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24 Gennaio 2022
15:24

“Felis”, il primo documentario sul gatto selvatico in Liguria

I fotografi naturalistici Paolo Rossi e Nicola Rebora, dopo anni di ricerche tra i boschi della provincia di Genova e di Alessandria, hanno preparato un libro e un documentario breve con immagini esclusive del gatto selvatico.

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Dal 2010 fotografa lupi e altri animali selvatici nelle zone più selvagge dell'Appennino e delle Alpi liguri-piemontesi e nel 2014 le sue foto sono entrate a far parte nel libro di Francesca Marrucco "Il lupo, biologia e gestione sulle Alpi e in Europa".

Paolo Rossi, conosciuto come "il fotografo dei lupi", ritorna con un film un libro fotografico dedicato, questa volta, al gatto selvatico. Il lavoro sarà presentato in anteprima martedì 25 gennaio alle 17 alla Berio, la biblioteca civica di Genova.

Il gatto selvatico è una delle creature più elusive della fauna selvatica italiana. I fotografi naturalistici Paolo Rossi e Nicola Rebora, dopo anni di ricerche tra i boschi più selvaggi della provincia di Genova e di Alessandria, hanno preparato un libro e un documentario breve con immagini esclusive: le prime della storia realizzate nell'Appennino delle Quattro Province.

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Insieme al collega, Rossi ha realizzato i primi filmati di Gatto selvatico europeo in libertà sull'Appennino ligure e ha svelato il dietro le quinte di questa scoperta proprio in un documentario breve intitolato "Felis – gatto sarvægo" e un omonimo libro fotografico realizzato dalla tipografia ecologica Kc di Genova. Il progetto dei fotografi è stato portato a termine attraverso un crowdfunding: «Prima del nostro lavoro, i gatti selvatici potevano essere osservati solo impagliati al Museo di Storia Naturale di Genova ora abbiamo foto e video».

«Le prime immagini sono state una vera emozione – racconta a Kodami Paolo Rossi – perché riuscire a filmare un animale così elusivo è tra le imprese più difficili in Europa e soprattutto in Liguria dove l'esistenza di questo animale, prima dei nostri filmati, era solo un racconto».

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Da sinistra Nicola Rebora e Paolo Rossi

A livello accademico il gatto selvatico era riuscito a fuggire a tutti ma non a Rossi e Rebora: «Per noi è stato un privilegio vedere le immagini di questo animale che si sposta nei luoghi più selvatici delle nostre montagne». Non soltanto un documentario ma anche un libro fotografico dedicato al gatto selvatico che ne ritrae le caratteristiche: «Non essendo zoologi ma fotografi naturalisti, io e Nicola ci siamo rivolti all'esperto Stefano Anile che ci ha anche prestato una bellissima foto che mette a fuoco la particolarità di questo animale e ciò che aiuta a distinguerlo da un gatto domestico, si tratta della coda che è molto spessa, un po' più lunga e con degli anelli ben marcati sulla parte terminale, diversamente dai gatti vaganti che hanno colori diversi e striati».

L'animale nel film e nel libro appare come è nel suo mondo naturale: molto integrato nel suo ambiente, elusivo e sfuggevole: «Anche per chi non conoscesse questo animale, abbiamo voluto dare l'idea delle sue incredibili facoltà, tra cui il mimetismo straordinario, che è simile alle rocce, alla corteccia del faggio o a quella del castagno; quando controlliamo le fotocamere in remotoci sembra di vederlo ovunque ma in realtà il suo avvistamento è raro».

Chi è Paolo Rossi, il fotografo dei lupi e dei gatti selvatici

Genovese, classe 1983, Paolo Rossi fotografa lupi e animali nelle zone più selvagge dell'Appennino e delle Alpi italiane, a livello professionale: nel 2014 le sue foto entrano a far parte del libro di Francesca Marucco Il lupo – biologia e gestione sulle Alpi in Europa. Nel 2017 realizza il libro fotografico "Lupi Estremi" con SkullCreativeLab e viene intervistato dalla Bbc ne "The magic moment of a wolf sighting". Nel 2018 dà vita a "Incivili", libro fotografico con Mattia Parodi, e nel 2019 esce, sempre con Parodi, "Le ombre tra i faggi". Da tre anni è anche regista di brevi documentari: "Vacche Ribelli", "La vendetta del lupo monco", "Felis – gatto sarvaego" e l'omonimo libro fotografio. Il suo ultimo progetto è un cortometraggio: "Sopravvissuti all'Homo sapiens – Una storia di resistenza selvatica", dedicato a volpi, gatti selvatici, faine, tassi.

Cosa sono e come funzionano le fototrappole

Le fototrappole sono camere remote piazzate nel bosco, nei punti giusti, che riescono a fare dei video appena sentono la fonte di calore. Questi strumenti registrano dal topino fino alla persona, al cinghiale e anche al gatto selvativo; qualsiasi individuo a sangue caldo che passi davanti viene immortalato.

Le fototrappole hanno un sensore che non va solo a movimento ma anche a fonte di calore, teoricamente permette a chiunque di diventare un documentarista ma non tutti hanno l'allenamento di Paolo Rossi: «Nei nostri controlli mensili abbiamo dovuto camminare per giornate intere, anche per cinque o sei ore all'andata e altrettante al ritorno, perchè non solo esploriamo le zone con cautela in modo che non diano disturbo, ma le piazziamo in posti lontanissimi dai sentieri degli escursionisti della domenica e distante dai paesi abitati. Ci siamo immedesimati in un animale così elusivo e abbiamo pensato se fossimo lui, andremmo molto lontano dall'uomo».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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