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24 Gennaio 2022
16:54

Francia, azienda ferma la vendita di bocce di vetro per pesci rossi: «Li fa impazzire e morire rapidamente»

AgroBiothers Laboratoire, azienda francese specializzata nella fornitura di prodotti per la cura degli animali, ha deciso di smettere di vendere acquari di forma tonda e dimensioni ridotte.

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Credit Pixabay

Stop alla vendita di quelle piccole bocce di vetro in cui i pesci nuotano in pochi centimetri d’acqua. La decisione, motivata da ragioni etiche, è dell’AgroBiothers Laboratoire, azienda francese specializzata in prodotti per la cura di animali domestici, che ha tolto dal suo catalogo acquari con capacità inferiore a 15 litri e tonde.

Alla base dell’annuncio c’è la consapevolezza di come i pesci, in particolare i pesci rossi, vengano spesso acquistati per decorazione e costretti a vivere in bocce piccole, privi di stimoli e compagnia: una lenta agonia che li conduce alla morte, anche alla luce dell’assenza di sistemi di filtrazione e ossigenazione.

La decisione dell'azienda francese

«Le persone comprano un pesce rosso per i loro figli spinti da un impulso, ma se sapessero a che tortura lo sottopongono non lo farebbero – ha detto Matthieu Lambeau, amministratore delegato di AgroBiothers, alla Reuters – Girare in tondo in una piccola boccia fa impazzire i pesci e li uccide rapidamente». I pesci rossi possono infatti vivere fino a 30 anni e crescere sino a raggiungere una lunghezza di 25 cm in grandi acquari o stagni all'aperto, ma nelle “classiche” bocce tonde di vetro non sopravvivono per più di qualche settimana, massimo un mese.

Eppure sono milioni le persone che li acquistato per tenerli in questo modo: soltanto in Francia, mercato numero uno in Europa per pesci rossi, sono circa 2,3 milioni. In pochi però al momento dell’acquisto sanno che si tratti di pesci socievoli, che hanno bisogno della compagnia di altri pesci, di spazi ampi e di acqua pulita, e ancora meno persone hanno la conoscenza, la competenza e l’attrezzatura necessaria per gestire un acquario assicurando il benessere dei suoi occupanti.

«È un anacronismo tutto francese – ha confermato Lambeau – Da qui la nostra decisione. Non possiamo educare tutti i nostri clienti e imporre che spieghino che tenere un pesce in una boccia è crudele. Riteniamo sia una nostra responsabilità non dare più ai consumatori questa scelta». La richiesta continua a esserci (negli anni precedenti AgroBiothers, come fornitore, ha venduto circa 50.000 bocce l’anno a 20 euro al pezzo), ma l’azienda ha deciso di fare una scelta pur consapevole delle ricadute economiche che potrebbe avere: «Ciò che offriamo ai bambini con le bocce è la possibilità di vedere i pesci rossi morire lentamente», ha concluso Lambeau.

Il caso del Comune di Romano: vietato da regolamento tenere i pesci nelle bocce di vetro

In Francia a oggi non esiste un regolamento sulla detenzione dei pesci rossi, contrariamente ad altri Paesi europei in cui invece esistono norme specifiche. In Italia diversi Comuni hanno messo al bando la detenzione dei pesci rossi nelle bocce, adottato regolamenti comunali che dettano le linee guida da seguire per chi vuole avere un acquario.

Il Comune di Romano di Lombardia nel 2012 è stato il primo ad approvare un regolamento che specifica che «gli animali acquatici dovranno essere detenuti nel rispetto delle loro esigenze etofisiologiche, con possibilità di spazio adeguato per un sufficiente movimento e tenuto conto del loro comportamento sociale», che «in ogni acquario devono essere garantiti idonei ricambi, depurazione e ossigenazione dell’acqua. Le caratteristiche chimico-fisiche e di temperatura dell’acqua devono essere conformi alle esigenze fisiologiche delle specie animali presenti» e soprattutto che «è vietato l’uso di acquari sferici o aventi pareti curve».

C’è poi la legge 189 del 2004 sulla tutela degli animali, che all’articolo 544-ter, disciplinando il reato di maltrattamento di animali, sottolinea che «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale».

La sensibilità nei confronti dei pesci è però molto spesso inferiore a quella riservata ad altri animali domestici come i cani e i gatti, ma come qualsiasi altro animale i pesci rossi possiedono esigenze ecologiche, alimentari e spaziali che dovrebbero essere sempre garantite. Ed è anche per questo che alcuni Paesi e Comuni hanno deciso di adottare norme ad hoc, cui in caso di assenza possono sopperire solo le scelte delle aziende o dei singoli individui.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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