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27 Dicembre 2022
15:23

Gli animali reali che hanno ispirato l’universo immaginario di “Avatar: la via dell’acqua”

Come rivelato dal regista James Cameron, le creature dell'universo immaginario di "Avatar: la via dell'acqua" si ispirano ad animali realmente esistenti o esistiti sul nostro pianeta. Vediamo come si chiamano gli animali di Avatar e a quali specie terrestri assomigliano.

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L'ultima epopea di James Cameron ci porta direttamente all'interno dei mari di Pandora. Fra barriere coralline, tribù di Na'vi che sopravvivono fra le mangrovie e pesci di ogni tipo, Avatar: la via dell'acqua promette agli spettatori di far esplorare la fauna e la flora degli oceani ricchi di vita del pianeta alieno.

Come rivelato però dallo stesso regista canadese, il film presenta moltissime creature che riportano visivamente a specie realmente esistenti o esistiti sul nostro pianeta, con l'intento di rappresentare Pandora non tanto come il classico pianeta alieno dei tipici film di fantascienza, abitato da creature buffe e mostruose, ma più simile alla Terra preistorica. Questa scelta è stata fatta per indurre agli occhi degli spettatori un senso di appartenenza e vicinanza nei confronti dell'ambientazione extraterrestre e delle creature immaginarie che lo popolano.

In questo articolo dunque analizzeremo la fauna che ci viene presentata nel secondo capitolo della saga, cercando di carpire i riferimenti scientifici alle specie terrestri reali da cui si sono basati per proporre le creature di Pandora. La nostra analisi è dedicata solo alle specie principali, considerando che il regista canadese ha deciso di riprodurre su schermo anche decine di creature minori – tra pesci, meduse e uccelli – che è impossibile trattare in maniera soddisfacente, apparendo in secondo piano e solo per qualche scena del film. Unica annotazione: attenzione! Pericolo spoiler.Questo articolo presenterà infatti qualche informazione inerente alla trama della pellicola.

Tulkun: le balene di Pandora

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I Tulkun sono probabilmente le creature più importanti ed intelligenti mai visti all'interno del mondo di Pandora. Sono degli animali marini grandi ed empatici, originari degli oceani centrali del pianeta, ed hanno la capacità di entrare in contatto con le popolazioni di Metkayina – le popolazioni Na'vi indigene che sopravvivono sulle isole – attraverso una sorta di linguaggio dei segni e una leggera telepatia. Vivono vicino alla costa e assomigliano per stazza, portamento, struttura sociale e comportamento alle attuali Balenottere azzurre (Balænoptera musculus) terrestri, per quanto presentino anche delle caratteristiche che li avvicinano molto ai Capodogli (Physeter macrocephalus), visto che il loro melone presenta un liquido ambrato che nella finzione del film donerebbe la longevità agli esseri umani. Occupano una nicchia ecologica simile alle balene sulla Terra, che sono già state portate all'estinzione dall'uomo poco dopo l'anno 2045.

Dalle note che è possibile osservare sugli schermi olografici del film, che sono state riportate nel forum Wiki di Avatar, la specie dei Tulkun può raggiungere i 91,4 metri e quasi tutte le popolazioni sono leggermente trascendenti, essendo senzienti e connessi al pianeta, tramite la presunta dea Eywa che governa tutti gli ecosistemi e che a sua volta si rifà all‘ipotesi Gaia di James Lovelock.

Ogni membro di una famiglia di Tulkun intraprende un legame affettivo e di amicizia con un individuo del clan dei Metkayina, che guidano come se fossero il loro spirito guida. Il Tulkun principale di questo secondo film è comunque un esemplare sfortunato, l'unico sopravvissuto ad una battuta di caccia da parte di una baleniera, il cui nome fa Payakan.

Payakan è anche lo spirito guida di Lo'ak, uno dei figli del protagonista Jack Sully e l'unico Na'vi che decide di intraprendere un rapporto di fratellanza con l'animale, considerato un reietto in quanto responsabile per la morte del suo intero gruppo familiare.

