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15 Marzo 2022
15:32

I fenicotteri rosa amano l’Italia: in crescita quelli che ritornano in Primavera

Il numero di fenicotteri rosa che sceglie l'Italia per trascorrere la primavera e l’estate è in crescita, dimostrando che le oasi della nostra penisola sono per loro un ambiente favorevole.

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Coloratissimo, dalla linea elegante, ma anche un po' goffo sulle sue lunghissime zampe: l’amatissimo fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus) è una delle specie più appariscenti del regno animale e sta tornando in Italia.

Da diversi anni il numero di esemplari che sceglie la Penisola per trascorrere qui la primavera e l’estate è in crescita, mostrando di avere trovato nelle oasi italiane un habitat favorevole per trascorrere i mesi più caldi.

E se solitamente il loro arrivo avviene da maggio a settembre, quando questi splendidi uccelli lasciano l’Africa per spostarsi in Europa meridionale, qualcuno potrebbe aver anticipato ed essere in arrivo tra poche settimane.

E la meta preferita è il Sud dello Stivale, luogo dove si concentrano le colonie più vaste di fenicotteri rosa. La Puglia, ad esempio, è molto amata da questi splendidi animali. Precisamente le Saline della Riserva Naturale Margherita di Savoia nei pressi di Trinitapoli, considerata la più grande d’Europa, tra la foce del fiume Ofanto e il Gargano.

Non disdegnano però anche l’Oasi Naturale del Pantano di Saline Joniche, in Calabria: per i fenicotteri rosa è ormai da anni una casa che condividono serenamente con anatre, aironi cenerini e cavalieri d’Italia.

Questi pennuti trovano altrettanto piacevole il soggiorno in Sardegna, dove si può dire che il fenicottero ritorni alle origini. È proprio infatti in questa splendida regione che nell'area delle saline di Montelargius nel 1993 fu avvistata la prima colonia.

Oggi in Sardegna comunque i luoghi prescelti dai fenicotteri sono diversi, a cominciare dalla zona paludosa di Santa Gilla a Cagliari. Salendo verso Nord, amano anche la zona di San Teodoro, vicino alla celebre spiaggia La Cinta, le paludi nelle zone di Olbia, Orosei, Chia e Oristano, lo stagno di Cabras e quello di S’Ena Arrubia, per finire con la laguna di Mistras, dove trovano da mangiare le Artemie Saline di cui vanno ghiotti: un piccolo gamberetto ricco di un pigmento rosso che è proprio quello che dà il tocco di rosa al loro piumaggio.

Il fenicottero rosa in Italia, fino a qualche tempo fa, era una specie abbastanza rara. Ma col passare degli anni la presenza di questo splendido uccello dalla tipica posizione su una zampa sola, che lui usa per risparmiare energia e per mantenere più calore in corpo, è cresciuta.

I dati presentati all’Eurobirdwatch 2021 di ottobre indicavano che in tutta Italia erano stati osservati 1.600 fenicotteri: distribuiti nel numero di 800 nello stagno di Capoterra (nel cagliaritano),  340 nel Delta del Po, circa 300 nella riserva delle Saline di Trapani e 100 nelle Saline di Tarquinia.

Significativa, dopo anni di sostanziale stabilità, anche la crescita della popolazione di fenicotteri nell’Alto Adriatico: nel 2019, gli esemplari censiti erano stati infatti 25.238 e nel 2018 23.488.

Una buona parte dei fenicotteri (14.229) si trova tra il Veneziano e il Padovano, dove sono stati trovati 14 siti occupati. Rimanendo sempre in Veneto, però, si devono aggiungere gli 11 siti occupati da 5.376 esemplari, in provincia di Rovigo e 7.723 sono a Valle Dogà.

In Emilia Romagna, gli individui rilevati sono stati 8.938, con la maggior parte, 2.479, situati nella Salina di Cervia. Infine, il Friuli Venezia Giulia, ospita 3.134 individui in 2 siti: 2.800 a Valle Noghera-Morgo (Grado) e 328 in Valle Canal Novo, nella Laguna di Marano.

Spostandoci a Sud, nella riserva naturale Saline di Priolo in Sicilia gestita dalla Lipu, dove sono state create delle isole artificiali, fondamentali per la nidificazione, lo scorso anno sono state 493 le coppie che hanno nidificato nell’oasi siracusana, ritornando attorno alla media sempre mantenuta negli ultimi 4 anni.

Chiaramente le azioni di conservazione messe in atto dalla fine degli anni Settanta e i molti interventi fatti nelle aree protette, dal miglioramento delle condizioni ambientali, alla diminuzione delle azioni di bracconaggio e di disturbo, hanno chiaramente contribuito a favorire la presenza in Italia di questi magnifici uccelli.

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Simona Sirianni
Giornalista
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