiva di una specie di acaro (Tetranychus urticae) in cui i maschi prima proteggono la femmina e successivamente le strappano via la vecchia "pelle" per assicurarsi il primo accoppiamento.

La specie di cui stiamo parlando è comunemente conosciuta come ragnetto rosso, ma non si tratta dello stesso acaro rosso che troviamo spesso sui muretti o sul balcone delle nostre case. Anche quello è un acaro e si, viene spesso chiamato anche lui ragnetto rosso, ma dei muri, quindi si potrebbe fare facilmente confusione. Nessuna delle due specie è dannosa per l'uomo, ma Tetranychus urticae è noto per essere uno dei più pericolosi fitofagi della soia e altre coltivazioni. Balaustium murorum, invece, è una specie predatrice che si nutre di larve di altri invertebrati e può essere "fastidioso" solo nel momento in cui, schiacciandolo per sbaglio, lascia macchie sui vestiti.

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Negli acari protagonisti delle studio, la competizione per il primo accoppiamento è particolarmente intensa, ha spiegato Peter Schausberger dell'Università di Vienna, in Austria. Questo perché è il primo maschio con il quale si accoppia la femmina quello a generare tutta la prole, la quale costituita da sole figlie femmine, poiché i maschi nascono invece da uova non fecondate. Poiché la competizione è altissima, quando un individuo scorge una femmina le fa letteralmente la guardia, sorvegliandola e tenendola lontana da tutti gli altri pretendenti. «Tale comportamento aumenta il loro successo riproduttivo. Sarebbe un costo enorme per il maschio di guardia se un rivale portasse via la femmina e la inseminasse dopo aver investito tutto quel tempo ed energia per proteggerla».

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C'è un particolare: le femmine non sono però ancora sessualmente mature, quindi i maschi le sorvegliano fino a quando non sono pronte per l'accoppiamento. «Per circa una o due ore prima della muta, le femmine assumono un aspetto argenteo a causa dell'aria che riempie lo spazio tra la vecchia pelle, chiamata esuvia, e la nuova pelle. In questa fase i maschi di guardia cambiano il loro comportamento: a volte tamburellano con le loro zampe anteriori sulle femmine, forse per stimolarle ad avviare il processo di muta», ha affermato Schausberger. Quando la partner finalmente avvia il processo di muta rompendo l'esuvia, il maschio la aiuta a togliersela di dosso afferrando e tirando via la vecchia pelle finché questa non viene rimossa del tutto dal corpo della femmina. Tutto questo serve per rendere più facile l'accoppiamento in quanto l'apertura dell'apparato genitale femminile, che si trova sulla punta dell'addome, risulta così più esposta.

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Da questo studio emerge come anche i piccoli aracnidi abbiano strategie riproduttive molto interessanti e complesse, ma il lavoro dei ricercatori non si ferma qui. In futuro, sperando di studiare ancora più approfonditamente il comportamento di "svestizione" attuato dai maschi per comprendere meglio se esso venga visto come un segnale qualitativo della performance del maschio per le femmine. In ogni caso, scoperte del genere ci ricordano quanto sia vasto il regno animale sotto ogni singolo aspetto e come ogni specie, dalla più piccola alla più grande, abbia le proprie abitudini e strategie le quali, molto spesso, estremante affascinanti e sorprendenti.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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