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12 Luglio 2023
9:55

Gli oranghi che migrano in territori sconosciuti imparano molto sul cibo osservando quelli del posto

“Paese che vai, usanza che trovi” e gli oranghi lo sanno bene. Un nuovo studio ha dimostrato che i maschi di orango, quando migrano verso nuove aree, imparano le usanze del luogo osservando conspecifici originari della zona.

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Uno dei principali motivi per i quali viaggiare è estremamente appagante e coinvolgente risiede nel fatto che si ha la possibilità di conoscere luoghi e culture completamente diversi dal nostro paese d'origine. Lingua, costumi, cibi sono vere e proprie scoperte che ci lasciano sempre a bocca aperta e ci permettono di ampliare il nostro bagaglio culturale. Ma non sono solo gli esseri umani a esplorare nuovi territori. In natura esistono moltissimi animali che si spostano dal loro luogo di nascita per esplorare l'ambiente circostante. Gli oranghi maschi, ad esempio, passano diversi anni con le proprie madri, ma una volta diventanti indipendenti se ne distaccano migrando altrove. In un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Frontiers in Ecology and Evolution, un team di ricercatori ha deciso di concentrarsi proprio su questi individui per capire in che modo riescano ad adattarsi ad ambienti differenti focalizzandosi soprattutto sulla loro alimentazione.

Quando si parla di sopravvivenza, è cruciale per un animale essere in grado di distinguere ciò che è commestibile da ciò che non lo è. Nel momento in cui un individuo decide di spostarsi dal proprio luogo di nascita per stabilirsi in un'altra area, deve essere in grado di abituarsi a ciò che questa può offrirgli, soprattutto dal punto di vista alimentare. Come fanno gli oranghi che hanno lasciato le loro madri e ora vivono lontano dai loro areali natali, dove i cibi disponibili possono essere molto diversi, a decidere cosa mangiare e capire come mangiarlo? Questa è proprio la domanda che si è posto il team di ricercatori, che per trovare una risposta ha osservato da vicino il comportamento di 77 maschi degli oranghi di Sumatra (Pongo abelii) altamente socievoli della popolazione Suaq e 75 maschi di oranghi del Borneo (Pongo pygmaeus wurmbii) invece più introversi della popolazione di Tuanan. Lo studio è durato ben 30 anni, durante i quali sono state raccolte preziose informazioni per comprendere come gli oranghi si adattano e si nutrono in ambienti diversi da quelli di provenienza.

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È noto che le grandi scimmie fanno molto affidamento sul cosiddetto apprendimento sociale per imparare cose nuove dai conspecifici. Si tratta di una forma di apprendimento influenzata dall'osservazione e dall'interazione con altri individui. Studi precedenti sui primati suggeriscono che le strategie di apprendimento sociale durante lo sviluppo seguono un modello a tre fasi: nella prima fase, i piccoli apprendono il più possibile da parte di chi si prende cura di loro, di solito la loro stessa madre. Questa è poi seguita da una seconda fase, in cui i giovani imparano gradualmente da una gamma più ampia di membri del gruppo. L'ultima fase si verifica quando gli individui raggiungono la maturità sessuale e si disperdono in nuove aree, dove incontrano circostanze ecologiche e sociali completamente nuove e non familiari. Quest'ultimo è proprio il caso degli oranghi protagonisti di questa ricerca. «Qui dimostriamo che gli oranghi maschi usano l'apprendimento sociale osservativo, definito peering, per apprendere nuove conoscenze ecologiche da individui locali dopo essersi dispersi in una nuova area», spiega Julia Mörchen, dottoranda presso il Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e l'Università di Lipsia, in Germania.

Ma in cosa consiste il peering? Si tratta sostanzialmente di un'intensa e attenta osservazione. Gli oranghi erano soliti scrutare altri esemplari per almeno cinque secondi e da una distanza di circa due metri. Dopo di che cominciavano a imitare le azioni e i movimenti del "modello", dimostrando di aver appreso tutte le sue mosse. Questo è anche il metodo attraverso il quale sono stati in grado di capire quali cibi mangiare e come farlo.  In particolar modo, i ricercatori hanno notato che i maschi erano soliti osservare più frequentemente le femmine del posto, seguite dai giovani e solo infine dai maschi adulti. Questo, però, valeva solo per la popolazione di Suaq. Nella popolazione di Tuanana, infatti, accadeva l'esatto contrario: venivano presi come punti di riferimento i maschi adulti e solo dopo i giovani e le femmine. Questo comportamento potrebbe essere spiegato dal fatto che in questa popolazione le femmine sono molto più schive nei confronti dei nuovi arrivati.

È bene sottolineare che sono gli esemplari di sesso maschile a migrare una volta raggiunta la maturità sessuale, mentre femmine tendono a stabilirsi vicino al loro luogo di nascita. «Quello che non sappiamo ancora è fino a che punto si disperdono i maschi, ma è possibile fare ipotesi: i dati genetici e le osservazioni compiute sugli oranghi che attraversano barriere fisiche come fiumi e montagne suggeriscono una dispersione a lunga distanza, probabilmente di decine di chilometri», afferma Mörchen. «Ciò implica che durante la migrazione, gli individui probabilmente si imbattono in diversi tipi di habitat e quindi sperimentano una varietà di composizioni faunistiche, specialmente quando attraversano zone presenti a diverse altitudini. Essere in grado di adattarsi rapidamente a nuovi ambienti prestando attenzione alle informazioni fornite dagli abitanti del posto, probabilmente ha munito gli individui un vantaggio di sopravvivenza». Ecco spiegato il motivo per il quale il peering è così importante per queste scimmie.

Cile Covid orangotango

Tutto questo è a dir poco strabiliante anche se non è ancora chiaro quante volte gli oranghi adulti debbano osservare un particolare comportamento prima di padroneggiarlo da soli, ma i ricercatori suggeriscono che possa dipendere dalla complessità della nuova abilità da apprendere, il che è abbastanza intuitivo. Basti pensare, ad esempio, a quando si osserva qualcuno intento a cucinare: prima di imparare a memoria la ricetta è necessario leggerla più volte e studiare con attenzione ogni singolo passaggio o movimento dello chef. Lo step successivo è mettersi poi ai fornelli e provare e riprovare fino a quando il piatto non sarà identico a quello cucinato da chi ha inventato la ricetta.

Questa ricerca fa riflettere su quanto il mondo animale sia complesso, sorprendente e spesso vicinissimo all'uomo. È sempre infatti importante tenere a mente che siamo animali anche noi e che tanti nostri comportamenti non sono poi così diversi da quelli di altre specie. Ora come ora, non possiamo far altro che attendere con ansia le prossime scoperte relative all'apprendimento sociale per conoscere ancora più nel dettaglio in che modo gli oranghi, ma anche altre specie, riescano ad apprendere cose nuove, magari prendendo anche noi per primi spunto da loro.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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