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2 Settembre 2022
13:29

I daini del Delta del Po rischiano di finire al macello. Una raccolta firme per salvarli

L'ente di gestione del Parco del Delta del Po ha pubblicato un bando per affidare la cattura e delocalizzazione in allevamenti per carne dei 1500 daini che vivono nell'area. In sostanza, i daini rischiano di finire al macello.

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daini
Due giovani daini maschi

Nel Parco del Delta del Po, tra la pineta di Classe, nel Ravennate, e quella di Volano, nel Ferrarese, vivono allo stato brado ben 1.500 daini. Troppi secondo il presidente dell’ente Parco del Delta del Po, Massimiliano Costa che li considera un rischio per la sopravvivenza degli ecosistemi naturali della zona.

Ed è per questo che l’ente di gestione dell’area ha pubblicato un bando sul sito della Regione Emilia Romagna, per affidare in concessione la cattura e delocalizzazione in allevamenti per carne di quei settecentocinquanta daini che vivono sulla sponda ravennate e del resto che abitano quella estense. In sostanza, l’idea è per mandarli al macello.

Immediata è montata la protesta ambientalista, nata dalla Rete a tutela dei daini di Classe e di Lido di Volano, che ha lanciato una raccolta firme per abolire la delibera regionale stessa.

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Secondo le associazioni, infatti, nel parco sarebbe stata attestata la presenza di lupi, naturali predatori dei daini, e i danni provocati da questi animali nel territorio sarebbero irrisori.

Una scelta "vergognosa" la ritiene però anche il Gruppo Misto dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, che con una interrogazione indirizzato alla Giunta chiede come possa essere "conciliabile" la decisione di destinare questi ungulati «ad allevamenti da carne, quindi al macello, con tutte le precedenti dichiarazioni e promesse dei componenti la giunta regionale».

L’Ente Parco Delta del Po però difende il piano di controllo e precisa che «l’intervento dà attuazione alle linee guida nazionali emanate nel 2013 dall’Ispra, l'Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale e riprese dal Piano Faunistico-Venatorio regionale 2018-2023 e dal Piano regionale per il controllo delle popolazioni di daino di Classe (RA) e Volano (FE)», approvato sia dalla Regione Emilia-Romagna che dall’Ente Parco nel 2021, per i territori di rispettiva competenza.

Le ragioni dell’intervento, sostiene altresì Costa, oltre che riconducibili all’inevitabile riequilibrio naturalistico, sono prioritariamente legate alla necessità di salvaguardare la flora e la vegetazione delle pinete e praterie naturali che hanno già mostrato gravi segnali di sofferenza dovuti all’eccessivo pascolamento.

Infatti, per l’Ente la presenza del lupo è indubbiamente un elemento qualificante e che aiuterà nel controllo della popolazione, ma i numeri di partenza del nucleo di daini sono tali da non permettere un riequilibrio solo grazie alla predazione naturale.

La storia continua.

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Simona Sirianni
Giornalista
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