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29 Settembre 2023
16:04

Gli squali bianchi terrorizzati dalle orche e scomparsi in Sudafrica sono stati ritrovati

Gli quali bianchi sono misteriosamente scomparsi da qualche anno in Sudafrica. Secondo un nuovo studio, si sono spostati in nuove aree perché hanno paura delle orche.

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Al largo delle coste Sudafrica, da qualche anno, le orche hanno cominciato ad attaccare e a uccidere sistematicamente i grandi squali bianchi. La maggior parte delle uccisioni sono state attribuite a due individui in particolare, ribattezzate Port e Starboard, che hanno letteralmente fatto strage di squali per cibarsi esclusivamente del loro fegato. Il fenomeno ha raggiunto una tale portata che a un certo punto gli squali sono letteralmente scomparsi dalle acque di False Bay e Gansbaai, un tempo famose proprio per l'elevato numero di avvistamenti di squali bianchi.

Questa misteriosa sparizione ha quindi preoccupato non poco i biologi e i ricercatori che studiano gli squali, allarmati per il futuro di questa popolazione. Il declino degli squali bianchi è stato infatti così drammatico e rapido che si temeva potessero addirittura estinguersi localmente a causa delle orche, della pesca eccessiva e delle catture accidentali. Ma un nuovo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Ecological Indicators, sembra aver risolto definitamente il mistero: gli squali non sono morti, si sono semplicemente spostati altrove per nascondersi e scappare dalle orche.

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Immagine da Bowlby et al., 2023

Gli squali bianchi (Carcharodon carcharias) sono sicuramente tra i più efficaci e letali predatori oceanici all'apice della catena alimentare. Assistere a un grande squalo bianco che squarcia le onde e vola fuori dall'acqua per catturare un'otaria, era del resto uno degli spettacoli della natura più iconici, filmati e ricercati di False Bay, una grande baia situata lungo la costa meridionale del Sudafrica. Nessuno immaginava quindi che questi enormi predatori potessero avere qualcosa da temere, ma evidentemente non avevamo fatto i conti con le orche.

Anche le orche (Orcinus orca), come gli squali, sono predatori ugualmente straordinari, per di più sono anche animali estremamente sociali e intelligenti. Vivono praticamente nelle acque di tutto il globo e le loro prede, con relative strategie di caccia, cambiano da regione a regione e vengono tramandate culturalmente alle generazioni successive. Alcune si sono specializzate nella cattura dei pesci, altre nei pinguini, altre ancora cacciano mammiferi marini, balene e altri cetacei o, appunto, squali e razze.

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Due orche, Port e Starboard, sono ritenute responsabili delle uccisioni di squali

Tuttavia, mai prima degli ultimi anni i ricercatori avevano assistito a una preferenza culinaria tanto specifica, reiterata e per certi versi inquietante. Le orche sudafricane che attaccano gli squali consumano infatti esclusivamente il fegato, estratto con con agghiacciante precisione e lasciando il resto del corpo dello squalo completamente intatto e libero di affondare in profondità o di spiaggiarsi sulla spiaggia più vicina. Tutto questo è cominciato a partire dal 2015, quando sono apparse per la prima Port e Starboard a False Bay.

Da allora le segnalazioni di diverse specie di squali sono diventate sempre meno frequenti e nel 2017 la stessa coppia di orche è stata "accusata" dell'uccisione di almeno cinque squali bianchi anche a Gansbaai. Seguendo quindi le osservazioni e le segnalazioni di incidenti tra squali e umani, gli scienziati sono riusciti però a determinare che le popolazioni di squali sudafricane non erano però diminuite, ma si erano semplicemente spostate più a est in luoghi come la baia di Algoa e la costa del KwaZulu-Natal.

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Uno degli squali bianchi uccisi dalle orche e privati del fegato. Foto di Hennie Otto/Marine Dynamics/Dyer Island Conservation Trust)

Attraverso specifiche analisi statistiche e seguendo un processo di eliminazione, gli autori dello studio hanno infatti esaminato tutte le principali possibili spiegazioni, tra cui il declino delle prede nelle aree in cui gli squali sono scomparsi e l'aumento dei tassi riproduttivi nelle zone dove invece sono aumentati gli avvistamenti. Alla fine, sono quindi arrivati alla conclusione che la spiegazione più plausibile era che i grandi squali bianchi si fossero semplicemente spostati per evitare i continui attacchi delle orche.

Questa conclusione, inoltre, è supportata anche dal comportamento che gli squali stanno tenendo in altre regioni del mondo. Anche Nord America, per esempio, tra le acque che bagnano le isole Farallon, in California, le segnalazioni e gli avvistamenti di quali bianchi nelle loro abituali zone di caccia sono calati drasticamente da quando sono arrivate le orche. Questo effetto indiretto della predazione, del resto, può infatti influenzare profondamente il comportamento degli animali. Gli scienziati lo conoscono bene e lo definiscono infatti "paura della predazione" (da fear of predation) oppure "ecologia della paura" (da ecology of fear).

squalo bianco
Gli squali bianchi, per paura delle orche, si sono quindi spostanti in nuove aree

Significa quindi che anche la sola presenza di un predatore può indurre cambiamenti comportamentali e fisiologici anche drastici nelle specie predate, inclusa la fuga e lo spostamento della distribuzione. Anche se siamo quasi tutti abituati a considerare lo squalo bianco come a un predatore all'apice e senza rivali, la storia delle orche Port e Starboard e degli squali sudafricani ci dimostra che evidentemente non è così e che tutti – anche gli animali più temuti – prima o poi vengono terrorizzati da qualcun altro.

Tranne le orche, ovviamente, che esseri umani a parte hanno davvero ben poco da temere.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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