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Proprio Payakan ci dimostra l'estrema intelligenza dei Tulkun, per quanto in lui tale caratteristica si mostri traviata, in quanto diretta verso l‘odio nei confronti degli esseri umani e la vendetta. Non a caso i riferimenti a Moby Dick, al capitano Achab e alla caccia alle balene di metà Ottocento negli Stati Uniti si sprecano, all'interno della visione del film. Come la famosa Balena bianca – che trae spunto anch'essa da una famosa balena realmente esistita – infatti anche Payakan cade vittima dell'attenzione morbosa di un baleniere, presenta sul suo corpo le tracce degli arpioni e si vendica contro un capitano, strappandogli un arto.

Ilu: i plesiosauri che permettono di correre dentro l'acqua

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Gli Ilu sono forse fra gli animali più simpatici fra quelli presentati da Cameron in Avatar: la via dell'acqua. Dal volto sorridente e molto predisposti a farsi cavalcare, gli Ilu sono creature simili a plesiosauri, i famosi rettili marini preistorici i cui resti in tutto il mondo hanno ispirato moltissime leggende: dai draghi d'acqua, al mostro di Loch Ness.

Capaci di nuotare a grandi velocità e di entrare in connessione con i loro cavalieri tramite la connessione neurale presentata già a partire dal primo capitolo della saga, i più comuni fra questi animali presentano tonalità aquatiche o verdastre, due paia di occhi e due fruste neurali simili ad antenne che si estendono dalle tempie. La loro specie è molto socievole, giocosa e nota per essere stata fra le prime ad essere addomesticata dai Na'vi. Con la popolazione delle mangrovie e degli arcipelaghi condivide infatti quasi tutto: protezione, casa, cibo.

Come i plesiosauri realmente esistiti, la specie è carnivora e sfrutta il suo lungo collo per spingere i banchi di pesce verso la superficie o verso le trappole preparate dagli Metkayina per pescare.

Se dovessimo trovare un altro riferimento alle specie realmente esistenti sul pianeta, possiamo considerare gli Ilu molto simili anche ai delfini e ai cani domestici, in quanto presentano strutture familiari e sociali simili a quelli dei cetacei e sembrano aver preferito condividere la propria sorte con specie umanoidi.

Gli Ilu sono gli animali più resistenti dell'oceano, ma non i più veloci. Infatti possono cadere anch'esse vittima nei confronti di alcuni potenti predatori del mare, oltre che degli esseri umani, e la loro unica strategia di difesa contro le aggressioni è la fuga.

Gli Skimwing, anche noti come Tsurak: i cavalli di battaglia dell'oceano

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Quando i Metkayina devono difendere le loro coste o i tratti di mare più pescosi, sono gli Skimwing gli animali che preferiscono cavalcare per pattugliare l'oceano.

Questa specie, nota anche in lingua Na'vi come Tsurak, è molto più difficile da guidare rispetto agli Ilu o agli Ikran, le creature volanti simili a Pterodattili o ai draghi presentati nel primo Avatar del 2009. Gli Tsurak infatti vengono considerati come delle cavalcature militari di prestigio, utili anche per spaventare l'avversario e bersagliarlo sia dall'acqua che a livello della superficie.

Pur non riuscendo a volare ad alta quota come altri animali, gli Skimwing sono noti per essere degli animali fulminei, capaci di raggiungere la velocità di un elicottero alla massima potenza e di ospitare comodamente un Na'vi adulto ed armato sul dorso. Sebbene infatti la bassa gravità e l'elevata densità dell'aria di Pandora consentano allo Skimwing di usare le ali per volare sopra l'acqua, è la sua coda ad essere il vero propulsore e a spingerlo in avanti. L'unico suo difetto è che dopo un po' di tempo la spinta decresce e per continuare a volare la sua coda deve toccare l'acqua per ottenere un nuovo impulso.

Secondo i forum e il libro di prossima pubblicazione sull'arte di Avatar: la via dell'acqua, Skimwing e l' Ikran condividono un antenato evolutivo comune. E questo dato ci permette di notare quanto maniacale sia stata l'immaginazione di Cameron nel descrivere l'ecologia delle specie che ha creato per i suoi film.

Le specie realmente esistenti che hanno ispirato questa creatura aliena sono il barracuda (Sphyraena barracuda), per il modo con cui caccia in acqua e per la parte terminale dell'anatomia della bocca, i pesci rondine, noti alla scienza come appartenenti alla famiglia degli Exocoetidae e per la loro capacità di "volare" sopra la superficie del mare, attraverso delle pinne modificate, e il gaviale (Gavialis gangeticus), un coccodrillo indiano che dispone di una caratteristica mascella molto sottile, utile per cacciare i pesci nel corso del fiume Gange.

Gli Skimwing vivono in piccoli gruppi familiari, ma per essere cavalcati i loro futuri cavalieri devono scontrarsi con gli animali, che presentano condizioni di semi libertà. Infatti a differenza degli Ilu non sono ancora del tutto addomesticati, per quanto quando si crea un legame fra uno Tsurak e un cavaliere il legame permane e rimane solido.

Dal punto di vista mitologico, gli Tsurak ricordano moltissimo anche alcuni mostri leggendari tipiche delle culture polinesiane e della Nuova Zelanda, etnie che hanno fatto da spunto agli stessi Metkayina del film.

Akula: i super predatori degli oceani

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Gli Akula sono i predatori alpha degli oceani di Pandora. I più coriacei, i più famelici e scaltri predatori del mare.

Nel film un esemplare assale Lo'ak e uccide un Ilu. Non sono animali sociali, ma presentano un'elevata intelligenza che li rende dei perfetti assassini. I loro unici nemici naturali sono i Tulkun, con cui rivaleggiano per il controllo del mare, e i Nalutsa, che sono più docili e possono essere considerati come una varietà di Akula che si è specializzata esclusivamente per cibarsi di pesci e plancton.

In lingua russa "Akula" significa squalo. I Selachimorpha non sono però le uniche creature da cui Cameron e i registi si sono ispirati per dare forma alla sua morfologia e definire il comportamento.

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Gli Akula infatti ricordano anche moltissimo i pesci preistorici corazzati, come il Dunkleosteus. Questi animali realmente esistiti durante il Siluriano e il Devoniano appartenevano ad una classe ormai del tutto estinta di vertebrati, scientificamente definiti come Placodermi. Come l'Akula di Pandora, questi animali avevano uno stile di vita simile a quello dei moderni squali, ma a differenza dello Squalo bianco disponevano di un carapace osseo molto sviluppato nella regione del capo e nella regione toracica. La bocca di questi animali in particolare era rinforzata da piastre gnatali, ovvero da strutture simili a spessi denti aguzzi.

L'Akula che attacca Lo'ak è capace di sbriciolare le rocce e alcune forme di corallo, in maniera similare a quanto ipotizzato da alcuni scienziati per il Dunkleosteus preistorico. Questo difatti disponeva di una forza mascellare dell'ordine di 88 000 Newton, ovvero di 9 000 chilogrammi forza. Il tirannosauro del Cretaceo e il coccodrillo marino oggi esistente  non sono capaci nemmeno di sviluppare la metà di quella forza. E se James Cameron ha immaginato l'Akula a partire da questi potenti animali, possiamo ben comprendere il timore reverenziale che questo animale produce nelle altre specie.

Nel mondo immaginario di Pandora, l'unico modo per sopravvivere nei confronti di questo grande predatore alieno è sfuggire, sfruttando magari la velocità degli Ilu, difendersi in gruppo o richiedere il supporto dei Tulkun, che odiano profondamente queste creature assassine. I metodi di caccia degli Akula non sono comunque crudeli. Il loro scopo non è fare soffrire le prede e tentano velocemente di divorare i bersagli, in maniera simile al grande Squalo bianco. Inoltre sembrano essere anche gli animali spazzini degli oceani di Pandora. Per questa ragione sono ben integrati nell'ecosistema e nel progetto di Eywa e meritano più rispetto degli esseri umani, che attaccano le loro prede con complessi strumenti di tortura, non rispettando neppure l'integrità fisica e psichica dell'animale.

Chi ha visto il film infatti lo saprà già: gli esseri umani che hanno raggiunto gli oceani di Pandora non cacciano le loro prede per necessità. Uccidono gli animali, abbandonando i cadaveri con una certa somma di disprezzo e materialismo, fornendo la critica ecologica che il regista Cameron tende a sottolineare lungo le quasi 3 ore e venti del film.

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I mansueti Nalutsa sono solo una sottovariante di Akula, dotati di una dieta più onnivora e di una stazza maggiore
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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